MADREDEUS “Essencia” (Portogallo)
Beatriz Nunes voce
Jorge Varrecoso violino
Antonio Figuereido violino
Pedro Ayres Magalhaes chitarra
Carlos Maria Trindade tastiere
Luis Clode violoncello
I Madredeus sono gli ambasciatori più popolari del “New Fado” portoghese sin dal 1995, quando grazie al film di Wim Wenders “Lisbon Story” il loro quarto album “Ainda”, soundtrack della pellicola, dilagò in tutto il mondo. Da allora la carriera del gruppo è stata costellata di successi e riconoscimenti internazionali, allargando via via i propri orizzonti e incorporando diversi elementi di World Music in un melànge sonoro di ampio respiro e grande raffinatezza. Il loro forte legame con l’Italia li ha portati ad incidere anche nel nostro Paese e ad avviare collaborazioni con musicisti italiani. Dopo l’abbandono della cantante Teresa Salgueiro in favore della carriera solista, l’ingresso di Beatriz Nunez, giovane musicista portoghese cresciuta ascoltando i Madredeus, di cui i genitori erano grandissimi fan. A 25 anni dall’uscita del primo album l’ensemble portoghese pubblica “Essencia” (Sony) e viene a presentarlo in un concerto altamente suggestivo, fra tradizione e innovazione, uno straordinario universo poetico e musicale dal quale farsi gentilmente rapire sotto le stelle di Villa Ada.
Combinare le influenze del fado con la musica folk moderna. Questa la ricetta musicale dei portoghesi Madredeus che il 19 luglio suoneranno live a Villa Ada nell’ambito della rassegna “Roma incontra il mondo”. Nati nel 1985 grazie all’incontro tra i chitarristi Pedro Ayres Magalhães e Rodrigo Leão e la cantante classica Teresa Salgueiro, il loro primo disco viene pubblicato due anni più tardi con il titolo “Os dias da Madredeus”.
Seguono Existir, e Lisboa, poi (nel 1994) O Espirito da Paz, e nel 95 Ainda, con la colonna sonora di Lisbon story, il film di Wim Wenders, che li proietta sulla scena internazionale. Da segnalare anche la collaborazione con il nostro Angelo Branduardi per la realizzazione del suo album L'infinitamente piccolo dedicato a San Francesco d'Assisi nel brano 'Nelle paludi di Venezia, Francesco si fermò per pregare e tutto tacque'.
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