Um nome de rua, no centro histórico da Cidade Eterna, que marca a presença de Portugal e a ligação antiga de dois povos e duas culturas. Nesta outra "Via dei Portoghesi" queremos falar de Portugal em Roma e de Itália em Portugal.
giovedì 24 luglio 2014
Duarte Pinheiro lança "O Sr. Saca-Rolhas-de-Borracha-Amarelo"
No passado dia 1 de Junho (Dia Mundial da Criança) foi apresentado na Biblioteca Diana-Bar, na Póvoa de Varzim, a primeira narrativa infantil do nosso amigo DUARTE PINHEIRO: "O Sr. Saca-Rolhas-de-Borracha-Amarelo" cujas ilustrações são da autoria de Sara Madureira.
O livro "O Sr. Saca-Rolhas-De-Borracha-Amarelo" custa 5.40 euros e 20% das vendas revertem a favor da APPDH: uma associação que ajuda vitimas com doenças do sangue.
http://www.appdh.org.pt/index.htm
O livro está disponível na internet:
http://www.wook.pt/ficha/o-sr-saca-rolhas-de-borracha-amarelo/a/id/15862128
mercoledì 23 luglio 2014
A M Á L I A - 94 anos depois...
Ninguém na família sabia ao certo o dia em que Amália nascera. Filha de gente humilde e com muitos filhos, dizia-se: "nasceste no tempo das cerejas!"... Difícil imaginar forma mais poética de nomear o dia em que se vem ao mundo - poesia que, no caso de Amália, se cumpriu em pleno.
Com o seu chicote o vento
Quebra o espelho do lago
Em mim foi mais violento o estrago
Porque o vento ao passar
Murmurava o teu nome
Depois de o murmurar, deixou-me
Tão rápido passou
Nem soube destruir-me
As mágoas em que sou tão firme
Mas a sua passagem
Em vidro recortava
No lago a minha imagem de escrava
Ó líquido cristal
Dos meus olhos sem ti
Em vão o vendaval pedi
Para que se quebrasse
O espelho que me enluta
E me ficasse a face enxuta
Ai meus olhos sem ti...
Sem ti...
Em mim foi mais violento, o vento
Na certidão de nascimento Amália nasceu há exactamente 94 anos: 23 de Julho de 1920. Via dei Portoghesi recorda com SAUDADE a grande embaixadora da alma portuguesa neste dia.
o vento ao passar murmurava o teu nome...
depois de o murmurar - deixou-me.
depois de o murmurar - deixou-me.
Com o seu chicote o vento
Quebra o espelho do lago
Em mim foi mais violento o estrago
Porque o vento ao passar
Murmurava o teu nome
Depois de o murmurar, deixou-me
Tão rápido passou
Nem soube destruir-me
As mágoas em que sou tão firme
Mas a sua passagem
Em vidro recortava
No lago a minha imagem de escrava
Ó líquido cristal
Dos meus olhos sem ti
Em vão o vendaval pedi
Para que se quebrasse
O espelho que me enluta
E me ficasse a face enxuta
Ai meus olhos sem ti...
Sem ti...
Em mim foi mais violento, o vento
Stasera al MaXXI - Cosimo Cinieri in Ode Marittima di Fernando Pessoa
Ringraziamo la segnalazione a Maria Letizia Uras.
IN
MAXXI Mercoledì 23 luglio 2014 h 21
PRIMA NAZIONALE
COSIMO CINIERI rapsodo
ODE MARITTIMA
di FERNANDO PESSOA
(Álvaro de Campos)
per voci, fisarmonica, pianoforte e percussioni
BIBIANA CARUSI soprano
DOMENICO VIRGILI pianoforte
MARCELLO FIORINI, SALVATORE ZAMPATARO fisarmoniche
MIMMO GORI percussioni
musiche originali
DOMENICO VIRGILI, MARCELLO FIORINI
pittore
GIANCARLINO BENEDETTI CORCOS
pittrice
ADELAIDE INNOCENTI
e con 20 tammorrianti di Romeo Barbaro
e i danzatori della Compagnia Sciarabballo
e un CORO DI BAMBINI
a cura della Prof.ssa Laura Curtale
regia
IRMA IMMACOLATA PALAZZO
PRIMA NAZIONALE
COSIMO CINIERI rapsodo
ODE MARITTIMA
di FERNANDO PESSOA
(Álvaro de Campos)
per voci, fisarmonica, pianoforte e percussioni
BIBIANA CARUSI soprano
DOMENICO VIRGILI pianoforte
MARCELLO FIORINI, SALVATORE ZAMPATARO fisarmoniche
MIMMO GORI percussioni
musiche originali
DOMENICO VIRGILI, MARCELLO FIORINI
pittore
GIANCARLINO BENEDETTI CORCOS
pittrice
ADELAIDE INNOCENTI
e con 20 tammorrianti di Romeo Barbaro
e i danzatori della Compagnia Sciarabballo
e un CORO DI BAMBINI
a cura della Prof.ssa Laura Curtale
regia
IRMA IMMACOLATA PALAZZO
Fernando Pessoa (1888-1935), uno dei più importanti poeti del ‘900, è considerato padre del Modernismo e non solo, visto che, come si dice di lui, più che uno scrittore fu un’intera letteratura. Infatti, dopo la morte, dal suo prodigioso baule-cappello magico continuano a uscire opere: pare che ci abbia lasciato oltre 27.500 documenti tra manoscritti e dattiloscritti, quasi tutti inediti.
Poeta ed intellettuale proteiforme è la figura più importante del futurismo portoghese. Come Álvaro de Campos, uno dei 40 e passa eteronimi da lui creati, cioè personaggi-autori, forniti ognuno di una storia e di un vissuto diversi e di una propria coscienza letteraria, nel 1915 compose ODE MARITTIMA, viaggio per mare ed emblematico viaggio dell’anima.
Indossando la maschera di Álvaro de Campos, ingegnere, dandy e poeta sensazionista, Pessoa ci invita a salpare e a condividere con lui il sogno allegorico che inizia e finisce nel porto di Lisbona, vivendo la traversata alla maniera dei conquistatori portoghesi, allora esportatori di civiltà, come lo è oggi tutto l’occidente.
Quasi un trip iniziatico che, prendendoci per mano, non si risparmia nessuna scaltrezza linguistica per guidarci con autentica emozione tra le diverse stazioni di un’esaltante via crucis: dalle mirabolanti e pericolose avventure di feroci pirati-riassunti alle loro vittime-sintesi, dove tutto e il contrario di tutto diviene possibile. Essere un saccheggiatore e al tempo stesso la vittima bambina di quel saccheggiatore. Tutto il Bene e il Male. Il Sogno e la Realtà. Tutto e tutto insieme. Con voce talora seducente e dai forti accenti epici.
