Um nome de rua, no centro histórico da Cidade Eterna, que marca a presença de Portugal e a ligação antiga de dois povos e duas culturas.
Nesta outra "Via dei Portoghesi" queremos falar de Portugal em Roma e de Itália em Portugal.
In Portogallo c’è una
profonda recessione. I portoghesi emigrano nelle ex colonie per cercare lavoro.
Nonostante questo gli italiani continuano ad emigrare a Lisbona. Perché? Di
questa scelta in controtendenza racconterà il film in fase di ultimazione, I
figli di Tabucchi. Un documentario girato da un fotografo, un traduttore e un
giornalista, tutti e tre italiani emigrati in Portogallo.
Il film racconterà le storie delle generazioni di italiani emigrati a
Lisbona, dove attualmente i portoghesi stanno cercando di sopravvivere alla
crisi economica. Il titolo racchiude l’omaggio a Antonio Tabucchi, scomparso
nella capitale portoghese il 25 marzo di un anno fa.
“Ci stavamo raccontando di Lisbona, dei tempi trascorsi durante l’Erasmus
fatto anni prima, eravamo ancora a Roma a un compleanno di un amico” spiega il
giornalista Daniele Coltrinari, che sta realizzando il film assieme al
fotografo Luca Onesti e al traduttore Massimiliano Rossi. Anche gli autori,
come le persone che intervistano nel film, sono emigrati la scorsa estate in
Portogallo per realizzare il loro progetto e per trovare altre opportunità di
lavoro. Perché a volte “la perdita di un
lavoro (precario) non può fare altro che farti diventare ancora più precario di
prima e così siamo partiti”, racconta Daniele.
“Mi piacciono le storie. Sono anche un ottimo ascoltatore di storie. So
sempre, anche se a volte resta vago, quando un’anima o un personaggio sta
viaggiando in aria e ha bisogno di me per raccontarsi”, scriveva Antonio
Tabucchi
Massimiliano Rossi, che da diversi anni risiede alcuni mesi dell’anno a
Lisbona dove insegna italiano, ha convito Daniele e Luca a raggiungerlo e a
investire con lui gli ultimi risparmi per iniziare le riprese, che sono
cominciate a settembre del 2012. “Il film sarà una pellicola indipendente che
presenteremo ai festival del cinema portoghesi, italiani e internazionali –
raccontano i tre autori, tutti trent’enni -. Attualmente stiamo completando le
ultime interviste, prima di iniziare la fase di montaggio. Per chiunque voglia
partecipare con un racconto o contribuire in altre forme al documentario, può
contattarci a lisbonablogger@gmail.com”.
Chi sono allora gli italiani che emigrano a Lisbona? Per trovare o
costruirsi un lavoro. Sembra un paradosso, più che mai di questi tempi, ma è
soprattutto di questo che parlerà il film. Una delle principali ragioni è
quella di imparare la lingua, perché il portoghese è parlato da più di trecento
milioni di persone nel mondo e le economie emergenti in questo momento sono i
paesi come il Brasile, l’Angola e il Mozambico in cui si parla il portoghese. Dall’altro lato c’è un fattore legato alla
lingua italiana, che in qualche modo torna utile oltre che per lavori di
traduzione o nella ristorazione, ma anche se si tratta di lavorare per le
multinazionali che delocalizzano nel paese e cercano personale che parli
italiano nei callcenter. Questa situazione la spiega bene la storia di Ilaria
Federici, anche lei trentenne, emigrata a Lisbona per lavorare in italiano nel
callcenter di una multinazionale, con una laurea e un master in tasca e un
lavoro precario lasciato in Italia.
“La notte è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare
storie”, scriveva Tabucchi su Requiem
Sono loro i protagonisti del documentario, le generazioni figlie di Antonio
Tabucchi “uno scrittore che riesce a descrivere molto bene lo straniamento di chi
vive fuori dal suo ambiente naturale, declinandolo però in un senso positivo:
ti fa sentire allo stesso tempo lontano e a casa propria – spiega Luca Onesti –
I libri di Tabucchi sono fatti per chi ama viaggiare, per questo più
generazioni di italiani in Portogallo si riconoscono un po’ in lui, perché per
molti la scelta di vivere qui non è stata solo quella delle opportunità di
carriera, di lavoro, di studio. Queste motivazioni sono importanti ma sono
attraversate da situazioni e relazioni più impalpabili, che sono le stesse che
spingono le persone che amano i viaggi a partire, che sono difficili da
spiegare, più facili da provare. Sono le motivazioni di chi cerca di realizzare
il proprio sogno”.
