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“LA PERSONA CON I PAESAGGI DENTRO”,
UN PEZZETTO DI PORTOGALLO A ROMA
MOSTRA DI MARIA CUNHA, ARTISTA DI
PORTO ALL’ISTITUTO PORTOGHESE IN VIA DEI PORTOGHESI
di Salvatore Scirè
16/06/2018
Roma. Non molti sanno che una piccola traversa di Via della Scrofa, in
pieno centro storico, si chiama Via dei Portoghesi.
E questo toponimo si spiega col fatto che accanto alla splendida chiesa
barocca di S.Antonio, c’è l’ingresso dell’Istituto Portoghese, detto anche
IPSAR (acronimo di Istituto Portoghese
S.Antonio Roma). Storicamente parlando,
l’istituto è nato nei secoli passati come punto di appoggio e di ospitalità per
i pellegrini che dalle terre lusitane venivano a Roma, per poi trasformarsi in foresteria
dedicata a studenti e studiosi portoghesi in trasferta a Roma.
Da alcuni anni a questa parte, l’IPSAR ha assunto anche l’importante ruolo
di istituto di cultura nella Capitale. Emanazione dell’ambasciata presso la
S.Sede, grazie all’illuminato e dinamico impulso dell’attuale rettore Mons.
Agostinho Borges, ha dato vita a una serie di importanti iniziative culturali,
avvalendosi di una suggestiva e tecnologicamente avanzata sala di esposizioni,
dedicata alle arti figurative, e di un magnifico organo sinfonico, realizzato
nel 2008 e completato nel 2016, che funge da riferimento fisso per gli
appassionati di musica classica (sacra e non).
Il 10 giugno ricorreva il Dia de Portugal, ovvero la festa nazionale; il 13
giugno si festeggiava S.Antonio di Padova (nato, in realtà a Lisbona!): quindi,
quale migliore occasione per una veloce puntata in Via dei Portoghesi,
all’ombra della medioevale Torre dei Frangipane (o della Scimmia), immortalata
da Roesler Franz in un un suo celebre acquerello!
E così ho avuto modo di apprezzare la bella mostra di Maria Cunha, artista
di Porto, che propone suggestive atmosfere e giochi di luce tenui ed eleganti.
La mostra, intitolata “La persona con i paesaggi dentro”, resterà aperta e
visitabile fino al 16 giugno.
Quindi, in chiesa, un bel concerto del pianista Sown Le Choi (Hong
Kong/Macao) che ha interpretato tra l’altro musiche di Bach, Mozart e Chopin.
Per chi scrive è stato anche un modo personale “para matar saudades” (per
vincere la nostalgia del ricordo), essendo legato da anni trascorsi in quei
luoghi magici in gioventù.
Ma a prescindere da queste considerazioni, l’IPSAR è ormai una vivace e
fulgida realtà, che contribuisce a rendere più ricco il panorama culturale
della nostra città.
Sul sito www.ipsar.org si possono trovare tutti i programmi delle attività:
magari, anche una di quelle meravigliose “noites de fado”, che di tanto in
tanto si tengono nel romantico giardino dell’Istituto!
di SALVATORE SCIRÈ
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