Il poema marino sottende mirabilmente il dettato delle poesie futuriste definite ‘onde di immagini’. Qui, il flusso di forme e figure nuove è ininterrotto; a volte aggressive, violente, le immagini hanno l’audacia del vento sibilante che, gonfiando le vele, mette le ali alle parole, liberandole. L’uso dei versi liberi, deliranti, delle onomatopee messe in atto per creare atmosfere sonore, il ritmo incalzante, frutto di un’energia dirompente, sono strumenti efficaci affinché la parola del poeta diventi nave e mare e tempesta e pirata e donna violata e anima e la sua eco e il Dio di un panteismo di sangue e, al tempo stesso, ‘grazia quieta delle cose’ reali e vecchia chitarra del Fado permeata di saudade, nostalgia tipica della letteratura portoghese.
‘Il suo essere ciclonico e atlantico’ placa l’ansia di totalità che sembra divorarlo trovando concretezza attraverso la poesia, che ha la possibilità di penetrare tutte le cose, di trasformarsi plasticamente in ogni corpo, espandendosi all’infinito o contraendosi all’infinitesimo atomo. Nel dipanarsi dei versi l’ansia d’assoluto trova ragion d’essere in una meravigliosa sintesi alchemica: alla fine del viaggio la ‘trasmutazione’ fisica e psichica avviene grazie a una maggiore consapevolezza. La vocazione metafisica, che connaturò tutta l’esistenza e l’opera di Pessoa e che andò oltre l’anelito di integrare stati opposti dell’essere e della psiche, trova nella poesia la possibilità di moltiplicarsi e confondersi col mondo e incarnare tutte le contraddizioni dell’umanità, che in lui hanno diritto d’asilo, fino a quella più brutale.
E se è meraviglioso vivere il Sogno i cui prodigi rendono tutto possibile, anche la Realtà, persino con le sue fatture e operazioni commerciali, è altrettanto magnifica, da lui sentita ‘umanissimamente fino alle lacrime’. Le due dimensioni non si contrappongono, si equivalgono in quella visione simultaneamente multipla e unitaria che Pessoa aveva della vita e che era riuscito a realizzare nella sua opera. Nell’ambito di ognuna delle due dimensioni, ogni sensazione è vissuta fino al parossismo, scandagliata, vivisezionata con un ritmo incalzante –assolutamente futurista- con l’intento di stupire, ma soprattutto di provocare una totale consapevolezza.
Un viaggio, dunque, fino in fondo all’abisso e ritorno, finché c’è la possibilità di trovare ancora e ancora una parola. E una volta trovata, che non sia l’ultima. Mai. Infatti, anche quando il volano che gira dentro di lui (simbolo di quel pensiero ossessivo-discorsivo) si ferma e l’ultimo meschino piroscafo non è che un ‘vago punto all’orizzonte’, diretto alèm do mar (oltre i confini del visibile), ancora c’è per lui, e per noi, che senza fiato lo ascoltiamo, la possibilità di un’altra parola che racconti un’emozione sconosciuta, tracciata dal suono di un argano nel ‘silenzio commosso della sua anima’… per dirci che parole, emozioni e viaggi non hanno mai fine.
Lo spettacolo –quasi un’esperienza estatica- è vissuto dal rapsodo Cosimo Cinieri, non nuovo a questo genere di performance. Le fisarmoniche (Marcello Fiorini e Salvatore Zambataro) sono il contraltare ideale alla sua voce che, vibrante, ‘interpreterà’ tutte le onde del mare: dalla tempesta alla bonaccia. Lo accompagnano Bibiana Carusi, soprano-sirena con uno speciale insert di canzoni: da Du Parc, De Falla, Boito al Fado, caratteristica musica popolare portoghese che parla direttamente all’anima; il pianoforte di Domenico Virgili e il percussionista Mimmo Gori complici in una spericolata jam session. Musiche originali diDomenico Virgili e Marcello Fiorini.
Poeta ed intellettuale proteiforme è la figura più importante del futurismo portoghese. Come Álvaro de Campos, uno dei 40 e passa eteronimi da lui creati, cioè personaggi-autori, forniti ognuno di una storia e di un vissuto diversi e di una propria coscienza letteraria, nel 1915 compose ODE MARITTIMA, viaggio per mare ed emblematico viaggio dell’anima.
Indossando la maschera di Álvaro de Campos, ingegnere, dandy e poeta sensazionista, Pessoa ci invita a salpare e a condividere con lui il sogno allegorico che inizia e finisce nel porto di Lisbona, vivendo la traversata alla maniera dei conquistatori portoghesi, allora esportatori di civiltà, come lo è oggi tutto l’occidente.
Quasi un trip iniziatico che, prendendoci per mano, non si risparmia nessuna scaltrezza linguistica per guidarci con autentica emozione tra le diverse stazioni di un’esaltante via crucis: dalle mirabolanti e pericolose avventure di feroci pirati-riassunti alle loro vittime-sintesi, dove tutto e il contrario di tutto diviene possibile. Essere un saccheggiatore e al tempo stesso la vittima bambina di quel saccheggiatore. Tutto il Bene e il Male. Il Sogno e la Realtà. Tutto e tutto insieme. Con voce talora seducente e dai forti accenti epici.
Il poema marino sottende mirabilmente il dettato delle poesie futuriste definite ‘onde di immagini’. Qui, il flusso di forme e figure nuove è ininterrotto; a volte aggressive, violente, le immagini hanno l’audacia del vento sibilante che, gonfiando le vele, mette le ali alle parole, liberandole. L’uso dei versi liberi, deliranti, delle onomatopee messe in atto per creare atmosfere sonore, il ritmo incalzante, frutto di un’energia dirompente, sono strumenti efficaci affinché la parola del poeta diventi nave e mare e tempesta e pirata e donna violata e anima e la sua eco e il Dio di un panteismo di sangue e, al tempo stesso, ‘grazia quieta delle cose’ reali e vecchia chitarra del Fado permeata di saudade, nostalgia tipica della letteratura portoghese.
‘Il suo essere ciclonico e atlantico’ placa l’ansia di totalità che sembra divorarlo trovando concretezza attraverso la poesia, che ha la possibilità di penetrare tutte le cose, di trasformarsi plasticamente in ogni corpo, espandendosi all’infinito o contraendosi all’infinitesimo atomo. Nel dipanarsi dei versi l’ansia d’assoluto trova ragion d’essere in una meravigliosa sintesi alchemica: alla fine del viaggio la ‘trasmutazione’ fisica e psichica avviene grazie a una maggiore consapevolezza. La vocazione metafisica, che connaturò tutta l’esistenza e l’opera di Pessoa e che andò oltre l’anelito di integrare stati opposti dell’essere e della psiche, trova nella poesia la possibilità di moltiplicarsi e confondersi col mondo e incarnare tutte le contraddizioni dell’umanità, che in lui hanno diritto d’asilo, fino a quella più brutale.
