A nossa aluna Valeria Di Marco, presente ontem à noite no Teatro Quirino de Roma para a apresentação de Il Quaderno de José Saramago, enviou-nos esa belíssima reflexão que escreveu, e que com a sua autorização - e muito lhe agradecendo - aqui publicamos.
Para breve a publicação das imagens desta noite.
Penso che trovarsi di fronte a personalità forti e importanti sia sempre emozionante. Ma le sensazioni che ieri sera mi ha regalato Josè Saramago sono uniche. Non ho potuto stringergli la mano, non ho potuto parlare con lui, non ho potuto fargli quelle domande che sorgono spontanee leggendo i suoi libri, soprattutto l’ultimo, oppure semplicemente sentendolo parlare. Ciononostante, mi è sembrato come se lo conoscessi già. Non so perché, ma c’era qualcosa di vagamente familiare in lui. Ero anche un po’ intimorita da questa sensazione, ma ero intimorita soprattutto da lui stesso, perché mi sentivo così piccola e vulnerabile di fronte alla sua saggezza, alla sua forza, al suo carisma. Lui da grande vuole diventare come Rita Levi di Montalcini. Io da grande voglio essere come lui. Ma mentre facevo queste riflessioni, è tornato in me quel senso di calore familiare, come se nella mia testa e nella mia coscienza avessi già qualcuno da ammirare come ammiro lui. E a quel punto si è accesa la lampadina. Perché, io penso, che anche noi italiani abbiamo il nostro Saramago. Anche noi abbiamo un Josè Saramago che ci ha sgridati, che ci ha criticato Papa e Chiesa, che ci ha criticato Bush e Berlusconi. E quella persona, il nostro grillo parlante, era (e continua ad esserlo, attraverso i suoi libri) Oriana Fallaci. Io provo una ammirazione profonda per Oriana Fallaci. Avrei tanto voluto conoscerla, anche se forse una volta trovatomi di fronte a lei, non sarei stata in grado di trovare un solo argomento di cui parlare. Lei aveva una cultura sconfinata, era intelligente, davvero intelligente, curiosa, coraggiosa, senza peli sulla lingua. Una versione femminile di Josè Saramago.
L’attimo immediatamente dopo che la mia testa ha fatto questo collegamento, Fallaci-Saramago Saramago-Fallaci, è subentrato una nuova riflessione, anzi, un nuovo sentimento. L’invidia. Si, io provo una fortissima invidia nei confronti dei portoghesi. Perché una delle grandi differenze tra Saramago e Fallaci è il modo in cui vengono trattati dai propri compatrioti. Josè Saramago è un uomo stimato (come potrebbe non esserlo?), è un uomo che merita tutta l’ammirazione e devozione possibile, ammirazione e devozione che i portoghesi (e non solo) gli dimostrano. I portoghesi lo trattano bene. Lo mettono su un piedistallo e lo rimirano, lo espongono al mondo orgogliosi. E noi invece? Come abbiamo trattato il nostro Saramago? Male. Lo abbiamo fatto scappare dall’Italia, lo abbiamo fatto emigrare in America, l’abbiamo ferito e deluso. Ma Oriana non ha mai dimenticato la sua Italia. Mai. Nemmeno per un istante. Lo si evince nelle pagine de La Rabbia e L’Orgoglio, o in La Forza della Ragione. Oriana amava l’Italia, e si preoccupava per lei. Era terrorizzata all’idea di un nuovo fascismo in Italia, la stessa idea che ieri sera Saramago ha espresso molto chiaramente. Cito a memoria: “"Il fascismo non è stato sconfitto. Non del tutto, perlomeno. Il fascismo in Italia è dietro la porta. Questa volta però non si presenta con la camicia nera, con il saluto romano o con quel pomposo di Mussolini. Oggi il fascismo porta la camicia di Armani, usa acqua di colonia raffinata e ha molti soldi. Soldi che usa per portare avanti un processo per corruzione”. Ieri sera Saramago è stato applaudito, dopo aver detto questa verità che è sotto gli occhi di tutti. E allora mi chiedo: perché Oriana non è stata invece ascoltata, anzi, le cicale-di-lusso, come lei usava chiamarli, l’hanno derisa, hanno invaso la sua Firenze di scritte oltraggiose sui muri, l’hanno sbeffeggiata e presa per pazza. Perché noi italiani siamo così idioti? Il popolo più acculturato del mondo, il popolo che discende da Roma, da Dante Alighieri, Galileo Galilei e Giordano Bruno, come può permettersi di cadere così in basso? E come può, sempre per riprendere il discorso di ieri sera, permettersi di eleggere per ben tre volte di seguito un criminale quale è Berlusconi? Perché abbiamo questo deficit intellettuale? Da dove nasce? A questa risposta né la Fallaci né Saramago, dall’alto della loro saggezza, non hanno saputo rispondere. Io, dall’alto della mia ignoranza, nemmeno. Spero, e mi auguro, che se non altro continuino ad esistere sempre Oriana Fallaci e Josè Saramago che, riescano ad aprirci gli occhi. Che sia anche solo per un’ora e mezza. Ma, almeno, possiamo dire che per un’ora e mezza, gli occhi sono stati aperti. di Armani, usa profumi raffinati e ha tantissimi soldi. Soldi che usa per mandare avanti un processo per corruzione".
