L’ASSOCIAÇÃO INTERCULTURAL CROSS-OVER è per la prima volta presente in Italia con due esposizioni fotografiche. La prima, nella galleria sul piano stradale, si intitola “Oasis - l’incredibile vita marina nei fondali delle Azzorre”, mentre la seconda, presentata nella galleria sotterranea, si intitola “La calçada portoghese: l’arte dei lastricati nel mondo”. Queste due esposizioni sono realizzate con la collaborazione dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma.
Il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma,
Mons. Agostinho da Costa Borges,
sotto l’alto patrocinio
di S. E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede
Dott. António de Almeida Ribeiro
in collaborazione con l’Associazione Interculturale CROSS-OVER
ha il piacere di invitare la S. V.
all’inaugurazione delle mostre
Oasis – L’incredibile vita marina nei fondali delle Azzorre
Fotografie di Nuno Sá
La calçada portoghese: l’arte dei lastricati nel mondo
Fotografie di Ernesto Matos
che avrà luogo mercoledì 10 Aprile 2014, alle ore 18.00
Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Via dei Portoghesi, 6.
La mostra rimarrà aperta sino al 25 aprile 2014
dal mercoledì alla domenica, dalle 17.00 alle 20.00.
CROSS-OVER è una associazione recentemente creata da un gruppo di artisti, imprenditori e professionisti di diverse nazionalità, alcuni residenti nelle Azzorre, altri no. La sede è nell’isola di Graciosa, una delle nove che compongono l’Arcipelago delle Azzorre: una piccola isola in pieno Oceano Atlantico, praticamente a metà strada tra Roma e New York, e così chiamata dai primi navigatori portoghesi in quanto era, appunto, estremamente graziosa.
E’ questa curiosa centralità, oltre al suo paesaggio naturale e urbano, ancora fortunatamente incontaminato dalla massificazione del turismo,che ci ha suggerito di iniziare un processo di interscambi culturali e artistici con vari paesi, e tutto questo in pieno Oceano.
Durante secoli le Azzorre, grazie alla loro posizione strategica, hanno svolto un ruolo di piattaforma di scambio, e non solo per le merci che erano trasportate dalle navi che si incrociavano nelle loro acque. Le Azzorre erano un autentico crocevia di differenti culture. Oggi, le leggi del mercato globalizzato stanno distruggendo questo patrimonio.
La nostra è un po’ una sfida contro i tempi correnti. Ma noi crediamo che questa piccola isola, con la sua speciale armonia e la sua dimensione pienamente umana,con il nostro contributo potrà, in futuro, offrire ad artisti, studiosi, ricercatori ─ ma non solo a loro ─ le condizioni ideali e gli stimoli necessari per nuove creazioni.
Oasis – L’incredibile vita marina nei fondali delle Azzorre di Nuno Sá
Le Azzorre… nove puntini verdi nell’immensità dell’Atlantico, le più ‘oceaniche’ e remote isole dell’Atlantico del Nord.Nel cuore di un immenso deserto azzurro,la loro posizione fa di questo arcipelago un’autentica oasi di vita per tutte quelle specie marine che ogni anno intraprendono le loro incredibili traversate. Portatrici di una ricchezza e di una biodiversità davvero uniche, queste acque sono frequentate da almeno 24 specie diverse di balene e delfini, da 5 specie di tartarughe marine e da più di 600 specie di pesci, tra cui grandi branchi di pelagici, elegantissime mante, velocissimi squali ed amichevoli cernie brune.
La bellezza paesaggistica di queste isole è paragonabile solo alle meraviglie racchiuse dal loro mare. Come la punta di un iceberg, le nove isole rappresentano la piccolissima parte visibile di un’enorme catena di montagne vulcani che sommerse che percorre il fondale dell’Atlantico, e che emerge qui dando origine ad un ecosistema del tutto singolare. In queste acque profonde vivono il pesce più grande del mondo (lo squalo balena), l’animale più grande che abbia mai abitato nel nostro pianeta (la balena azzurra) ed il più grande animale carnivoro (il capodoglio): ed oltre alle svariate specie di squali che abitano in questa zona,esistono innumerevoli altri segreti che il mare, durante brevi momenti, ci permette di intravedere.
La mostra “Oasis” non è che una ridotta campionatura di momenti catturati nell’immensità del mare intorno a questo arcipelago:non solo ritrae alcune specie ben conosciute dagli abitanti delle isole e dagli amanti della natura che vi si recanotutti gli anni, ma anche alcuni avvenimenti unici, dei momenti di rara bellezza che l’autore ha avuto il privilegio di testimoniare. Molte di queste immagini sono frutto di innumerevoli ore passate in mare: tuttavia, i segreti delle acque delle Azzorre sono tanti e così profondi che la loro scoperta e divulgazione costituisce un compito impossibile da realizzare pienamente.
Questo è il nostro patrimonio. Questo è il nostro mare,che tutti siamo chiamati a proteggere. Si tratta di un obbligo che corrisponde al privilegio di vivere in un’oasi in pieno Atlantico.