E se è meraviglioso vivere il Sogno i cui prodigi rendono tutto possibile, anche la Realtà, persino con le sue fatture e operazioni commerciali, è altrettanto magnifica, da lui sentita ‘umanissimamente fino alle lacrime’. Le due dimensioni non si contrappongono, si equivalgono in quella visione simultaneamente multipla e unitaria che Pessoa aveva della vita e che era riuscito a realizzare nella sua opera. Nell’ambito di ognuna delle due dimensioni, ogni sensazione è vissuta fino al parossismo, scandagliata, vivisezionata con un ritmo incalzante –assolutamente futurista- con l’intento di stupire, ma soprattutto di provocare una totale consapevolezza.
Un viaggio, dunque, fino in fondo all’abisso e ritorno, finché c’è la possibilità di trovare ancora e ancora una parola. E una volta trovata, che non sia l’ultima. Mai. Infatti, anche quando il volano che gira dentro di lui (simbolo di quel pensiero ossessivo-discorsivo) si ferma e l’ultimo meschino piroscafo non è che un ‘vago punto all’orizzonte’, diretto alèm do mar (oltre i confini del visibile), ancora c’è per lui, e per noi, che senza fiato lo ascoltiamo, la possibilità di un’altra parola che racconti un’emozione sconosciuta, tracciata dal suono di un argano nel ‘silenzio commosso della sua anima’… per dirci che parole, emozioni e viaggi non hanno mai fine.
Lo spettacolo –quasi un’esperienza estatica- è vissuto dal rapsodo Cosimo Cinieri, non nuovo a questo genere di performance. Le fisarmoniche (Marcello Fiorini e Salvatore Zambataro) sono il contraltare ideale alla sua voce che, vibrante, ‘interpreterà’ tutte le onde del mare: dalla tempesta alla bonaccia. Lo accompagnano Bibiana Carusi, soprano-sirena con uno speciale insert di canzoni: da Du Parc, De Falla, Boito al Fado, caratteristica musica popolare portoghese che parla direttamente all’anima; il pianoforte di Domenico Virgili e il percussionista Mimmo Gori complici in una spericolata jam session. Musiche originali diDomenico Virgili e Marcello Fiorini.
Irma Immacolata Palazzo
Ufficio Stampa: Elisabetta Castiglioni
+39 06 3225044 - +39 328 4112014 - elisabetta@elisabettacastiglioni.com
Promozione e segreteria organizzativa: Inventa Eventi
+ 39 06 98188901 - progetti@inventaeventi.com
Ufficio Promozione Pubblico: Alt Academy
+39 064746390 - +39 339.5932844 - altacademy@libero.it
Ufficio stampa MAXXI +39 06 3225178, press@fondazionemaxxi.it
in collaborazione con Letizia D’Amato Studio di Comunicazione
+39 06 39754352, info@letiziadamato.com
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venerdì 11 luglio 2014
“Sete Sóis Sete Luas”
http://www.festival7sois.eu/it/anno-del-festival-2014/roma-2014/
Il Festival “Sete Sóis Sete Luas”, come ormai da tradizione annuale, promuove un concerto di musica portoghese nel parco di Villa Barberini, Residenza dell'Ambasciatore del Portogallo a Roma.
Dal 1997 “Sete Sóis Sete Luas, alla sua XXII edizione, ha presentato sul palco di Villa Barberini importanti figure della musica portoghese (Carlos do Carmo, Camané, Rão Kyao, Ana Moura, Mafalda Arnauth, Kátia Guerreiro, Ricardo Rocha, Maria Ana Bobone, Ana Sofia Varela, Ana Lains, Custodio Castelo), porta a Roma quest’anno due grandi rappresentanti del mondo lusofono.
Giovedì 17 luglio, su cortese invito di S.E. l’Ambasciatore del Portogallo in Italia, Manuel Lobo Antunes, si terrà il concerto della cantante di fado Carolina, e, mercoledì 16 Luglio, si esibirà l’artista capoverdiano Michel Montrond, ad aprire il Festival, che proseguirà con altri due concerti all’Ambasciata di Spagna, Piazza San Pietro in Montorio, lunedì 21 Luglio, MYTHOS 7SÓIS ORKESTRA e martedì 22 Luglio, SÓIS.MED.ARAB.ORKESTRA.
Il programma a Roma:
Mercoledi 16 Luglio
Villa Barberini, Ambasciata del Portogallo, via Zandonai, 84
MICHEL MONTROND (Capo Verde) – 21h
Giovedì 17 Luglio
Villa Barberini, Ambasciata del Portogallo, via Zandonai, 84
CAROLINA (Portogallo) – Fado - 21h
Lunedì 21 Luglio
Piazza San Pietro in Montorio (Gianicolo), Ambasciata di Spagna
RUDI BUCAR (Slovenia) – 21h
MYTHOS 7SÓIS ORKESTRA (Francia, Italia, Portogallo, Turchia) - 22h
Martedì 22 Luglio
Piazza San Pietro in Montorio (Gianicolo), Ambasciata di Spagna
7SÓIS.MED.ARAB.ORKESTRA (Marocco, Portogallo, Spagna)
Carolina, una tra le voci più interessanti del nuovo Fado portoghese. A soli 18 anni già vincitrice del 1º Premio per le nuove giovani rivelazioni del Fado, interpreta, invitata dal regista Filipe La Feira, il ruolo di Amalia Rodrigues nel musical a lei dedicato, e, successivamente, è protagonista del film “Il Console di Bordeaux“ diretto dai registi Francisco Manso e João Correa. Grazie all'incontro con il noto chitarrista Mario Pacheco, Carolina ha avviato la sua carriera internazionale realizzando prestigiosi concerti in Olanda, Spagna, Stati Uniti e Belgio.
Michel Montrond, giovane voce rivelazione di Capo Verde che il 16 luglio aprirà la rassegna musicale del Festival, con la sua chitarra e il suo stile originalissimo, che, tra percussioni africane, influenze europee e ritmi sudamericani racconta e ricrea le atmosfere dell’Isola di Fogo, la sua terra, e presenterà in anteprima nazionale a Roma il suo primo disco "Kamin di Bedju".
Il Festival “Sete Sóis Sete Luas”, nato come progetto di cooperazione culturale tra Italia e Portogallo, vede oggi il coinvolgimento di 13 Paesi del mondo luso-mediterraneo nel quale si realizza - Brasile, Capo Verde, Croazia, Francia, Grecia, Israele, Italia, Marocco, Portogallo, Romania, Spagna, Slovenia e Tunisia, ed è ormai riconosciuto come uno degli eventi culturali più rilevanti in tema di world music.
http://www.festival7sois.eu/it/
L'ingresso è libero
L’iniziativa ha il sostegno dell'Ambasciata del Portogallo a Roma e dell'Instituto Camões.
