Il libro
Una strada di una città coloniale africana, dall’insolito nome numerico di Via 513.2 fa da sfondo ai mutamenti sociali e politici della recente storia mozambicana. I nuovi arrivati si avvicendano infatti ai vecchi coloni portoghesi creando una nuova situazione urbana. Ma il fantasma del colonialismo, neppure tanto rarefatto, si manifesta quasi fisicamente nella figura degli spiriti dei vecchi coloni nella coscienza dei nuovi arrivati.
Il nuovo Paese, però, quello che sarebbe dovuto scaturire dall’indipendenza dal potere coloniale e dalla successiva Rivoluzione popolare, e che avrebbe finalmente fornito ai propri cittadini stabilità, prosperità e libertà, si divincola in mezzo a mille problemi, in situazioni nelle quali “things fall apart” – tutto il sistema crolla. Alla fine del libro, infatti, in un’economia stagnante e in un’atmosfera di sfacelo sociale, la Rua 513.2 vedrà “cadere” uno a uno anche i suoi nuovi abitanti, sotto le pesanti mazzate del fallimento economico privato o pubblico, della guerra o del carcere.
João Paulo Borges Coelho, in questo modo ci mostra con grande efficacia e senza filtri ideologici di alcun tipo, libero da schemi precostituiti, il fallimento del sogno dell’indipendenza del Mozambico, e il fallimento del nuovo stato nell’assicurare le condizioni indispensabili di vita ai propri cittadini.
L'autore
João Paulo Borges Coelho, nato a Oporto nel 1950, ma trasferitosi fin dall’infanzia in Mozambico, a Maputo, che allora si chiamava Lourenço Marques, è uno di quei discendenti di coloni che hanno scelto di rimanere in Africa e di abbracciare la cultura e la cittadinanza “attiva” del Mozambico.
Professore universitario all’Università Eduardo Mondlane di Maputo, tiene corsi di Storia dell’Africa Australe anche come guest professor all’Università di Lisbona, in Portogallo.
Disegnatore e sceneggiatore di fumetti fin dagli anni ’80, è poi entrato nel mondo della narrativa. Ha al suo attivo i romanzi Crónica da Rua 513.2 (2006), As Visitas do Dr. Valdez (2004), As Duas Sombras do Rio (2003), Campo de Trânsito (2007) e O Olho de Hertzog (2009), per il quale ha ricevuto il premio Leya. Si è dedicato anche al racconto, con le due raccolte Índicos Indícios – Setentrião e Meridião (2006), in via di traduzione in italiano, e alla “novela burlesca”, come viene definita nella stessa copertina, con Hinyambaan (2007).
Questo volume è il primo libro di João Paulo Borges Coelho pubblicato in Italia.
Il primo paragrafo del libro
La Rua 513.2 ha un nome aritmetico. Come se fosse il risultato di un conto preciso: 513,2 metri di lunghezza dal bosco fino al mare o 5,132 metri di larghezza nel caso in cui lasciassimo danzare la virgola. Come se avesse un’altitudine di partenza di 0,5132 metri sopra il livello del mare o fosse la cinquantunesima via virgola trentadue, contata, a partire da un misterioso centro, da una segreta “via numero zero” stabilita da un anonimo, ma potente progettista.
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Marco Bucaioni
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