Una nuova pubblicazione della collana VIE del Saggio:
Tre mesi in Portogallo di Giuseppe Pecchio, a cura di Carlo Colombo e con
introduzione di Marta Boneschi
Anno 1822. In un’Europa oppressa dalle forze reazionarie, la penisola
iberica è un orizzonte intriso di esotismo che attira nuove generazioni di
spiriti liberali. Tra questi, c’è un protagonista del nostro Risorgimento, un
conte milanese dalla mente vivace e dalle idee nette che viaggia da esule
attraverso Spagna e Portogallo per sottrarsi alle persecuzioni degli austriaci.
Il suo nome è Giuseppe Pecchio e, benché sia un abile spadaccino, decide di
combattere di penna annotando con stile giornalistico il suo apprendistato di
libertà. Le diciotto lettere che compongono l’«opuscolo rivoluzionario» Tre
mesi in Portogallo nel 1822 dimostrano come sia possibile ancora oggi
perseguire ideali di indipendenza e partecipazione, e ci restituiscono la
cronaca di un viaggio alla scoperta dei primi germogli del pensiero
democratico, al contempo socialista e liberale, destinato a spazzare via gli
ultimi baluardi della società feudale.
«Se vi fosse tolleranza de’ culti in Portogallo, non vi sarebbero più
deserti, non si mancherebbe più di grano pel quarto della popolazione, non
mancherebbe più il regno di quattordici manifatture le più essenziali per una
stato civilizzato. I quattro o cinque mila tra tedeschi e svizzeri che ogni
anno passano all’America del nord quanto meglio non preferirebbero questo clima
delizioso, questo suolo omniferace!»
Giuseppe Pecchio
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