Il Festival “Sete Sóis Sete Luas”, come ormai da tradizione annuale, promuove un concerto di musica portoghese nel parco di Villa Barberini, Residenza dell'Ambasciatore del Portogallo a Roma.
Dal 1997 “Sete Sóis Sete Luas, alla sua XXII edizione, ha presentato sul palco di Villa Barberini importanti figure della musica portoghese (Carlos do Carmo, Camané, Rão Kyao, Ana Moura, Mafalda Arnauth, Kátia Guerreiro, Ricardo Rocha, Maria Ana Bobone, Ana Sofia Varela, Ana Lains, Custodio Castelo), porta a Roma quest’anno due grandi rappresentanti del mondo lusofono.
Giovedì 17 luglio, su cortese invito di S.E. l’Ambasciatore del Portogallo in Italia, Manuel Lobo Antunes, si terrà il concerto della cantante di fado Carolina, e, mercoledì 16 Luglio, si esibirà l’artista capoverdiano Michel Montrond, ad aprire il Festival, che proseguirà con altri due concerti all’Ambasciata di Spagna, Piazza San Pietro in Montorio, lunedì 21 Luglio, MYTHOS 7SÓIS ORKESTRA e martedì 22 Luglio, SÓIS.MED.ARAB.ORKESTRA.
Il programma a Roma:
Mercoledi 16 Luglio
Villa Barberini, Ambasciata del Portogallo, via Zandonai, 84
MICHEL MONTROND (Capo Verde) – 21h
Giovedì 17 Luglio
Villa Barberini, Ambasciata del Portogallo, via Zandonai, 84
CAROLINA (Portogallo) – Fado - 21h
Lunedì 21 Luglio
Piazza San Pietro in Montorio (Gianicolo), Ambasciata di Spagna
RUDI BUCAR (Slovenia) – 21h
MYTHOS 7SÓIS ORKESTRA (Francia, Italia, Portogallo, Turchia) - 22h
Martedì 22 Luglio
Piazza San Pietro in Montorio (Gianicolo), Ambasciata di Spagna
7SÓIS.MED.ARAB.ORKESTRA (Marocco, Portogallo, Spagna)
Carolina, una tra le voci più interessanti del nuovo Fado portoghese. A soli 18 anni già vincitrice del 1º Premio per le nuove giovani rivelazioni del Fado, interpreta, invitata dal regista Filipe La Feira, il ruolo di Amalia Rodrigues nel musical a lei dedicato, e, successivamente, è protagonista del film “Il Console di Bordeaux“ diretto dai registi Francisco Manso e João Correa. Grazie all'incontro con il noto chitarrista Mario Pacheco, Carolina ha avviato la sua carriera internazionale realizzando prestigiosi concerti in Olanda, Spagna, Stati Uniti e Belgio.
Michel Montrond, giovane voce rivelazione di Capo Verde che il 16 luglio aprirà la rassegna musicale del Festival, con la sua chitarra e il suo stile originalissimo, che, tra percussioni africane, influenze europee e ritmi sudamericani racconta e ricrea le atmosfere dell’Isola di Fogo, la sua terra, e presenterà in anteprima nazionale a Roma il suo primo disco "Kamin di Bedju".
Il Festival “Sete Sóis Sete Luas”, nato come progetto di cooperazione culturale tra Italia e Portogallo, vede oggi il coinvolgimento di 13 Paesi del mondo luso-mediterraneo nel quale si realizza - Brasile, Capo Verde, Croazia, Francia, Grecia, Israele, Italia, Marocco, Portogallo, Romania, Spagna, Slovenia e Tunisia, ed è ormai riconosciuto come uno degli eventi culturali più rilevanti in tema di world music.
http://www.festival7sois.eu/it/
L'ingresso è libero
L’iniziativa ha il sostegno dell'Ambasciata del Portogallo a Roma e dell'Instituto Camões.
Inaugurada amanhã a "CASA DANIEL"
in http://www.agencia.ecclesia.pt/noticias/nacional/igreja-casa-daniel-alia-espiritualidade-e-cultura/
«Casa Daniel» alia espiritualidade e cultura
Lamego, Viseu, 11 jul 2014 (Ecclesia) – A Casa Daniel, um projeto que alia espiritualidade e cultura, vai ser inaugurada este sábado às 11h30, tornando realidade o lema ‘A porta mora à espera’, em Granjinha, Tabuaço, na Diocese de Lamego.
“A Casa Daniel é um centro que se distingue pela junção da cultura e da espiritualidade. Neste momento as casas estão prontas a ser utilizadas e esta fase vai marcar o início deste projeto ser um espaço para quem procura o recolhimento, ser um local despojado de tudo aquilo que é necessário”, explica à Agência ECCLESIA, Carlos Oliveira Cruz, da Associação Casa Daniel.
O entrevistado revela que o lema ‘A Porta Mora à Espera’ é a ideia que esta construção pretende estimular: “Ser uma porta para quem quer atravessar para refletir sobre si mesmo não no exercício egoísta mas partindo de si para os outros”.
Outro objetivo deste projeto é “estimular/fomentar a dinâmica religiosa nos artistas” e homenagear Daniel Faria (1971-1999), “um dos grandes poetas místicos desta metade do século XX que deixou uma obra poética riquíssima” cujo alcance a Associação ainda está a tentar descobrir, destaca Carlos Oliveira Cruz.
Ser um espaço de cultura é também um propósito desta construção, que “está muito vincada na matriz da Casa Daniel”, e a Associação acredita que esta dimensão cultural e religiosa “desempenham um papel que pode ser a busca interior de cada um”.
A biblioteca é composta por livros de espiritualidade oferecidos por D. Carlos Azevedo, delegado do Conselho Pontifício para a Cultura, e também com “o legado de pessoas como Daniel Faria que fizeram a junção entre cultura e espiritualidade”.
Carlos Oliveira Cruz realça que a Casa Daniel, situada na Quinta da Cruz, num terreno classificado como reserva ecológica, está “num local belíssimo marcado pelo silêncio, numa das encostas para o rio Távora”, perto do mosteiro de São Pedro das Águias, antigo eremitério cisterciense que remonta ao século XII.
“A própria disposição, a arquitetura da casa e a forma como está construída na encosta é de contemplação para todo aquele vale que é um convite à introspeção”, assegura o representante da Associação.
O projeto da Casa Daniel começou a ser idealizado “há mais de duas décadas”, no final da década de 80, por um grupo de amigos – o bispo D. Carlos Azevedo, o poeta Daniel Faria e Francisco Jorge Vieira – que numa das visitas à região, concretamente ao Mosteiro de São Pedro das Águias, “identificaram uma pequena quinta que tinha duas casas que estavam abandonadas”.
