Il 14 gennaio 2009, ore 19, avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale di Carlo Fusca, che proseguirà sino al 15 febbraio (dal martedì alla domenica, 16.00-20.00) nella galleria d’arte dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma. L’esposizione «I codici minati/Exlibri» è curata da Graziano Menolascina e Luigi Paolo Finizio.
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”Fusca intende attraverso la parodia, la ricomposizione di frammenti di memoria, denunciare il dramma ironico della cultura attuale, sottolineandone i disagi.La storia si auto lacera, la sensualità Barocca delle opere precedenti muta in un “Espressionismo Distruttivo” che esibisce in primo piano lacerazioni e bruciature che simboleggiano la perdita dei valori, ma sostanzialmente di identità storica.Le battaglie scompaiono, il tempo diventa non tempo, i cavalieri, i cavalli un lontano ricordo per l’artista.E’ tutto da ricucire, da riassemblare, bisogna ricominciare per acquisire valori, ideali divorati nel tempo e dal tempo.Fusca attinge con foga e disinvolte ironia a un fondo di sembianze figurate, di segni e icone che nella storia e nella sua memoria hanno animato e dislocato gli assetti compositivi.In pittura e variamente nelle arti plastiche egli sommuove una linfa generica d’immagini divenuta pure di consumo iconografico, di istoriazione per ogni ordine di apparati figurativi tra frontespizi, cartigli, fondali e scenografie.Parabole visive insomma evocate e consumate attraverso stilemi variabili di pittura e scultura. Questo gioco consapevole di scambi iconografici messo in atto da Fvsca negli smistamenti figuranti e decostruenti non esce mai dal campo dell’arte.All’interno del suo studio, la pittura, nel gioco di memoria che la genera e consuma, che la dissemina e corrode, che la scambia e frantuma nei propri termini di immagine, continua a farsi arabesco di se stessa seppure nel decoro disfatto del proprio tessuto immaginativo. E sia detto per questo ciclo di opere di pittura-non pittura, Fusca dispiega nel visivo un dispositivo coinvolgente la sua stessa vicenda espressiva in pittura. A seguirla dentro l’attuale proporsi, nei lacerti cui è arrivata, le frequentate istituzionali realtà immaginative di natura e di storia si sono piegate e dissolte all’azione vorace e assimilante del segno corrivo: quando non sono altro che il frutto del gesto che trova e svolge distratto o involontario.”
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