Um nome de rua, no centro histórico da Cidade Eterna, que marca a presença de Portugal e a ligação antiga de dois povos e duas culturas. Nesta outra "Via dei Portoghesi" queremos falar de Portugal em Roma e de Itália em Portugal.
venerdì 31 ottobre 2008
Estudantes de Português vão ao cinema
"Rio das Flores" em Italiano
Radio B.Leza: ouve-se Português pelas ondas romanas...
Emittente: Radio Città Aperta
Utenza: Lazio
Programmazione: Domenica 13:00 15:00
Nazionalità: Capoverde
Lingua: Italiano, Creolo, Portoghese
In onda: dal 1999 su altre radio, dal 2004 su Radio Città Aperta
Redazione: Maria Dulce Araujio 340 5912951
Genere: Informazione, musica, cultura
Homenagem ao primeiro lusitanista italiano: Giuseppe Carlo Rossi
VER
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Carlo_Rossi
Docente sia di Lingua e Letteratura Spagnola che di Lingua e Letteratura Portoghese, il prof. Rossi svolse il proprio magistero tra Italia e Portogallo. Ebbe la prima cattedra proprio a Napoli, nell'allora ISTITUTO UNIVERSITARIO ORIENTALE.
Nell'anno in cui cade il centenario dalla sua nascita risulta importante ricordarne la figura e l'opera. Tutti colleghi che lo hanno conosciuto, che hanno conosciuto la sua opera o che conoscano persone con cui ebbe contatti o che furono suoi alunni sono pregati di divulgare la notizia e intervenire all'incontro. Un secondo incontro commemorativo si terrà a Lisbona il 3 dicembre p.v. nella sede dell’ Istituto Italiano di Cultura.
Na tarde de hoje intervirão MARIA LUISA CUSATI (Cento anni importanti), FRANCO TAMASSIA (Giuseppe Carlo Rossi Maestro di vita e di metodo. Memorie di un antico studente), GIANCARLO MENICHELLI (Giuseppe Carlo Rossi mio professore), GIUSEPPE MEA (Testimonianza), CLAUDIO BAGNATI ("Notícias de Portugal ": tramite informativo e culturale), TERESA CIRILLO - GERARDO GROSSI (Giuseppe Carlo Rossi e «Annali - Sezione Romanza» dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli), MARIAGRAZIA RUSSO (Giuseppe Carlo Rossi e le sue riflessioni su Leopardi nella letteratura portoghese), RITA MARNOTO ("La letteratura italiana e le letterature di lingua portoghese": contatti lungo i secoli) e REGINA CÉLIA PEREIRA DA SILVA (Goa vista por Giuseppe Carlo Rossi).
As celebrações do centenário continuam em Lisboa em Dezembro próximo.
VER PROGRAMA COMPLETO:
http://www.unior.it/doc_db/doc_news_521_28-10-2008_4906e6c39673b.pdf
VER também:
mercoledì 29 ottobre 2008
Coreografia da "Canção do Mar" em Roma
Aqui temos a sua belíssima actuação:
É uma alegria saber que a cultura portuguesa chega a todas as partes do mundo, que chega a Roma da forma mais transversal e democrática: através da música. E, neste caso, com a música e com a dança.