L’attimo immediatamente dopo che la mia testa ha fatto questo collegamento, Fallaci-Saramago Saramago-Fallaci, è subentrato una nuova riflessione, anzi, un nuovo sentimento. L’invidia. Si, io provo una fortissima invidia nei confronti dei portoghesi. Perché una delle grandi differenze tra Saramago e Fallaci è il modo in cui vengono trattati dai propri compatrioti. Josè Saramago è un uomo stimato (come potrebbe non esserlo?), è un uomo che merita tutta l’ammirazione e devozione possibile, ammirazione e devozione che i portoghesi (e non solo) gli dimostrano. I portoghesi lo trattano bene. Lo mettono su un piedistallo e lo rimirano, lo espongono al mondo orgogliosi. E noi invece? Come abbiamo trattato il nostro Saramago? Male. Lo abbiamo fatto scappare dall’Italia, lo abbiamo fatto emigrare in America, l’abbiamo ferito e deluso. Ma Oriana non ha mai dimenticato la sua Italia. Mai. Nemmeno per un istante. Lo si evince nelle pagine de La Rabbia e L’Orgoglio, o in La Forza della Ragione. Oriana amava l’Italia, e si preoccupava per lei. Era terrorizzata all’idea di un nuovo fascismo in Italia, la stessa idea che ieri sera Saramago ha espresso molto chiaramente. Cito a memoria: “"Il fascismo non è stato sconfitto. Non del tutto, perlomeno. Il fascismo in Italia è dietro la porta. Questa volta però non si presenta con la camicia nera, con il saluto romano o con quel pomposo di Mussolini. Oggi il fascismo porta la camicia di Armani, usa acqua di colonia raffinata e ha molti soldi. Soldi che usa per portare avanti un processo per corruzione”. Ieri sera Saramago è stato applaudito, dopo aver detto questa verità che è sotto gli occhi di tutti. E allora mi chiedo: perché Oriana non è stata invece ascoltata, anzi, le cicale-di-lusso, come lei usava chiamarli, l’hanno derisa, hanno invaso la sua Firenze di scritte oltraggiose sui muri, l’hanno sbeffeggiata e presa per pazza. Perché noi italiani siamo così idioti? Il popolo più acculturato del mondo, il popolo che discende da Roma, da Dante Alighieri, Galileo Galilei e Giordano Bruno, come può permettersi di cadere così in basso? E come può, sempre per riprendere il discorso di ieri sera, permettersi di eleggere per ben tre volte di seguito un criminale quale è Berlusconi? Perché abbiamo questo deficit intellettuale? Da dove nasce? A questa risposta né la Fallaci né Saramago, dall’alto della loro saggezza, non hanno saputo rispondere. Io, dall’alto della mia ignoranza, nemmeno. Spero, e mi auguro, che se non altro continuino ad esistere sempre Oriana Fallaci e Josè Saramago che, riescano ad aprirci gli occhi. Che sia anche solo per un’ora e mezza. Ma, almeno, possiamo dire che per un’ora e mezza, gli occhi sono stati aperti. di Armani, usa profumi raffinati e ha tantissimi soldi. Soldi che usa per mandare avanti un processo per corruzione".
VALERIA DI MARCO
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