Una rosa di vincitori di altissimo livello e una serata nel segno della
cultura. E’ stato un grande successo anche quest’anno il Franco Cuomo
International Award, il premio organizzato dall’Ancilink con il patrocinio
ECPD, il Centro Europeo per la Pace e lo Sviluppo delle Nazioni Unite. Lo
scrittore e magistrato Giancarlo De Cataldo e il neo Rettore e grande
francesista italiano Luca Pietromarchi i premiati per la Sezione
Letteratura; Antonio Calbi, direttore
dello Stabile di Roma e lo spettacolo teatrale Mediterriamo, andato in scena il
13 ottobre a Firenze, per la Sezione Teatro; lo storico Agostino Giovagnoli
e la giornalista Adriana Pannitteri per
la sezione Saggistica-Giornalismo; Oliviero Rainaldi e Marco Tirelli, per la
Sezione Arte.
Riconoscimenti speciali sono stati consegnati in collaborazione con
l’Ancislink, rappresentata alla cerimonia dal suo presidente, il professor
Franz Ciminieri, al missionario Padre
Giulio Albanese, al professor Francisco de Almeida Dias, al generale Angiolo
Pellegrini, allo scultore polacco Krzysztof Bednarski e al diplomatico algerino
Idriss Jazairy, Special Rapporteur of the Human Rights Council, organismo
intergovernativo delle Nazioni Unite.
Il filo rosso della manifestazione, che si è tenuta nella sala Zuccari di
Palazzo Giustiniani il primo dicembre:
la necessità di liberare la cultura dal ghetto nella quale l’era del web
vorrebbe relegarla e di utilizzarla come strumento di democrazia, di crescita e di sviluppo, potente mezzo di dialogo contro
i conflitti e le guerre.
La cultura è anche un mezzo potente per affermare la legalità, ha sottolineato De Cataldo, che, rispondendo poi a una domanda sul caso
Spada e la vicenda di Ostia, ha detto che rispetto al passato, rispetto ai
tempi della banda della Magliana, protagonista del suo bestseller “Romanzo
Criminale” la situazione è migliore. “Lo stato c’è , la sua presenza oggi è
forte”.
Appassionato anche l’intervento del nuovo rettore, che ha annunciato chela
capitale avrà presto un politecnico del mare. “Come Università Roma Tre stiamo
progettando a Ostia un polo interdisciplinare del mare per sostenere la
riqualificazione di questo territorio e permettere a figure professionali
attinenti di trovare lì il loro habitat naturale. Saranno attivati,
quindi, corsi di economia del mare,
scienze del mare, cantieristica, ingegneria portuale, archeologia marina,
controllo satellitare delle coste, diritto della navigazione, biologia marina.
Uno scambio interculturale che sarà utile sia agli studenti che al litorale
laziale per tornare alla ribalta per la sua eccellenza, più che per le sue
criticità”, ha detto Pietromarchi, illustrando l’iniziativa.
E tra le declinazioni della cultura, intesa come fattore di progresso, c’è il teatro. Il
teatro, ha detto il direttore dello Stabile di Roma Antonio Calbi, è la prima espressione di democrazia e oggi
può sopravvivere al web solo se gli viene restituita la sua funzione originaria
di agorà civile e culturale, di parlamento sociale.. E questo è tornato il
palcoscenico dell’Argentina sotto la sua gestione, un luogo vivo di interazione
tra gli artisti e il pubblico, un laboratorio di innovazione, in grado anche di
guardare al passato, un punto di riferimento della città per tutti.
E nasce da una concezione analoga di teatro, anche lo spettacolo
“Mediterri-Amo: immagini, parole e musiche del nostro mare”, messo in scena il
13 ottobre 2017 al Teatro della Pergola di Firenze, uno spettacolo che ha visto
alternarsi sul palco, diretti da Ferdinando Ceriani, grandi attori e artisti:
il violinista siriano Alaa Arsheed, Eugenio Bennato, Stefano Fresi, Lino
Guanciale, Enzo Moscato, l’ Orchestra delle donne arabe Almar’à, l’Orchestra di
Piazza Vittorio, Alessandro Preziosi, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, il Solis
String Quartet. Un evento-simbolo, il cui incasso è stato devoluto all’UNHCR,
che si inserisce in un più ampio
progetto internazionale messo in campo contro guerre, terrorismo, muri, intolleranza,
crisi del dialogo.
Delle nuove sfide del futuro e della valore della storia, ma anche delle
fake news nell’età dei social network ha parlato il grande storico Agostino
Giovagnoli, premiato per il suo saggio
“La Reppubblica degli Italiani” (LaTerza), che ricostruisce le vicende del nostro paese dal 1946 a oggi e analizza
le trasformazioni che sono all’origine della crisi della democrazia
rappresentativa e della fine dei partiti di massa.
La grande emergenza del nostro tempo, la violenza nei confronti delle
donne, è stato il tema al centro
dell’intervento della giornalista e scrittrice Adriana Pannitteri, autrice di
tante inchieste importanti su fenomeni legati a gravi fatti di cronaca e ora
anche di un romanzo dal titolo “Cronaca di un delitto annunciato”, dedicato proprio ad una storia di
femminicidio. “Non dobbiamo cadere nell’equivoco di definire delitto passionale
gli omicidi di cui sono vittime le donne. Anzi l’espressione stessa di delitto
passionale va eliminata”, ha detto la giornalista, facendo appello ai
media a un uso corretto del linguaggio
nella comunicazione di queste
drammatiche notizie, evitando scorciatoie linguistiche intrinsecamente
giustificatorie.