Giovani danzatori
Indirizzo: Via Danilo Stiepovich, 261 - 00121 Roma (RM)
martedì 28 ottobre 2008
"A Corte do Norte" de João Botelho no Festival del Film de Roma
29.10.2008 h 16:00, Sinopoli
30.10.2008 h 19:30, Sala Cinema Ikea
31.10.2008 h 17:30, Metropolitan Sala 1
Siza: "penso che la cosa migliore del mondo sia vedere. E apprendere guardando"
La narrazione di Álvaro ha principio con una similitudine tra fare architettura ed il mestiere di scrivere. Se, parafrasando Saramago, non apprende a scrivere chi non sa leggere, allo stesso modo il dono dell’architettura è legato alla capacità di leggere l’architettura.Come nel format di una “doppia intervista”, Siza ora, attraverso la personale selezione di immagini, esplicita il proprio percorso personale di vita e di lavoro, raccontando di sé con la naturalezza di un uomo che ha raggiunto con soddisfazione e senza rimpianti un equilibrio di vita e di opera. Apprendiamo come si sia avvicinato all’architettura attraverso strumenti di conoscenza, le stesse riviste, al tempo della sua formazione così rare e difficili da reperire e come esse siano state fondamentali per innescare il passaggio di interesse e predilezione avvenuto tra scultura e architettura. Perchè per primo Siza è nato scultore e le sue opere conservano ancor oggi il segno di una mano sempre capace di tagliare o comporre l’essenziale, privando la materia di tutto ciò che non è indispensabile.Poi il passaggio dall’autoreferenzialità dell’arte al fine “sociale” dell’architettura, su tutte le scale, dalla casa alla costruzione della città. L’insegnamento appreso dalla città esistente, dove le emergenze sono tali solo perchè immerse nel tessuto nella cui semplicità diffusa, se non se ne rispetta la condizione interna, l’architettura e i luoghi degni di memoria rischiano di non trovare più posto: così “ se in una città tutto brilla, i monumenti non hanno più ragione”.Con due cognizioni fondamentali (e molto loosiane) i due maestri ci lasciano per passare al momento conviviale della serata (audace “cena del cavatore” dove formaggio Asiago, soppressa e pasta e fagioli non possono deludere).Se Souto de Moura saluta con un appello urgente, in un mondo dove siamo troppi e tutti uguali, ad essere “più classici”, Álvaro Siza conclude citando Pessoa (e Zevi insieme): “la cosa migliore del mondo è vedere” e quindi “sapere vedere l’architettura” è come da essa apprendere.
di Veronica Dal Buono
IN
http://www.architetturadipietra.it/wp/?p=1779
Encontro com Álvaro Siza em Lecce
Incontro con Alvaro Siza
Teatro Politeama Greco, Lecce
Coordina: Enrico Ampolo
Presenta: Francesco Moschini
Lectio magistralis di Alvaro Siza presentata da Francesco Moschini, a conclusione delle mostre a lui dedicate a Lecce - Museo Provinciale "S.Castromediano", e ad Acaya-Comune di Vernole-Castello.
A Lecce, Martedì 28 ottobre 2008, alle ore 19.30, presso il Teatro Politeama Greco, l’architetto portoghese, Alvaro Siza, terrà una Lectio Magistralis introdotta dal Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Lecce, Enrico Ampolo, e coordinata dal Prof. Arch. Francesco Moschini, ordinario di Storia dell’Architettura del Politecnico di Bari.Interverranno: Giovanni Pellegrino, Presidente della Provincia di Lecce; Paolo Perrone, Sindaco della Città di Lecce; Silvia Godelli, Assessore alle Politiche Culturali della Regione Puglia; Luigi Mazzei, Osservatorio Urbanistico Teknè; gli architetti Carlos Castanheira, e Paola Iacucci, curatori della mostra “Alvaro Siza Architetto”.
La Lectio Magistralis, inserita nell’ambito degli eventi organizzati contestualmente dall’ Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce e dall’Osservatorio Urbanistico TeKnè, che da anni si occupa di contestualizzazione urbanistica nel Salento, sarà preceduta, nella stessa giornata, dalla cerimonia di Conferimento della cittadinanza onoraria della Città di Calimera, sede dell’Osservatorio, all’architetto Alvaro Siza. La cerimonia si svolgerà, alle ore 17.00, presso la sala consiliare del comune griko.Lunedì 27 ottobre 2008, alle ore 19.00, a Cursi, l’arch. Alvaro Siza inaugurerà la Sala espositiva dell’Ecomuseo della Pietra. L’Ecomuseo, situato all’interno del Museo della Pietra, nasce con l'obiettivo di valorizzare la “pietra leccese”, autentica risorsa economico-culturale che caratterizza la realtà salentina. Gli eventi che vedranno protagonista l’ architetto portoghese si inseriscono nella cornice della Mostra “Alvaro Siza Architetto” che, nel mese di Luglio 2008, è stata inaugurata nelle location di Lecce, presso il Museo Sigismondo Castromediano, ed Acaya – Vernole, presso i suggestivi spazi del castello fortificato. La mostra, curata da Carlos Castanheira e Paola Iacucci con Serena Petranca, si concluderà il 30 Ottobre 2008 ed ha registrato un grande successo di pubblico, una grande affluenza di appassionati d’arte, professionisti del settore e semplici turisti.