Fotografo professionista dal 2004, Nuno Sá si è specializzato nella fotografia naturalistica in ambiente marino. Ha pubblicato 6 libri, e collabora regolarmente con varie riviste nazionali ed internazionali, tra le quali la National Geographic Portugal. Alcuni suoi lavori si trovano esposti nei più importanti musei di storia naturale del mondo, quali il London Natural History Museum e lo Smithsonian National Museum of Natural History, a Washington.
Nuno Sá ha ricevuto una decina di premi in alcuni dei principali concorsi internazionali di fotografia naturalistica, ed è anzi il più premiato fotografo portoghese del settore.Tra molte altre, possono essere menzionate le due immagini vincitrici del Wildlife Photographer of the Year, il più importante e prestigioso concorso fotografico mondiale sul tema della vita selvatica, o quella vincitrice, nella categoria Oceani, del più importante concorso di fotografia naturalistica degli Stati Uniti (Windland Smith Rice Internacional Awards).
Membro dell’International Environment Photographers Association (IEPA), è regolarmente invitato a far parte della giuria di diversi concorsi di fotografia dedicati alla vita selvatica. Le sue immagini sono state molto spesso utilizzate per promuovere le isole Azzorre in riviste, mostre, manifesti, fiere di turismo, ecc.
Nuno Sá è membro del gruppo europeo d’elite di fotografi della natura, il Wild Wonders of Europe, protagonista del maggior progetto di fotografia naturalistica del mondo, indirizzato ad un pubblico che si calcola possa raggiungere i 100 milioni di persone, e sostenuto dalla National Geographic Society.
La calçada portoghese: l’arte dei lastricati nel mondo di Ernesto Matos
Ernesto Matos, conoscitore dei lastricati-mosaico o meglio conosciuti come “calçada portoghese” nel suo vagabondare per il mondo è andato via via catturando immagini, e con esse ha costruito un inventario quasi completo del caratteristico gesto di tappezzare il suolo con blocchetti di pietra bicolori, realizzati a scalpello e messi in posa seguendo uno schema regolare, in modo da realizzare disegni dall’effetto elaborato o motivi semplici e geometrici, si tratta di opere di autori anonimi o di grandi maestri.
Viene ora presentata a Roma, attraverso la Associação Intercultural CROSS-OVER, In collaborazione con l’lstituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma, una parte dei risultati di questo lavoro fotografico durato anni ed anni, che si propone di divulgare un patrimonio esistente in tutti i continenti ed in tutte le isole su cui i Portoghesi hanno messo piede nel corso dei loro secolari spostamenti: dall’Europa all’Africa, dall’America all’Oceania, dall’Asia alle isole di tutto il mondo…
La mostra esibisce fotografie dei più riusciti selciati a mosaico portoghesi sparsi nel mondo, ma sempre realizzati con la stessa tecnica, anche da mani non più esclusivamente portoghesi: quest’arte è infatti divenuta un patrimonio universale, ed è stata applicata su larga scala in quanto modo di interpretare lo spazio urbano dotandolo di raffinatezza e di significati umani.
Quello che certamente più impressiona, in queste fotografie, è la loro capacità di registrare le vestigia lasciate non solo nei territori amministrati in passato dai Portoghesi, ma anche nei luoghi toccati dalla loro emigrazione, da Macao al Mozambico, da Timor agli Stati Uniti d’America. In tutti questi paesi, l’Autore ha riscontrato un ricchissimo repertorio di motivi in cui sembrano esser stati assimilati e reinterpretati anche i valori etnici e le culture autoctone, sia dagli scalpellini antichi sia da quelli moderni. Questi ultimi, del resto, in molti casi cercano di recuperare i motivi elaborati in altre epoche.
Ogni fotografia ci invita a ripensare la laboriosa epopea portoghese: un percorso attraverso il mondo caratterizzato da un’enorme semplicità oltre che da una grande ricchezza, e nutrito dell’immenso desiderio di lasciare un segno eterno sugli spazi abitati, come se ogni pavimento potesse divenire un monumento.
Affrontando il tema da vari punti di vista - la storia, il disegno, la geologia, la colorimetria, l’architettura - Ernesto Matos dimostra come il selciato a mosaico portoghese sia molto più di una mera applicazione in pietra naturale. Dev’essere anzi considerato un’espressione culturale di stampo universale: le sue fondamenta risalgono infatti ad un’eredità storica che, unendo cultura e tecnologia della costruzione, riguardò Romani ed Arabi, e finì poi per imporsi in Portogallo nel XV secolo, durante il regno di D. João II.
L’Uomo ha tracciato il suo destino camminando: e piede dietro piede, mano a mano, ha compiuto la metamorfosi del camminare ed ha concepito il pavimento. Anche grazie alle pavimentazioni si sono avvicinati popoli e civiltà, si sono accelerate conquiste, sono state scoperte rotte e ricchezze. Quest’arte così portoghese vive oggi in molti luoghi del mondo – ed oggi si presenta per la prima volta in Italia, qui, a Roma.
Nessun commento:
Posta un commento