Per raccontare le cronache di Lisbona, Daniele Coltrinari e Luca Onesti
hanno aperto il blog Sosteniamo Pereira. In cui raccontano delle proteste
contro l’austerity, delle alternative che offre il Portogallo e la società
lusitana, dei mezzi di trasporto, di sport e eventi culturali. “Un diario
online su quello che accade nella capitale portoghese che abbiamo aperto quando
avevamo capito che saremo rimasti qui per diversi mesi” spiega Daniele.
Il documentario I figli di Tabucchi sarà anche un viaggio in Portogallo,
nella crisi che stanno vivendo i portoghesi assieme a tutti gli stranieri che
abitano nel paese. Dove accade che “quando le speranze sono finite, non resta
che appellarsi alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo- scrive
Daniele Coltrinari in un articolo su Lettera43 - Succede anche questo nel
Portogallo piegato da cinque anni di recessione, sopraffatto dai debiti e in
cui quasi un cittadino su quattro è senza lavoro. I disoccupati in terra
lusitana sono il 17 per cento della popolazione: il record dai tempi della fine
della dittatura, nel 1974. Allora ci si appellava alla Carta universale per
chiedere libertà e democrazia, oggi s’invoca per chiedere dignità”.
Mensagem de José Rui Teixeira, professor na Escola das Artes da Universidade Católica e investigador do Centro de Estudos do Pensamento Português, recentemente nomeado diector e presidente do Conselho Científico da Cátedra de Sophia de Mello Breyner Andresen - a quem agradecemos a colaboração.
Caríssimos
Esbarrei com o vosso blogue e aproveito para partilhar os apontamentos do meu moleskine numa recente estadia em Roma, publicados no meu blog: http://equinociodeoutono.blogspot.pt.
Deixo-vos um abraço desde o Porto, com saudades de Roma...
Abraço.
José Rui Teixeira
2013-02-02
Por estes dias estive em Roma com o meu amigo Vítor Teixeira. Publico aqui alguns apontamentos do meu moleskine.
Chove em Roma. Por todo o lado a perturbadora consciência de que a beleza de uma cidade reside na relação simbiótica entre habitá-la e permitir que ela nos habite. Por todo o lado a perturbadora consciência da distância a que nos situamos de todas as coisas, a promessa ingénua de que aqui seria feliz, como se pudesse de facto ser feliz ou como se a felicidade não fosse uma promessa tão efémera quanto o corpo de uma mulher, o sabor do café no fim da boca, o calor da chávena nas mãos. Sinto que aqui seria feliz porque me sinto habitado e ainda assim, em cada estância, antecipo o regresso. Continua a chover em Roma. Interessam-me fundamentalmente duas coisas numa cidade: as perspectivas e os pormenores. Por vezes, aborrece-me tudo o que existe entre as perspectivas e os pormenores. Detenho-me sobre a Ponte de Sant' Angelo. Integro no meu campo de visão o Castelo [à direita] e a Basílica de S. Pedro [ao fundo], a extraordinária cúpula que Michelangelo concebeu. É uma perspetiva. Seria lamentável ter morrido sem tê-la integrado na construção da minha identidade. Depois mergulho no emaranhado de ruas, pela Via dei Coronari até à Fontana dei Quattro Fiumi, na Piazza Navona. Faço a sinestésica experiência do ocre que inunda Roma, os tons baços, entre um amarelo antigo e um vermelho esbatido, como se a cidade conservasse uma existência de terracota, de terra calcada, de pedra ferida. É outra perspetiva. Depois há os pormenores: o elefante de Bernini ou o túmulo de Fra Angelico em Santa Maria sopra Minerva, a tensão entre Bernini e Borromini na Piazza Navona, o Pasquino ou uma mulher que atravessa o Campo de Fiori com o poder de incendiar um coração. Perspetiva e pormenor. A Fontana di Trevi ou o melhor café do mundo: um grancaffé zuccherato no Sant' Eustachio. Pergunto se haverá em Roma tantos discípulos de Cristo quantas igrejas. Entretanto, morreu Ivan Iliitch, mas em Roma não se lê Tolstói. Em Roma aprende-se o tom ocre dos dias, um tão mediterrânico elogio da vida, por dentro de uma tão intensa cumplicidade com os sulcos da morte. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Roma acordou soalheira, o que intensifica os tons ocres da cidade. Detenho-me uns minutos diante da Fontana dei Quattro Fiumi, antes de um grancaffé zuccherato no Sant' Eustachio. Passei a manhã no Museu do Vaticano, em passo acelerado… porque em Roma o tempo é um bem excessivamente valioso para ser desperdiçado dentro de um museu. Sim, prefiro as ruas aos museus. Os museus estão para as obras de arte como os jardins zoológicos para os animais. No fundo, aborrece-me o modo como a tentação cosmética da compartimentarização condiciona a nossa liberdade: os infantários e as escolas tornaram-se depósitos de crianças, os lares de terceira idade depósitos de velhos, há bairros que são depósitos de ricos e bairros que são depósitos de pobres, e os museus são depósitos [arrumados, mas muitas vezes descontextualizados] de obras de arte. Tudo isto para justificar o meu passo acelerado. Ainda assim comovi-me com a coleção de pintura gótica, com um ou outro ícone bizantino, com um sarcófago paleocristão ou com a Pietà de Vincent van Gogh. E no fim de trajetos sinuosos, depois da Scuola di Atene de Raffaello, entra-se na Cappella Sistina. Já está tudo dito sobre a Cappella Sistina. Por momentos não me importam os enredos histórico-culturais, nem os contextos eclesiais. Interessam-me as cores, os diálogos, as idiossincrasias que transformaram aquele espaço numa caixa-de-ressonância para o meu imaginário. Sinto que a minha existência seria irremediavelmente mais pobre sem Perugino, Botticelli e Michelangelo. Não sei em que abismos de luz perdura a identidade espiritual de Michelangelo, mas ali, diante do Juízo Final, agradeci silenciosa e comovidamente a sua existência. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Depois do Museu do Vaticano, a Basílica de S. Pedro. Ainda não tenho palavras que exprimam o que se sente num lugar como aquele. Outra vez Michelangelo, na formosíssima Pietà, a memória de Palestrina, o baldaquino de Bernini, as dimensões verdadeiramente impressivas da Basílica, de cada estátua, de cada ornamento. Penso na impudência e no destempero, na megalomania dos 'príncipes da Igreja' que legitimaram tudo aquilo em nome de Jesus de Nazaré, em memória de Pedro, o pescador de Betsaida, que viveu em Cafarnaum e pescou no Mar da Galileia. É uma perturbadora contradição: aquela Basílica – e tudo aquilo que ela representa e tudo aquilo que a envolve – é uma poderosa e perversa subversão do Evangelho. ... Depois, caminhando pela Via dei Coronari, pensei que a própria teologia é tantas vezes o meio de legitimação dos processos eclesiais de subversão do Evangelho. E depois silenciei-me com mais um grancaffé zuccherato no Sant' Eustachio. E depois silenciei os murmúrios persistentes com o melhor gelado do mundo, na Giolitti. E depois a cidade: a Isola Tiberina, Andrea Pozzo na Igreja de Sant' Ignazio di Loyola, Caravaggio na Igreja de San Luigi dei Francesi e na Igreja de Sant' Agostino, a Chiesa del Gesù, a Piazza Venezia e a Piazza del Campidoglio, e o Foro Romano... os arcos de Septímio Severo, de Tito e de Constantino, junto ao Coliseu. A avassaladora densidade do tempo e do espaço. O que somos não chegará a ser ruínas. E aquelas ruínas, de uma beleza comovente, negam assertivamente o epíteto de Roma: Città Eterna. Nascida no sangue de Remo na espada de Rómulo, Roma é a mais eloquente expressão da glória que nos é prometida na juventude e que só experimentamos verdadeiramente se ingenuamente esquecermos que o resto da nossa vida será um impiedoso envelhecimento que nos conduzirá inexoravelmente à morte. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Último dia em Roma: o Êxtase de Santa Teresa na Igreja de Santa Maria della Vittoria, Santa Susanna de Carlo Maderno, San Carlo alle Quattro Fontane de Borromini. Nas páginas do meu moleskine, um emaranhado de anotações: datas, nomes de escultores, arquitetos e pintores, referências a obras de arte e lugares, ruas e praças, itinerários e curiosidades da história da cultura e da arte. Sigo pela Via delle Quattro Fontane até à Basílica de Santa Maria Maggiore, depois a Basílica de San Giovanni in Laterano e, finalmente, a Basílica de San Paolo Fuori le Mura. E ainda Caravaggio na Igreja de Santa Maria del Popolo, a Piazza di Spagna e o regresso às ruas estreitas. Em Roma, a sofisticação convive com uma certa desarrumação orgânica, entre canteiros de flores e carros mal estacionados, terrazze e piazze, e tudo aquilo que vejo e não digo, porque não há tempo para encontrar as palavras. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Sim, em Roma lê-se Tolstói. O próprio Ivan Iliitch explicou-me que por vezes vivemos uma vida que consideramos adequada às nossas expectativas sociais, na definição e defesa mais ou menos obstinada de um status quo. Explicou-me que, enquanto vivemos essa vida, estamos mortos. Creio que já o sabia, mas é importante repeti-lo, tantas vezes quantas forem necessárias para consciencializá-lo e integrá-lo no quotidiano, porque a vida concreta de todos os dias não é menos comovente ou impressiva do que Michelangelo, Caravaggio, Bernini ou Pozzo. Olho para a Sardenha, lá em baixo. Vou fechar o moleskine e, depois, vou fechar os olhos. Arrivederci, Roma. Ritornouno di questi giorni.
Per rendervi più dolce questo inizio di settimana, vi annuncio cosa potrete fare nel weekend: mettere i piedi a bagno in quell'enorme tinozza che è il Nostro Mare.
"Deus quis que o mar unisse, já não separasse" "Dio volle che il mare unisse, non già che separasse" Fernando Pessoa - "O Infante"
Cosa: Mediterraneo, mare Nostrum. Ma nostro di chi? Viaggio per mare tra le terre e per terra tra i mari. Per Fabrica - Rassegna di musica e letteratura in costruzione.
Quando: venerdì 31 maggio, ore 20:30 (pochi posti a sedere, si consiglia di arrivare in anticipo)
Dove: Libreria Tra le Righe, Viale Gorizia 29, Roma
Chi: Folta squadra di fabricanti composta dallo zoccolo duro Francesca Caprioli, Bruno Corazza e Livia Saccucci, che stavolta si allarga a Stefano Donegà, Gennaro Iaccarino e Isabella Mangani.
Cioè? Cioè pianoforte, chitarra, voci recitanti, voci cantanti e anima scrivente.
Quanto: €5,00 per il concerto; se si vuole mangiare, c'è la formula piatto più bevanda a €10,00 (altrimenti bibite da menu, birra artigianale a circa 3 euro...)
Dettagli: questo è il link all'evento facebook ufficiale.
Chamo-me Silvia e sou uma estudante de Línguas da Universidade de Roma Tre.
Este é o meu primeiro ano nesta faculdade, embora tenha quase 23 anos.
Depois do liceu estava muito confusa, não sabia qual faculdade escolher,
porque gostava de todas as disciplinas e nenhuma ao mesmo tempo. Assim inscrevi-me
na faculdade de Biologia, porque a achava interessante. Mas depois de pouco de
tempo compreendi qual era a faculdade realmente queria fazer.
Na verdade acho que mudei nestes dois anos muito mais que em toda a minha adolescência.
Antigamente era uma pessoa muito insegura e por vezes desesperada, porque não
conseguia ver algo de bom e de adequado por a minha personalidade (ainda pequena
e imatura) no futuro, às vezes os sonhos e os desejos aparecia-me escuros e
longe de mim.
Quando és adolescente o mundo parece grande e cheio de coisas para ver e
experiências para fazer. Achas que tens toda a vida em frente de ti e as possibilidades
que tens criam um remoinho de ideias, esperanças e paixões dentro de ti. Mas
neste nevoeiro sentes-te pequeno e confuso, porque entre todos os caminhos possíveis
não sabes qual é (e se há) o teu.
Muitas pessoas dizem que a adolescência é o período melhor da vida.