giovedì 23 ottobre 2008
Rosanna Cimaglia: a viagem da minha vida
Uma das viagens mais interessantes que fiz, foi no Verão de 2006 à ilha de Lanzarote no arquipélago das Canárias. Fiquei fascinada por esta ilha depois de ter visto um documentário na televisão. O que me fascinou foi o seu aspecto, pois nasceu duma actividade vulcânica catastrófica que durou muitos anos.
Cheguei a Lanzarote no mês de Setembro com duas amigas e a ilha deu-nos as boas vindas com um calor incrível. Havia uma temperatura e uma humidade tão altas que ficámos um pouco preocupadas com o êxito das férias. Felizmente este clima durou só um dia e assim passámos dez dias descobrindo com tranquilidade as belezas da ilha: alternância de vulcões e areia que davam à paisagem um carácter lunar; praias onde o Oceano Atlântico, à tarde, por causa da maré baixa, cria jogos espectaculares, atrasando-se e deixando descoberto o fundo do mar com pontas de escolhos e pedras que parecem esculturas marinhas; aldeias onde ainda se respira um sabor de antiga e autêntica genuinidade.
Em Lanzarote a criação da natureza encontrou o génio criativo do arquitecto-artista César Manrique, homem profundamente respeitoso da natureza e das suas leis. Fiquei encantada com a filosofia e concepção arquitectónica de Manrique: os homens têm que se adaptar à natureza antes de qualquer ideia de construção.
Manrique construiu várias estruturas em pontos diferentes da ilha, desfrutando do que a catástrofe da erupção vulcânica tinha feito no século XVIII. Achei incrível a criação dum auditório numa cova natural criada dentro de um túnel de lava; sobre ele, um bar-restaurante que fica perto duma lagoa com um ecossistema de milénios. Visitei a sua casa, hoje um museu e espaço para exposições de jovens artistas – criada dentro doutro túnel natural e – incrível – as águas da piscina vêm directamente do Oceano! No parque nacional de Timanfaya - uma cadeia de vulcões que se abrem directamente no Oceano - Manrique ideou um restaurante sobre um vulcão onde a temperatura do sol é tão alta que se usa esse calor para cozinhar.
Em Lanzarote a vida parece impossível mas não è assim: produz-se um bom vinho, frutas e há grande produção de cactos, úteis aos agricultores e à economia da ilha e Manrique quis deixar uma das suas ultimas obras ao povo de Lanzarote: um jardim com espécies de cactos de todas as formas, duma beleza e grandeza incrível.
Tenho realmente uma boa lembrança desta ilha e desta viagem e voltei para Itália convencida que a cooperação com a natureza é possível e é obrigatória para conservar o que foi criado por ela e nos faz emocionar com os seus mistérios.
Rosanna Cimaglia
500 anos da Confraria de Santo António dos Portugueses
Foi precisamente há 500 anos, no dia 23 de Outubro de 1508, que pela Bula De Salute Fidelim Omnium, o Papa Júlio II instituiu na Igreja e Hospital da Nação Portuguesa uma Confraria geral sob a invocação de Santo António.