Depois da morte de Daniel Faria, antes de concluir o noviciado no Mosteiro Beneditino de Singeverga, em 1999, D. Carlos Azevedo decidiu concretizar esta ideia/projeto e a Associação Casa Daniel foi constituída em 2006 e o início “de construção no ano seguinte, em 2007”, informa Carlos Oliveira Cruz.
A Casa Daniel também está presente no meio virtual para quem a quiser conhecer em www.casadaniel.pt.
HM/CB/OC
Agência Ecclesia 11 de Julho de 2014, às 08:35
Casa Daniel
A Casa Daniel toma nome do poeta Daniel Augusto Faria, que a sonhou nas visitas anuais a S. Pedro das Águias, na companhia de Carlos Moreira Azevedo e de Francisco Jorge Vieira. Está localizada na Quinta da Cruz, local de reserva ecológica, junto da igreja medieval de S. Pedro das Águias, antigo eremitério na freguesia da Granjinha, concelho de Tabuaço.
A Casa Daniel nasce da recuperação de duas casas abandonadas e em ruínas. O "pequeno sonho de uma janela para abrir" transforma-se no abrigo da descoberta da realidade da Casa onde "a porta mora à espera" e "a luz entra sempre de noite".
Para iniciar esta Associação, Carlos Moreira Azevedo, à data bispo auxiliar de Lisboa, oferece o terreno e o projeto e colocará a sua biblioteca de espiritualidade na Casa.
A Associação Casa Daniel toma nome do poeta Daniel Augusto Faria, que a sonhou nas visitas anuais a S. Pedro das Águias, na companhia de Carlos Moreira Azevedo e de Francisco Jorge Vieira.
A Associação Casa Daniel tem como objetivos:
- promover encontros de cultura espiritual
- fomentar o estudo da dimensão religiosa dos poetas e artistas
- proporcionar momentos de pacificação interior, de silêncio orante
- avaliar e rever os critérios de viver em sociedade
- aprender a contemplar e a celebrar a presença viva de Deus.
Daniel Faria
Daniel Augusto da Cunha Faria nasceu em Baltar, Paredes, a 10 de Abril de 1971.
Frequentou o curso de Teologia na Universidade Católica Portuguesa – Porto, tendo defendido a tese de licenciatura em 1996.
No Seminário e na Faculdade de Teologia criou gosto por entender a poesia e dialogar com a expressão contemporânea.
Licenciou-se em Estudos Portugueses na Faculdade de Letras da Universidade do Porto. Durante esse período (1994-1998) a opção monástica criava solidez.
Viveu na Paróquia Senhora da Conceição - Porto, no período de frequência da Licenciatura em Estudos Portugueses e, durante vários anos, esteve ligado à paróquia de Santa Marinha de Fornos - Marco de Canaveses. Aí demonstrou o seu enorme potencial de sensibilidade criativa encenando, com poucos recursos, As Artimanhas de Scapin e o Auto da Barca do Inferno.
Enquanto estudante de Teologia publicou as obras Oxálida e A Casa dos Ceifeiros. Com o abraço da Fundação Manuel Leão publicou Explicação das árvores e de outros animais; Homens que são como lugares mal situados; Dos Líquidos.
Faleceu a 9 de Junho de 1999 quando estava prestes a concluir o noviciado no Mosteiro Beneditino de Singeverga.
Caterina Cucchi: "Tenho pressa"
A nossa aluna e amiga Caterina Cucchi autorizou-nos a publicar aqui este seu belo exercício escrito dedicado ao tema da pressa.
Tenho pressa
Tenho sempre pressa.
Tenho pressa de ligar o estéreo e de me estender no sofá com os olhos fechados, deixando que a minha mente se perca embalada pela música dum flamengo ou dum fado.
Tenho pressa de me sentar em frente ao cavalete com os meus pincéis e me perder entre as tonalidades do amarelo, do roxo, do azul, no silêncio da noite.
Tenho pressa de brincar com o meu cão e esperar, inutilmente, que me torne a levar a bola que lhe tinha puxado. Olha-o no entanto que pára ladrando como a dizer “o que é que acontece, não vens buscá-la?”
Tenho pressa de entrar num museu e parar por horas para observar os detalhes mais pequenos duma obra.
Tenho pressa de ler um livro, saboreando cada página, quase com medo que acabe demasiado cedo.
Tenho pressa de beber um copo de vinho branco fresco, combinado com um delicioso bacalhau à portuguesa.
Tenho pressa de ver um filme e deixar-me transportar dentro as vidas dos outros.
Tenho pressa de desligar a televisão para nunca ouvir aquelas idiotas que falam sem saber o que dizem.
Tenho pressa de encontrar os meus amigos e partilhar a minha vida com eles.
Tenho pressa de regressar a casa e passar uma noite com o meu marido a falar de tudo, mas também de nada.
Tenho pressa de estar em silêncio.
Tenho pressa de passar um dia todo sem fazer nada, desfrutando cada segundo, cada minuto do meu ócio.
Tenho pressa de rir e de chorar.
Tenho pressa de banhar-me sob a chuva e de queimar-me sob o sol de Agosto.
Tenho pressa de ver as flores do meu jardim abrir-se na primavera.
Tenho pressa de queixar-me, de zangar-me e de comover-me.
Tenho pressa de viver a minha única vida com calma.
CATERINA CUCCHI
Tenho pressa
Tenho sempre pressa.
Tenho pressa de ligar o estéreo e de me estender no sofá com os olhos fechados, deixando que a minha mente se perca embalada pela música dum flamengo ou dum fado.
Tenho pressa de me sentar em frente ao cavalete com os meus pincéis e me perder entre as tonalidades do amarelo, do roxo, do azul, no silêncio da noite.
Tenho pressa de brincar com o meu cão e esperar, inutilmente, que me torne a levar a bola que lhe tinha puxado. Olha-o no entanto que pára ladrando como a dizer “o que é que acontece, não vens buscá-la?”
Tenho pressa de entrar num museu e parar por horas para observar os detalhes mais pequenos duma obra.
Tenho pressa de ler um livro, saboreando cada página, quase com medo que acabe demasiado cedo.
Tenho pressa de beber um copo de vinho branco fresco, combinado com um delicioso bacalhau à portuguesa.
Tenho pressa de ver um filme e deixar-me transportar dentro as vidas dos outros.
Tenho pressa de desligar a televisão para nunca ouvir aquelas idiotas que falam sem saber o que dizem.
Tenho pressa de encontrar os meus amigos e partilhar a minha vida com eles.
Tenho pressa de regressar a casa e passar uma noite com o meu marido a falar de tudo, mas também de nada.
Tenho pressa de estar em silêncio.
Tenho pressa de passar um dia todo sem fazer nada, desfrutando cada segundo, cada minuto do meu ócio.
Tenho pressa de rir e de chorar.
Tenho pressa de banhar-me sob a chuva e de queimar-me sob o sol de Agosto.