Eu acho que é um período muito difícil e delicado e certamente não muito
sereno. Acho que o período melhor da vida é quando te encontras realmente a ti
mesmo, com a tua verdadeira personalidade e a tua serenidade.
Portugal é um dos onze países que vai integrar a iniciativa "MOOC", no âmbito da qual estarão disponíveis gratuitamente cerca de 40 de cursos 'online', em 12 línguas diferentes, anunciou no mês passado a Comissão Europeia.
A iniciativa, que conta com o apoio do executivo comunitário, é liderada pela Associação Europeia de Universidades de Ensino à Distância (EADTU) e envolve, principalmente, universidades abertas em Portugal, França, Itália, Lituânia, Holanda, Eslováquia, Espanha, Reino Unido, Rússia, Turquia e Israel.
Cerca de 40 cursos estarão disponíveis gratuitamente e em 12 línguas diferentes (as 11 línguas dos parceiros e o árabe) no âmbito desta iniciativa.
Os temas dos cursos, adianta a Comissão Europeia, "vão da matemática à economia, passando pelas competências digitais, o comércio eletrónico, as alterações climáticas, o património cultural, a responsabilidade social das empresas, o moderno Médio Oriente, a aprendizagem das línguas e a escrita de ficção".
Os cursos podem ser frequentados num período determinado ou a qualquer momento e têm, "geralmente, uma duração de 20 a 200 horas de estudo", segundo Bruxelas.
Uma vez concluídos os cursos, os alunos poderão receber um certificado de conclusão, um distintivo, ou um crédito certificado que pode contar para um diploma de fim de estudos.
Neste último caso, explica Bruxelas, os alunos terão de pagar o certificado, que pode custar entre 25 e 400 euros, dependendo da duração do curso (o número de horas letivas) e da instituição.
Em primeiro
lugar, a coisa mais importante na vida é estar
vivo, mas para estar vivos nós devemos considerar outras coisas mais
importantes como o amor, o dinheiro , o poder, a saúde . Tudo isso não é
importante para todos, de facto para mim o dinheiro e o poder não são muito
importantes.
Uma coisa muito importante depois de estar vivo é a família. Ela
apoia-nos em todos os momentos da vida: quando eu tenho problemas, quando estou
com medo de enfrentar alguma situação, eles sempre me conseguem dar a solução certa para cada problema.
Por esta razão eu espero que todas as crianças do mundo possam ter uma
família maravilhosa que as sigue em todas as fases da vida.
Embora eu viva longe de minha família, eu sei que eu posso sempre contar
com ela.
Uma pessoa que me
marcou positivamente há dez anos foi a minha melhor amiga, o seu nome é
Giorgia. Eu
a conheci na escola quando eu tinha onze anos e imediatamente percebi que
nasceria uma amizade. De facto ela marcou a minha adolescência de uma forma
positiva porque é uma pessoa muito solar e
depois de dez anos ainda tenho contacto com ela.
Fisicamente ela é baixa, magra e tem cabelo castanho curto e olhos
castanhos, psicologicamente ela é muito sociável e raramente fica irritada, por isto ela me transmite
tanquilidade e segurança.
A Giorgia foi uma pessoa especial na minha vida e continua a ser
tal.
Inaugurazione: mercoledì 22 maggio 2013, alle ore 18.30
La mostra rimarrà aperta sino al 10 giugno 2013
dal mercoledì alla domenica, dalle 17.00 alle 20.00.
Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Via dei Portoghesi, 6 - 00186 ROMA
Pessoa, il Quartiere e la Terracotta, mostra che viene adesso presentata nell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio a Roma, con lavori in ceramica, disegno e pittura su carta, ha lo stesso titolo e la stessa tematica di quella che tra gennaio e aprile 2012 è stata presentata nella Casa Fernando Pessoa a Lisbona e nella Galleria Spazio della Feltrinelli Internazionale a Firenze lo scorso aprile, essendo costituita per la maggior parte da lavori esposti in quell’occasione, a cui se ne aggiungono altri creati posteriormente. Il titolo della mostra si giustifica perché, oltre a voler declinare secondo varie prospettive e temi il ben noto e austero profilo fisionomico di Pessoa, vuole anche "ritrarre", con una certa ironia, quei tratti caratteristici del poeta nell'informalità di un comune cittadino che discretamente vive in Campo de Ourique, quartiere di Lisbona dove visse i suoi ultimi anni. Ironia particolarmente evidente nelle piccole sculture in terracotta che immaginariamente ci mostrano Pessoa nella sua routine giornaliera. Como ho avuto l'opportunità di scrivere alla fine del catalogo della "Casa Fernando Pessoa"
…Modellare nella terracotta immaginarie ricreazioni della sua vita reale, talora avvolte in un indiscreto quanto ironico sguardo sul suo quotidiano, ritratti, frammenti di poesie, è il mio modo di rendere omaggio al poeta e il filo conduttore per la lettura di questa mostra… Accanto al nucleo tematico centrale, Fernando Pessoa, presento un piccolo insieme di lavori ispirati alla tradizionale arte di modellare e dipingere la ceramica, propria dei popoli e delle culture del "Mare Nostrum", da sempre sorprendente per la grande bellezza e sensualità che da alla volumetria degli oggetti creati e per la straordinaria intensità che irradia dai suoi colori. Creatività artistica che nei secoli XV/XVI ebbe tanta influenza sull'origine della azulejaria portoghese e, come nel mio caso, trova eco in alcuni dei contemporanei ceramisti portoghesi.
Teresa Cortez
Teresa Cortez è nata a Leiria (Portogallo) ed ha compiuto il corso di ceramica presso la Escola de Artes Decorativas "António Arroio", di Lisbona. In seguito ha svolto il tirocinio nella centenaria e prestigiosa Fabbrica di Ceramica "Viúva Lamego", a Lisbona ed è stata borsista della Fundação Calouste Gulbenkian (1988). Premiata con la medaglia di bronzo al Salone di Arte Moderna di Estoril (1970), ha ricevuto il 1° premio di Azulejaria del Municipio di Lisbona (1986) e la Menzione d'onore del Premio "Jorge Colaço" di Azulejaria (2000). Vari suoi pannelli murali in ceramica sono inseriti in edifici pubblici e privati di Lisbona e altre città del Portogallo. Le sue opere sono presenti in varie collezioni. Ha partecipato a molteplici mostre sia collettive che individuali di ceramica e pittura, in Portogallo e in altri paesi. In particolare negli ultimi due anni: Fundação D. Luis I, Centro Cultural di Cascais (2010); Centro de Cultura e Exposições della città di Horta, Azzorre (2011); Casa Fernando Pessoa, Lisbona (2012); Museo di Ceramica Bordalo Pinheiro, Lisbona (2012); Galleria Spazio della Feltrinelli Internazionale |Firenze (2013).
Na
minha opinião a coisa mais importante na vida é a família. Da família começa o
teu caminho na vida. Sem dúvida, para pessoas deferentes a palavra “família”
não significa o mesmo, mas quase sempre é associada às pessoas mais queridas.
Família é quando tu amas e te amam não por qualquer coisa mas apesar de tudo. É
o tudo que não pode ser quebrado. Se é assim então podes não ter medo porque
perto de ti estão as pessoas que te sustentam na tristeza e na alegria. Depende
da família e da educação que pessoa te tornas porque aí nos explicam o que é
bom e o que é mal. Uma vez vi o filme onde uma heroína disse: “Desejo-te a
felicidade!” “Que felicidade?”- perguntou outra. “A felicidade na família, a
outra não existe.” Talvez exista, mas aquela é mais importante.
Na minha vida há pessoas que são e foram, muito importantes. Os primeiros
são os meus pais, as pessoas com a quais vivo todos os dias e que estão perto
de mim nos momentos mais difíceis. Outra presença marcante é a minha avó
paterna. Desde que era uma criança tenho uma relação muito próxima com ela. A
despeito da diferença de idade, eu confio nela e falo muito facilmente porque é
uma mulher sociável e de mentalidade aberta, portanto é um privilégio poder falar
com uma pessoa querida que tem experiência e ao mesmo tempo esta perto de ti,
embora seja mais velha. Acho que no futuro, ela vai ser uma pessoa indelével
que me vai faltar imensamente! Mas, houve uma outra pessoa que me ensinou a
gostar da vida, sobretudo nos momentos de sofrimento. Foi O Andrea, um meu
amigo e companheiro de escola secundária, que infelizmente morreu há seis anos
atrás. Foi um exemplo para mim porque, apesar da longa e dolorosa doença, ele
teve sempre um sorriso para todos e a sua vontade de viver era imensa! Embora
ele tivesse só catorze anos, era um pequeno, grande homem e hoje eu posso dizer
que fui honrada de ter conhecido um rapaz especial como ele, que vai estar
sempre no meu coração e nas minhas memórias.
