martedì 3 giugno 2014

giovedì, 5 - Manuela Pimentel nella galleria IPSAR

http://viadeiportoghesi.blogspot.it/2014/05/i-muri-che-mormorano-lartista-plastica.html


 L’inaugurazione di Murmúrios de Muros di Manuela Pimentel avrà luogo giovedì 5 Giugno 2014, alle ore 18.00 presso la galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma in Via dei Portoghesi, 6.
La mostra rimarrà aperta sino al 22 Giugno 2014 dal mercoledì alla domenica, dalle 17.00 alle 20.00.

Mormorii di muri

«Le ragazzine non dovrebbero mai essere rinchiuse. I sogni nascono della carenza. Il principe azzurro è un fantasma generato dalla mancanza d’amore. Le mura trasudano desiderio di libertà. Ma il paradosso del prigioniero, descritto da Kafka, è inevitabile: se, da un lato, la voglia del recluso è tutta rivolta verso un unico punto di fuga - o meglio, d’evasione - che determina la prospettiva totale, d’altro canto è necessario sopravvivere alla clausura e, così, far diventare confortevole la cella confortevole o, almeno, abitabile. Tappezzare le mura, arredarle, graffitarle. La libertà è sempre condizionale, condizionata. L’orizzonte è sempre coperto da muri. Se l’interno è, per definizione, una gabbia, l’esterno è un labirinto. E il dentro si distingue dal fuori soltanto dal soffitto, non dalle pareti. E dagli occupanti. Dentro, ci si sta a casa. Fuori, circolano minotauri e cacciatori di minotauri e ragazzine impaurite, sacrificate ai mostri. E magari altri esseri, timidi o imbarazzati, che hanno scritto sulle mura la sua fame o la sua profusione d’amore, che sono esseri chiusi sofferenti dalle stesse privazioni, con i quali la prigioniera, pur non vedendogli, si riconosce somigliante, sorella. Una soluzione sarebbe interiorizzare le mura della città, con le sue maioliche, i suoi cartelloni strappati e i suoi graffiti, con i suoi racconti, le sue promesse, le sue grida - perché le mura parlano a chi le sa ascoltare; trasportarle dentro casa, appenderle come una fila di finestre coperte nelle pareti interiori della cella mentale, rispondere all’invito che loro fanno. Perché la libertà rimane sempre dall’altra parte. Da questa qua ci sono i giorni contati, le dichiarazioni cancellate, le lacrime contenute, gli incontri mancati, i messaggi strappati, i desideri murati, il peso dei pentimenti.


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