Tenho pressa de ver as flores do meu jardim abrir-se na primavera.
Tenho pressa de queixar-me, de zangar-me e de comover-me.
Tenho pressa de viver a minha única vida com calma.
CATERINA CUCCHI
venerdì 4 luglio 2014
IPSAR: l'ultimo concerto prima dell'estate
Domenica 6 Luglio 2014 Ore 18:30
CONCERTO D’ORGANO D’ESTATE
Organista titolare
Giampaolo Di Rosa
PROGRAMMA
50 minuti improvvisazione non stop !
Giampaolo Di Rosa è organista titolare della Chiesa di S. Antonio dei Portoghesi in Roma.
In Italia, Germania, Francia e Portogallo compie gli studi di pianoforte, organo, cembalo, musica da camera, prassi interpretativa storicamente informata, composizione e analisi musicale, con Maestri di chiara fama fra cui F. Di Cesare, V. Miserachs, G. Kaunzinger, J. Guillou, G. Wilson, J. P. Oliveira, conseguendo i relativi titoli di diploma e laurea, il Master in performance e il Dottorato in analisi.
Il suo repertorio comprende ogni epoca della storia della musica, così come l’improvvisazione, le proprie composizioni e trascrizioni per organo, nonché i cicli integrali di J. Sweelinck, J. S. Bach, C. Franck, F. Liszt, O. Messiaen.
Svolge attività concertistica in tutti i continenti; già docente universitario, tiene master class e conferenze in diverse lingue, eseguendo inoltre concerti dedicati esclusivamente all’arte dell’ improvvisazione (su temi musicali, testi biblici e poetici, opere artistiche e cinematografiche).
Attivo in numerosi ambiti di ricerca, con un ampio catalogo di opere, discografia e pubblicazioni, è direttore artistico per l’attività concertistica dell’Istituto Portoghese di S. Antonio in Roma (IPSAR), nominato dal Rettore Mons. A. Borges nel 2008.
Collaboratore di diverse istituzioni, è coordinatore musicale della Misericordia di Guimarães in Portogallo e dal 2014 organista residente della Cattedrale di León in Spagna.
Il Presidente della Repubblica Portoghese lo ha insignito nel 2010 con il grado di Ufficiale dell’Ordine del Principe Enrico il Navigatore.
www.giampaolodirosa.org
JULIÃO SARMENTO. LO SGUARDO SELETTIVO
http://www.gamtorino.it/mostra.php?id=453
JULIÃO SARMENTO. LO SGUARDO SELETTIVO
Terzo capitolo di Dialoghi, ciclo di mostre di artisti contemporanei a confronto con le collezioni GAM
Dal 13 giugno al 31 agosto 2014
Inaugurazione: giovedì 12 giugno, ore 18.30
La GAM di Torino dedica un particolare tributo all’artista portoghese Julião Sarmento, con l’allestimento di una eccezionale mostra che inaugura il terzo capitolo di Dialoghi, il progetto espositivo che punta a instaurare un dialogo tra artisti affermati e attivi sulla scena contemporanea internazionale e opere scelte delle collezioni permanenti.
La mostra, allestita negli spazi del GAM Underground Project su una superficie di oltre 1000 mq, costituisce un importante riconoscimento del lavoro dell’artista, ad oltre 15 anni dalla sua prima ed unica esposizione in uno spazio museale in Italia, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Lo sviluppo della ricerca artistica di Sarmento è presentato in GAM secondo un rigoroso taglio curatoriale sviluppato con criteri tematici, che ne analizza con occhio critico l’opera. Si partirà dalle sequenze dei lavori che ruotano intorno al tema della figura femminile e dell’oggetto, per concludere con le opere dedicate all’architettura, tra cui i due video Cromlech del 2010 e R.O.C. (40 plus one) del 2011 dove si ricompone il binomio donna-architettura.
In mostra una selezione di circa 30 opere, tra le più significative nella sua produzione artistica, danno conto della visione totalizzante del mondo, offerta da Sarmento attraverso differenti mezzi: la fotografia, la pittura e, in tempi recenti, la scultura. Le opere esposte coprono l’intera produzione dell’artista, dalla fine degli anni 70 fino ai lavori più recenti.
Nel contesto di Dialoghi, Julião Sarmento ha scelto, tra le opere della collezione del museo, due differenti “modelli” ispiratori della sua ricerca artistica: il pittore italiano Giorgio Morandi e l’artista americano Sol Lewitt, due artisti apparentemente distanti ma che conservano entrambi una solida ricerca formale, caratteristica che Sarmento considera sia punto di partenza, sia punto d’arrivo necessario. Al centro dell’allestimento il confronto con i due maestri è testimoniato dal grande trittico White Veil, realizzato appositamente per la mostra alla GAM, posto in dialogo con Complex Form #52 di Sol Lewit e, sulla parete di fronte, con una selezione di 12 opere di Giorgio Morandi – delicate e intense pagine ad acquerello e a matita – e a una coppia di Nature morte dipinte.
Le infinite varianti di Morandi sulla pagina dipinta, le analisi su forme, volume e spazio di Lewitt hanno sollecitato l’attenzione di Sarmento, da sempre teso a ‘combinare’ il lavoro sul dettaglio della rappresentazione e il mantenimento di una visione superiore, entro cui inserire tale analisi. Un rinvio narrativo, una continua allusione a qualcos’altro che sembra affiorare dalle immagini. Ogni sua opera sembra chiedere qualcosa di più all’osservatore, il completamento necessario ad una sua (provvisoria) comprensione.
In occasione della mostra è pubblicato un importante volume edito da Silvana Editoriale che, oltre alla riproduzione a colori di tutte le opere esposte e ad innovativo design grafico, proporrà i saggi di Danilo Eccher e Riccardo Passoni, Direttore e Vicedirettore della GAM e curatori della mostra, e dei critici portoghesi Alexandre Melo e Sérgio Mah.
Julião Sarmento È nato nel 1948 a Lisbona, dove vive e lavora.
La realizzazione della mostra e del catalogo è resa possibile dal contributo della Galleria Giorgio Persano e del Banco Espirito Santo.
Orario: martedì - domenica 10-18, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: € 10 - ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni
INFO: Centralino tel. 011 4429518 - Segreteria tel. 011 4429595 e-mail gam@fondazionetorinomusei.it
JULIÃO SARMENTO. LO SGUARDO SELETTIVO
Terzo capitolo di Dialoghi, ciclo di mostre di artisti contemporanei a confronto con le collezioni GAM
Dal 13 giugno al 31 agosto 2014
Inaugurazione: giovedì 12 giugno, ore 18.30
La GAM di Torino dedica un particolare tributo all’artista portoghese Julião Sarmento, con l’allestimento di una eccezionale mostra che inaugura il terzo capitolo di Dialoghi, il progetto espositivo che punta a instaurare un dialogo tra artisti affermati e attivi sulla scena contemporanea internazionale e opere scelte delle collezioni permanenti.