Na minha opinião a coisa mais importante na vida é a saúde. Penso que se
temos a saúde temos tudo, porque podemos estudar, trabalhar, fazer uma família,
criar as crianças, etc. Sem saúde não podemos estudar sem uma preparação adequada
nunca encontraremos um bom trabalho. Sem um ganho satisfatório não podemos construir
uma bela família numerosa, porque não podemos educar as crianças, mandá-las à
escola para lhes permitir um futuro melhor.
Depois de tudo isto vêm a felicidade, o amor, a liberdade, a paz, o
respeito, a casa onde moramos, os amigos, porque penso que se temos a saúde estas
são todas consequências; sem saúde somos tristes e nunca rimos, porque sofremos.
Não podemos ter uma relação e amigos, porque,
infelizmente, na maioria das vezes somos afastados por eles.
Com a saúde somos livres; a liberdade de escolher, pensar, amar, fazer uma qualquer
coisa, creio que pode ser a explicação da felicidade. Quando vejo uma pessoa
serena e que sorri, não sei, mas transmite-me uma forte alegria.
Em conclusão, para mim, sem saúde não podemos construir a vida.
Eu acho que a coisa mais importante na vida das pessoas é o amor, ou melhor,
os sentimentos em geral.
Os sentimentos são as bases para fazer todas as coisas, mas eu acho que a
primeira posição entre os sentimentos tem de ser ocupada pelo amor. Não estou a
falar só do amor entre um rapaz e uma rapariga estou a falar do amor em geral. O
amor entre os pais e os filhos, por exemplo , tem de ser um amor incondicional
, a família é a única certeza que nós temos num mundo cheio de dúvidas.
Eu acho que também o amor entre irmãos é muito importante porque ninguém
pode entender-te como faz um irmão porque é a tua família mas não é um pai e
pode aconselhar-te numa maneira diferente. Talvez o mais importante deveria ser
o amor entre as nações e os povos, eu acho que se o amor fosse assim forte para
eliminar o ódio a vida poderia ser diferente para todos.
Na vida de cada pessoa há muitas coisas mais ou menos marcantes que mudam
segundo o pensamento, a idade e o âmbito cultural onde se vive.
Para mim, há várias coisas importantes e que me permitem viver cada dia em
paz comigo mesma e com o mundo: primeiro, o respeito, de facto não se poderia
viver numa realidade dirigida pelo ódio e pela violência, embora hoje a violência
seja um aspecto muito relevante, que parece ser sem controlo.
Sobretudo a televisão, apresenta valores como a beleza ou a riqueza que se
tornam os mais importantes para as crianças de hoje. Assim é importante ter o telemóvel
de ultima geração, ser lindos e seguir a moda.
Por isso, os pais têm a responsabilidade de transmitir aos seus filhos uma
educação que lhes possa permitir tornar-se pessoas responsáveis e de bons
sentimentos. Além disso, importante é a liberdade, de expressão, de palavra, de
ser uma pessoa única e diferente das outras, sempre no respeito geral.
Também ser uma pessoa responsável é um aspecto importante, sobretudo tendo
o trabalho de garantir o respeito das normas que são o fundamento de um
governo. Esperamos que os velhos valores sejam sempre actuais!
As minhas últimas
férias foram em Amsterdão. Eu fui ver o meu amigo Luca que está lá para estudar
composição musical no Conservatório de Amsterdão.
Ele é uma pessoa
muito alegre e ativa e gosta muito do que faz. Eu estou feliz por ele porque
parece que encontrou o seu propósito na vida.
Foram umas
maravilhosas férias: eu passei três dias lá e conheci muitos dos seus amigos. Ele
mostrou-me o conservatório e a casa onde mora agora. Fomos ver uma peça de
teatro, um concerto de música clássica, o museu de Van Gogh, a casa de Anna
Frank e muitos outros lugares interessantes.
