Integrado nas comemorações do quarto centenário do nascimento de Padre António Vieira, teve lugar ontem, quinta-feira, no salão nobre do Instituto Português de Santo António, uma interessante conferência pela Professora Doutora Carlota Lopes de Miranda Urbano, intitulada: “Miti nazionali nella letteratura della Compagnia di Gesù”.
Aqui introduzimos a notícia publicada no site do Instituto:
http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=3
Negli anni in cui il Portogallo visse l’unione delle corone (1580-1640), i membri della Compagnia di Gesù non abbandonarono, soprattutto per mezzo della parola, scritta e proclamata, la lotta contro il disfacimento della sovranità portoghese da una parte e dall’altra contro l’egemonia spagnola, alimentando così i sentimenti di autostima nazionale.
«La Compagnia, nei piccoli avvenimenti e rituali da cui è formata la Storia, in una preghiera o in un elogio funebre, negli Atti di apertura dell´Università o di un Collegio, nell’accogliere un visitatore, in un Sermone solenne, nella celebrazione della memoria dei suoi martiri e dei suoi santi, etc… contribuiva a cristallizare nel mito la Storia e rafforzava la mistica dell’alleanza divina tra il Regno de Portogallo e il Regno di Dio. Per questa ragione nella produzione letteraria dei gesuiti sono relativamente frequenti i miti nazionali, elementi di coesione di un’identità nazionale riformulata e rinforzata dall’opposizione alla disgregazione della sua autonomia politica dovuta all’egemonia spagnola.»
La Docente dell’Istituto di Studi Classici della Facoltà di Lettere dell’Università di Coimbra ha proposto la lettura del Pro Elisabetha Regina Lusitanorum recens consecrata. Poema epicum siue heroicum del gesuita Padre Francisco Macedo, più tardi chiamato a Roma come professore nel Collegio della Propaganda Fide, insegnando Controversia, o Teologia Polemica, su richiesta del Papa Alessandro VII, nel 1656. Nel 1660 fu ancora il primo Professore di Storia Ecclesiastica all’Università di Roma La Sapienza.
«Quando nel 1625 Papa Urbano VIII canonizzava Santa Isabella del Portogallo, c’era più di motivo perchè Coimbra festeggiasse. L’Università e i Collegi avevano una devozione speciale per la ‘Regina Santa’ come si vede dalla larga produzione letteraria di cui costituiva tema ricorrente, dalla prosa narrativa alla celebrazione epica, passando per l’oratoria. (...) La notizia della canonizzazione della Regina Santa era, pertanto, attesa da lungo tempo e fu quindi celebrata con grandiose feste, come del resto era in uso allora. Alle celebrazioni organizzate da D. Giovanni Manuel, vescovo di Coimbra, seguirono sei giorni di festa nella città, con la collaborazione della stessa Università, promuovendo una competizione letteraria a cui parteciparono molti oratori.
(...)
In circa 500 esametri, Padre Francisco Macedo fa un elogio della Regina Santa, attraverso la descrizione di un corteo immaginario composto dai monarchi del Regno partendo dall’inizio della nascita del Portogallo. Il climax del poema è l’ingresso di Santa Isabella nella gloria dei cieli e il poeta termina con l’esortazione alla patria in lutto, perché asciughi le sue lacrime e di nuovo innalzi la testa con l’ausilio della nuova santa che è sugli altari. Riportiamo qui l’inizio del poema, diretto alla Regina Santa:
Veniste, infine, dolce ausilio, ai nostri tanti affanni destinato,
tante volte invocata dalle preghiere e dalle lacrime dei nostri avi
per portare il riposo e la gloria alla patria afflitta;
tu, che farai d’oro questa età di ferro,
poiché per grazia tua Dio Onnipotente lanciò su di noi
dall’alto, il suo sguardo propizio.»
Alla conferenza della Prof.ssa Carlota Miranda Urbano hanno partecipato membri del mondo universitario romano e vari amici del Portogallo che, a Roma, trovano nell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio il polo culturale più significativa.
Aqui introduzimos a notícia publicada no site do Instituto:
http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=3
Negli anni in cui il Portogallo visse l’unione delle corone (1580-1640), i membri della Compagnia di Gesù non abbandonarono, soprattutto per mezzo della parola, scritta e proclamata, la lotta contro il disfacimento della sovranità portoghese da una parte e dall’altra contro l’egemonia spagnola, alimentando così i sentimenti di autostima nazionale.
«La Compagnia, nei piccoli avvenimenti e rituali da cui è formata la Storia, in una preghiera o in un elogio funebre, negli Atti di apertura dell´Università o di un Collegio, nell’accogliere un visitatore, in un Sermone solenne, nella celebrazione della memoria dei suoi martiri e dei suoi santi, etc… contribuiva a cristallizare nel mito la Storia e rafforzava la mistica dell’alleanza divina tra il Regno de Portogallo e il Regno di Dio. Per questa ragione nella produzione letteraria dei gesuiti sono relativamente frequenti i miti nazionali, elementi di coesione di un’identità nazionale riformulata e rinforzata dall’opposizione alla disgregazione della sua autonomia politica dovuta all’egemonia spagnola.»
La Docente dell’Istituto di Studi Classici della Facoltà di Lettere dell’Università di Coimbra ha proposto la lettura del Pro Elisabetha Regina Lusitanorum recens consecrata. Poema epicum siue heroicum del gesuita Padre Francisco Macedo, più tardi chiamato a Roma come professore nel Collegio della Propaganda Fide, insegnando Controversia, o Teologia Polemica, su richiesta del Papa Alessandro VII, nel 1656. Nel 1660 fu ancora il primo Professore di Storia Ecclesiastica all’Università di Roma La Sapienza.
«Quando nel 1625 Papa Urbano VIII canonizzava Santa Isabella del Portogallo, c’era più di motivo perchè Coimbra festeggiasse. L’Università e i Collegi avevano una devozione speciale per la ‘Regina Santa’ come si vede dalla larga produzione letteraria di cui costituiva tema ricorrente, dalla prosa narrativa alla celebrazione epica, passando per l’oratoria. (...) La notizia della canonizzazione della Regina Santa era, pertanto, attesa da lungo tempo e fu quindi celebrata con grandiose feste, come del resto era in uso allora. Alle celebrazioni organizzate da D. Giovanni Manuel, vescovo di Coimbra, seguirono sei giorni di festa nella città, con la collaborazione della stessa Università, promuovendo una competizione letteraria a cui parteciparono molti oratori.
(...)
In circa 500 esametri, Padre Francisco Macedo fa un elogio della Regina Santa, attraverso la descrizione di un corteo immaginario composto dai monarchi del Regno partendo dall’inizio della nascita del Portogallo. Il climax del poema è l’ingresso di Santa Isabella nella gloria dei cieli e il poeta termina con l’esortazione alla patria in lutto, perché asciughi le sue lacrime e di nuovo innalzi la testa con l’ausilio della nuova santa che è sugli altari. Riportiamo qui l’inizio del poema, diretto alla Regina Santa:
Veniste, infine, dolce ausilio, ai nostri tanti affanni destinato,
tante volte invocata dalle preghiere e dalle lacrime dei nostri avi
per portare il riposo e la gloria alla patria afflitta;
tu, che farai d’oro questa età di ferro,
poiché per grazia tua Dio Onnipotente lanciò su di noi
dall’alto, il suo sguardo propizio.»
Alla conferenza della Prof.ssa Carlota Miranda Urbano hanno partecipato membri del mondo universitario romano e vari amici del Portogallo che, a Roma, trovano nell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio il polo culturale più significativa.
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