La mostra, allestita negli spazi del GAM Underground Project su una superficie di oltre 1000 mq, costituisce un importante riconoscimento del lavoro dell’artista, ad oltre 15 anni dalla sua prima ed unica esposizione in uno spazio museale in Italia, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Lo sviluppo della ricerca artistica di Sarmento è presentato in GAM secondo un rigoroso taglio curatoriale sviluppato con criteri tematici, che ne analizza con occhio critico l’opera. Si partirà dalle sequenze dei lavori che ruotano intorno al tema della figura femminile e dell’oggetto, per concludere con le opere dedicate all’architettura, tra cui i due video Cromlech del 2010 e R.O.C. (40 plus one) del 2011 dove si ricompone il binomio donna-architettura.
In mostra una selezione di circa 30 opere, tra le più significative nella sua produzione artistica, danno conto della visione totalizzante del mondo, offerta da Sarmento attraverso differenti mezzi: la fotografia, la pittura e, in tempi recenti, la scultura. Le opere esposte coprono l’intera produzione dell’artista, dalla fine degli anni 70 fino ai lavori più recenti.
Nel contesto di Dialoghi, Julião Sarmento ha scelto, tra le opere della collezione del museo, due differenti “modelli” ispiratori della sua ricerca artistica: il pittore italiano Giorgio Morandi e l’artista americano Sol Lewitt, due artisti apparentemente distanti ma che conservano entrambi una solida ricerca formale, caratteristica che Sarmento considera sia punto di partenza, sia punto d’arrivo necessario. Al centro dell’allestimento il confronto con i due maestri è testimoniato dal grande trittico White Veil, realizzato appositamente per la mostra alla GAM, posto in dialogo con Complex Form #52 di Sol Lewit e, sulla parete di fronte, con una selezione di 12 opere di Giorgio Morandi – delicate e intense pagine ad acquerello e a matita – e a una coppia di Nature morte dipinte.
Le infinite varianti di Morandi sulla pagina dipinta, le analisi su forme, volume e spazio di Lewitt hanno sollecitato l’attenzione di Sarmento, da sempre teso a ‘combinare’ il lavoro sul dettaglio della rappresentazione e il mantenimento di una visione superiore, entro cui inserire tale analisi. Un rinvio narrativo, una continua allusione a qualcos’altro che sembra affiorare dalle immagini. Ogni sua opera sembra chiedere qualcosa di più all’osservatore, il completamento necessario ad una sua (provvisoria) comprensione.
In occasione della mostra è pubblicato un importante volume edito da Silvana Editoriale che, oltre alla riproduzione a colori di tutte le opere esposte e ad innovativo design grafico, proporrà i saggi di Danilo Eccher e Riccardo Passoni, Direttore e Vicedirettore della GAM e curatori della mostra, e dei critici portoghesi Alexandre Melo e Sérgio Mah.
Julião Sarmento È nato nel 1948 a Lisbona, dove vive e lavora.
La realizzazione della mostra e del catalogo è resa possibile dal contributo della Galleria Giorgio Persano e del Banco Espirito Santo.
Orario: martedì - domenica 10-18, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: € 10 - ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni
INFO: Centralino tel. 011 4429518 - Segreteria tel. 011 4429595 e-mail gam@fondazionetorinomusei.it
TESORI DAL PORTOGALLO ARCHITETTURE IMMAGINARIE DAL MEDIOEVO AL BAROCCO
http://www.palazzomadamatorino.it/mostra.php?id_evento=225
TESORI DAL PORTOGALLO
ARCHITETTURE IMMAGINARIE DAL MEDIOEVO AL BAROCCO
dal 07/05/2014 al 28/09/2014
La mostra propone 120 opere (dipinti, sculture, manoscritti miniati, oreficerie, disegni e trattati) che provengono da musei, chiese, palazzi e raccolte private portoghesi.
L'architettura come strumento che ordina, nella mente dell'uomo, il mondo che ci circonda: la mostra si concentra sui modi con cui i princìpi dell’architettura hanno dato forma anche a oggetti di piccole dimensioni, esaltandone i valori estetici e decorativi e svelando la costruzione del loro significato simbolico e sociale.
La mostra è frutto di un progetto di partenariato con il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona, che ospiterà, dal 17 maggio al 28 settembre, la mostra “Re e mecenati. Le arti alla corte dei Savoia: Torino, 1730 - 1750”, realizzata da Palazzo Madama in collaborazione con la Soprintendenza Regionale del Piemonte.
Pensare l’architettura: intorno al concetto della mostra
Per Leon Battista Alberti, che scrive alla metà del Quattrocento, l’architettura occupa un posto privilegiato tra tutte le arti in quanto motore primigenio del vivere sociale:
«Sono stati alcuni che hanno detto, che l’acqua, o il vero fuoco furono le cagioni principali che fecero che gli uomini si ragunassero insieme: ma a noi che consideriamo l’utilità e la necessità delle coperture e delle mura, facilmente sarà persuaso, che questa sia la cagione principale di conciliare e ragunare gli uomini insieme».
Questo pensiero umanistico, impregnato di virtù civile, sostituiva l’idea medievale dell’architettura come immagine di un principio d’ordine quale manifestazione della divinità. Che si intenda l’architettura nelle sue forme di utilità per il vivere civile, che la si interpreti come come spazio sacro, oppure –modernamente e borghesemente- come specchio dell’anima di chi la abita, essa è stata in ogni tempo portatrice di valori simbolici che hanno contribuito a disegnare il profilo di una società.
il percorso della mostra
Il percorso si articola in sette sezioni e si apre gettando un ponte attraverso i secoli che vanno dall’antichità classica ai nostri giorni. All’inizio (sezione 1. L’architettura come idea), una veduta di Giovanni Paolo Pannini (1725-50) mostra una statua colossale di Ercole sullo sfondo di rovine della Roma antica, e richiama modelli e luoghi che hanno influenzato per secoli l’immaginazione degli artisti. A questa evocazione si affiancano quattro progetti contemporanei di architetti portoghesi –tra cui quelli di Siza Vieira e di Carrilho de Graça che sinteticamente illustrano il processo mentale che conduce dall’idea alla realizzazione architettonica.