E dai tre artisti premiati, Oliviero Rainaldi, Marco Tirelli e il polacco
Krzysztof Bednarski, che si è aggiudicato il premio speciale alla carriera, è
arrivata una profonda riflessione sulla funzione dell’arte oggi, sul ruolo che
al di là della mercificazione gli artisti devono riconquistarsi all’interno
della società.
Della grande emergenza immigrazione e dei poveri del mondo hanno parlato invece
il diplomatico algerino Idriss Jazairy, che nelle sue vesti di Special Rapporteur of the Human Rights
Council, organismo intergovernativo delle Nazioni Unite si occupa di analizzare
l’impatto sui diritti umani delle sanzioni imposte unilateralmente da alcune
nazioni nei confronti di singoli paesi; e il missionario comboniano padre
Giulio Albanese, giornalista, fondatore dell’agenzia di stampa Misna, autore di
pubblicazioni di successo, un intellettuale straordinario che opera sul campo
accanto ai più fragili. Sia Jazairy che Albanese hanno fatto appello
all’occidente a guardare oltre i propri confini. “Il terrorismo è un’emergenza
–ha detto don Giulio- solo quando colpisce Europa e Stati Uniti. Pochissimi tra
i nostri quotidiani hanno per esempio riportato in prima pagina la strage
avvenuta a Mogadiscio, in Somalia, il 14 ottobre scorso: 358 persone hanno
perso la vita e 228 sono state ferite nell’esplosione di un camion bomba nel
cuore della città. Un vero e proprio 11 settembre, avvenuto in un paese in cui sono attive fa
tempo le milizie islamiste di Al-Shabaab, il gruppo associato ad Al-Qaeda”.
La necessità del dialogo, la conoscenza reciproca, lo scambio culturale al
di là del web sul territorio, attraverso un inteso lavoro di scoperta e
mediazione è stato l’argomento trattato nel suo intervento dal professore
Francisco de Almeida Dias, docente all’ Ateneo della Tuscia, per cinque anni collaboratore
alla cattedra Josè Saramago
dell’Università Roma Tre, ma soprattutto membro dell’Istituto Portoghese di
Sant’Antonio a Roma. Istituzione, nata
dall’antico Ospizio dei Portoghesi in Campo Marzo, che nel
Quattrocento, che oggi è tra i più vivaci cenacoli culturali della
capitale e del quale ha illustrato le molteplici iniziative.
E ancora si è parlato della storia
politica più trafica dell’Italia con il
generale Angiolo Pellegrini che ha ripercorso gli anni di lotta alla mafia al
fianco di Giovanni Falcone, che ha dedicato alle vittime della criminalità
organizzata il premio speciale Franco Cuomo che gli è stato conferito per il
suo libro “Noi gli uomini di Falcone. La guerra che ci impedirono di vincere”,
edito da Sperling &Kupfer e scritto in collaborazione con Francesco
Condoluci, che racconta, per la prima volta e dall’interno, quel momento
tragico ed eroico, in particolare i giorni vissuti al fianco del celebre
magistrato italiano, morto insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre
uomini della scorta, Antonio Montinaro,
Rocco Dicillo e Vito Schifani, nella strage di Capaci il 23 maggio 1992. Un
omaggio a chi sacrificò la propria vita e di cui va tramandata la memoria. Ma
anche una preziosa e coraggiosa testimonianza di una stagione insanguinata, il
periodo senz’altro più drammatico della lotta alla mafia, che poteva essere
battuta ma non lo fu, perché «il vero nemico – come racconta il generale –
rimase senza volto: un oscuro, ambiguo potere politico che prima negò i mezzi,
risorse e possibilità, e poi smantellò la squadra». «In fondo – è la sua amara
conclusione – a voler vincere quella guerra, erano davvero in pochi”.
A tracciare un breve ma intenso ritratto di Franco Cuomo, scrittore,
drammaturgo, giornalista, scomparso dieci anni e al quale è dedicato il premio,
è stato il figlio Alberto Cuomo, giovane economista, che ha annunciato la
ripubblicazione di due delle opere più note di Franco Cuomo: Gunther d’Amalfi,
il romanzo che nel 1990 fu finalista allo Strega e oggi edito da Tipheret e I
Dieci, il saggio riproposto da Bonanno, che ha contribuito a far luce sugli
scienziati che nel 1938 firmarono il Manifesto della Razza, dando inizio alle
persecuzioni degli ebrei in Italia.
Libri che sono stati distruibiti in omaggio al pubblico che ha preso parte
all’evento.
Alberto Cuomo ha anche consegnato un riconoscimento speciale della
Presidenza del Franco Cuomo International Award a Cosimo Cinieri, attore e
regista di grande talento, amico di Franco Cuomo, e come lui grande e
instancabile sperimentatore.
A scegliere i premiati è stata una giuria di grande prestigio, presieduta
dal professor Otello Lottini e composta da intellettuali ed esponenti del mondo
della cultura in Italia: Giuseppe Marra, Presidente del Gruppo GMC Adnkronos,
Maurizio Scaparro, autore e regista teatrale, Samir Al Qaryouti, giornalista
arabo, decano della Stampa Estera , Paolo Acanfora, docente di Storia
contemporanea allo IULM di Milano, Giancarlo Bosetti, direttore della rivista
internazionale Reset Doc, Emilia Costantini, scrittrice e giornalista del
Corriere della Sera, Piotr Salwa, direttore dell’Istituto polacco di Cultura,
Maria Pia Fiorentino, scrittrice e giornalista, direttore della rivista
L’eterno Ulisse.
IN https://www.futuroquotidiano.com/franco-cuomo-international-award-una-serata-nel-segno-della-cultura/#.WiQbOwcbUuA.facebook
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