À noite ele
levou-me aos locais onde normalmente vai, incluindo um lugar onde se produz
ótima cerveja artesanal.
O bom é que nós
fizemos tudo isso movendo-nos de bicicleta.
As conferências do Prof. José Teixeira, docente de Ciências da Linguagem da Universidade do Minho tiveram um publico numeroso e atento. Aqui deixamos algumas imagens.
Inaugurazione: mercoledì 22
maggio 2013, alle ore 18.30
La mostra rimarrà aperta
sino al 10 giugno 2013
dal mercoledì alla domenica,
dalle 17.00 alle 20.00.
Istituto Portoghese di
Sant'Antonio in Roma
Via dei Portoghesi, 6 -
00186 ROMA
Pessoa, il Quartiere e la Terracotta, mostra che viene adesso presentata
nell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio a Roma, con lavori in ceramica, disegno
e pittura su carta, ha lo stesso titolo e la stessa tematica di quella che tra
gennaio e aprile 2012 è stata presentata nella Casa Fernando Pessoa a Lisbona e
nella Galleria Spazio della Feltrinelli Internazionale a Firenze lo scorso
aprile, essendo costituita per la maggior parte da lavori esposti in
quell’occasione, a cui se ne aggiungono altri creati posteriormente. Il titolo
della mostra si giustifica perché, oltre a voler declinare secondo varie
prospettive e temi il ben noto e austero profilo fisionomico di Pessoa, vuole
anche "ritrarre", con una certa ironia, quei tratti caratteristici
del poeta nell'informalità di un comune cittadino che discretamente vive in
Campo de Ourique, quartiere di Lisbona dove visse i suoi ultimi anni. Ironia
particolarmente evidente nelle piccole sculture in terracotta che
immaginariamente ci mostrano Pessoa nella sua routine giornaliera. Como ho
avuto l'opportunità di scrivere alla fine del catalogo della "Casa
Fernando Pessoa"
…Modellare nella terracotta immaginarie ricreazioni della sua vita reale,
talora avvolte in un indiscreto quanto ironico sguardo sul suo quotidiano,
ritratti, frammenti di poesie, è il mio modo di rendere omaggio al poeta e il
filo conduttore per la lettura di questa mostra… Accanto al nucleo tematico
centrale, Fernando Pessoa, presento un piccolo insieme di lavori ispirati alla
tradizionale arte di modellare e dipingere la ceramica, propria dei popoli e
delle culture del "Mare Nostrum", da sempre sorprendente per la
grande bellezza e sensualità che da alla volumetria degli oggetti creati e per
la straordinaria intensità che irradia dai suoi colori. Creatività artistica
che nei secoli XV/XVI ebbe tanta influenza sull'origine della azulejaria portoghese
e, come nel mio caso, trova eco in alcuni dei contemporanei ceramisti
portoghesi.
Teresa Cortez
Teresa Cortez è nata a Leiria (Portogallo) ed ha
compiuto il corso di ceramica presso la Escola de Artes Decorativas
"António Arroio", di Lisbona. In seguito ha svolto il tirocinio nella
centenaria e prestigiosa Fabbrica di Ceramica "Viúva Lamego", a
Lisbona ed è stata borsista della Fundação Calouste Gulbenkian (1988). Premiata
con la medaglia di bronzo al Salone di Arte Moderna di Estoril (1970), ha ricevuto
il 1° premio di Azulejaria del Municipio di Lisbona (1986) e la Menzione d'onore
del Premio "Jorge Colaço" di Azulejaria (2000). Vari suoi pannelli
murali in ceramica sono inseriti in edifici pubblici e privati di Lisbona e
altre città del Portogallo. Le sue opere sono presenti in varie collezioni. Ha
partecipato a molteplici mostre sia collettive che individuali di ceramica e
pittura, in Portogallo e in altri paesi. In particolare negli ultimi due anni:
Fundação D. Luis I, Centro Cultural di Cascais (2010); Centro de Cultura e
Exposições della città di Horta, Azzorre (2011); Casa Fernando Pessoa, Lisbona
(2012); Museo di Ceramica Bordalo Pinheiro, Lisbona (2012); Galleria Spazio
della Feltrinelli Internazionale |Firenze (2013).