La seconda sezione (sezione 2. Ideare l’architettura) concentra lo sguardo sulle fonti che hanno rappresentato il quadro teorico di riferimento, con la grande trattatistica che va dal De architectura di Vitruvio (I secolo a.C.) a Leon Battista Alberti, Sebastiano Serlio, Andrea Palladio, fino al portoghese Francisco de Holanda (1517-1584), segnato dall’esperienza del classicismo romano e dalla conoscenza diretta delle grandi imprese di Michelangelo. La dimensione fantastica della sperimentazione architettonica nelle arti minori è esplorata nella terza sezione (sezione 3. La microarchitettura), che illustra per quali vie oggetti di piccole dimensioni mantengano intatto il vocabolario compositivo dei grandi edifici, adattandolo alla diversa natura dei materiali preziosi. Croci, ostensori, reliquiari e pagine miniate ostentano la dignità architettonica di monumenti in miniatura, rivestendosi di guizzanti pinnacoli, di volute, di nicchie traforate o abitate da minuscole statue. La quarta sezione (sezione 4. L’architettura come metafora) indaga i significati simbolici dell’architettura e il modo con cui le sue forme vengono impiegate dagli artisti per rimandare l’immagine dei luoghi e dei mondi della fede. Nella sezione quinta (sezione 5. L’architettura come ordine) l’architettura, al pari delle cornici che delimitano lo spazio dei dipinti, è per l’osservatore come una sorta di palcoscenico che marca la distanza tra il mondo reale e quello della narrazione rappresentata. Questo filo di interpretazione prosegue idealmente nella sezione successiva (sezione 6. L’architettura come autorità), che mostra l’irrigidirsi dei canoni architettonici a partire dalla seconda metà del Cinquecento, per l’influenza congiunta delle prescrizioni dovute alla nascita delle accademie, e di quelle di nuova chiarezza e di più disciplinato rigore emanate dalle Controriforma cattolica. A chiudere la mostra (sezione 7, Architettura immaginaria) è una rassegna di architetture pervase dal senso del fantastico, attraverso il libero accostamento di elementi eclettici e l’invenzione di spazi e prospettive creati per colpire e stupire l’immaginazione dell’osservatore.
LA MOSTRA E' APERTA DAL MARTEDI' ALLA DOMENICA NEGLI ORARI DEL MUSEO:
MAR-SAB H 10-18 (LA BIGLIETTERIA CHIUDE UN'ORA PRIMA)
DOM H 10-19 (LA BIGLIETTERIA CHIUDE UN'ORA PRIMA)
Tariffe: Intero Euro 12
Ridotto Euro 10
ATTIVITA' PER IL PUBBLICO
- visite guidate
- attivita' famiglia
Catalogo Silvana Editoriale
Ufficio Stampa
Fondazione Torino Musei
Daniela Matteu - Tanja Gentilini
T 011 4429523
daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it
ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it
ESTATE LUSITANA - Il Portogallo a Torino con i concerti del Folk Club a Palazzo Madama e alla GAM
ringraziamo la segnalazione a PINA SOZIO
ESTATE LUSITANA
Il fascino del Portogallo nei musei della Fondazione Torino Musei
In collaborazione con FolkClub
Palazzo Madama e GAM invitano a scoprire il Portogallo e i suoi artisti
con un programma estivo di concerti di musica lusitana
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica e GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea invitano il pubblico a scoprire il Portogallo, la Lusitania degli antichi romani e soprattutto la patria di grandi esploratori, da Enrico il Navigatore a Vasco da Gama. Ispirandosi a questa secolare tradizione di scoperta, il viaggio che la Fondazione Torino Musei propone per l’estate 2014 prende spunto dalle mostre Tesori dal Portogallo. Architetture immaginarie dal medioevo al Barocco a Palazzo Madama, con centoventi capolavori di pittura, scultura e oreficeria che illustrano l’evoluzione estetica dell’architettura intesa come elemento che ordina il mondo che ci circonda e Julião Sarmento. Lo sguardo selettivo alla GAM, retrospettiva dedicata al più importante artista portoghese vivente, inserita nella programmazione di “Dialoghi”.
A partire dal 10 luglio Palazzo Madama e la GAM diventano sedi inedite di tre concerti organizzati con la direzione artistica del Folk Club secondo il seguente programma:
Giovedì 10 luglio ore 19 - FolkClub - Armando Corsi & Daniela Garbarino in “Fado”
Concerto a Palazzo Madama – Camera delle Guardie
Armando Corsi è universalmente considerato come uno dei migliori chitarristi italiani. Ha collaborato con i migliori cantautori italiani, e in particolare è stato per anni al fianco di Ivano Fossati sia in studio di registrazione che in tour. Alcuni anni fa con Daniela Garbarino e altri musicisti ha proposto la sua particolare rilettura del fado, la musica popolare portoghese per antonomasia. Il concerto è stato proposto in numerose date in tutta Italia ricevendo consensi entusiastici. Ripropone ora questo progetto in duo, con la cantante Daniela Garbarino.
Ingresso mostra e ritiro biglietti dalle ore 18
Biglietto unico 18 Euro
Info e prenotazioni 011 537636 www.folkclub.it
Venerdì 11 luglio ore 19 - FolkClub - Frankie Chavez
Concerto alla GAM – Arena Paolini
Frankie Chavez è uno dei talenti più promettenti della nuova scena musicale portoghese, indicato da molti come la rivelazione del nuovo rock europeo. Surfista, polistrumentista (suona chitarra acustica ed elettrica, weissenborn, chitarra portoghese e varie percussioni), cantante ed autore dei propri brani, Frankie nei suoi concerti miscela una vasta gamma di generi dando vita a un set incendiario, tra suoni acustici e rock, psichedelia e blues, il tutto senza mai ignorare le sue radici che affondano nel fertile e malinconico humus del fado portoghese. Frankie approccia in modo rivoluzionario la chitarra portoghese: grazie a nuove accordature riesce a unire le tradizionali melodie malinconiche portoghesi a riff tipicamente blues, creando così un suono inedito. Il tutto è filtrato da una sana attitudine rock che rende il suo stile unico e immediatamente riconoscibile. Si presenta in duo con il batterista João Correia.
Ingresso mostra e ritiro biglietti dalle ore 18
Biglietto unico per concerto e mostra, 15 Euro
Info 011 537636 www.folkclub.it
Martedì 29 luglio ore 19 - FolkClub - Custodio Castelo in “Guitarra portuguesa”
Concerto a Palazzo Madama – Camera delle Guardie
Custodio Castelo è oggi il principale alfiere della tradizione della chitarra portoghese nel mondo. Nella sua carriera ha accompagnato le più grandi cantanti di fado, a cominciare dalla mitica Amalia Rodrigues, e poi Ana Moura, Misia, Cristina Branco, Margarida Guerreiro e molte altre. Produttore e compositore di vaglia, il suo spettacolo da solista spazia tra la riproposizione di alcune delle melodie più note del fado tradizionale portoghese e sue composizioni originali che, partendo dalla tradizione, si candidano a essere la musica popolare di domani.
Ingresso mostra e ritiro biglietti dalle ore 18
Biglietto unico per concerto e mostra,18 Euro
Info e prenotazioni 011 537636 www.folkclub.it
Ufficio Stampa: Daniela Matteu – Tanja Gentilini
tel. 011 4429523 - daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it – ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it
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