Porém, este Santo António, não era o Santo António de Lisboa e de Pádua, o Confessor, sob a invocação do qual a Igreja, o Hospício e posteriormente o Instituto vieram a ser conhecidos e designados: tratava-se, sim, de Santo António Abade, em português “Santo Antão”, o eremita, homónimo do fundador do estabelecimento português em Campo Marzio – o bispo do Porto e cardeal de San Crisogono, D. Antão Martins de Chaves.
A confusão na denominação acabou por se cristalizar no patronato de Santo António, nascido na capital portuguesa, por estar naturalmente mais próximo do afecto nacional. Ela alimentou, ao longo dos tempos, acesos debates sobre a legitimidade da designação actual. Mas se hoje é impensável mudar “Santo António dos Portugueses” para “Santo Antão dos Portugueses”, é igualmente certo que esta última era a invocação original, e era ela que constava da Bula emanada pelo Papa, faz hoje 500 anos.
A bula evoca a fundação de D. Antão Martins de Chaves, os primeiros estatutos que haviam regido o Hospital e a posterior intervenção de D. Jorge da Costa, designado por autoridade apostólica protector da Casa e Igreja, dando força de lei a quanto fora determinado pelo Cardeal de Alpedrinha: ou seja, que anualmente, no dia de Santo Antão, de entre a comunidade portuguesa residente em Roma, deveriam ser eleitos 2 governadores e 12 confrades para a administração do culto e dos bens portugueses, tendo eles de cumprir ainda determinadas obrigações pias. Estava criada a Confraria.
Criada, todavia, depois da morte de D. Jorge da Costa, arcebispo de Braga e de Lisboa (Alpedrinha, Fundão, 1406 – Roma, 19 de Setembro de 1508) que chegou a Roma em 1479 e foi feito Cardeal de Santa Maria em Trastevere em 1784. Em Portugal fora conselheiro e confessor do rei D. Afonso V e mestre-capelão da sua irmã, a D. Catarina. Foi, aliás, o grande afecto que nutria pela infanta, o motivo pelo qual adoptou Santa Catarina de Alexandria como uma das suas Protectoras, acrescentado um seu altar à Igreja nacional de Portugal em Roma, representando-a também na bela capela funerária que para si mandou erigir em Santa Maria del Popolo.
Escreve sobre ele Arnaldo Pinto Cardoso: Na Cúria Romana obteve notável prestígio, demonstrando grande habilidade diplomática e uma refinada consciência dos seus direitos. O seu poder e prestígio, ligados à acumulação simultânea de mais de 200 benefícios, eram tais que nem o Papa prescindia do seu conselho nem o rei podia ignorar a sua presença em Roma. Tomou parte em três conclaves e teve grande influência na eleição de Inocêncio VIII e Júlio II, tendo estado na iminência de ser eleito, quando foi escolhido o papa Alexandre VI. Aquando da eleição de Júlio II, D. Jorge foi beijar o pé do Papa, o qual lhe terá dito: “Esta cadeira vós ma destes. Eu serei Papa no nome e vós na realidade”.
A sua memória perdurou em Roma simplesmente como o “Cardeal de Portugal”: para além da já citada capela na igreja do Popolo, anexo ao seu palácio, na Piazza de San Lorenzo in Lucina, erguia-se outrora um arco de triunfo de Domiciano, que ficou conhecido como “Arco de Portugal”; posteriormente desmantelado para a regularização da via del corso os seus painéis historiados em relevo encontram-se hoje nos Musei Capitolini e os restantes mármores foram utilizados na construção do altar-mor da igreja de Santa Agnese, na Piazza Navona.
Hoje, 500 anos depois da emissão da Bula De Salute Fidelim por Júlio II, é pois uma boa ocasião para evocar essa Confraria nacional a quem devemos a manutenção da Igreja e do Hospital durante mais de 350 anos até à fundação do Instituto Português de Santo António, em meados do século XIX, e também a notável figura de D. Jorge da Costa, de quem é indissociável. Memória de uma antiquíssima presença portuguesa na Cidade Eterna, que se mantém hoje, e com grande brilho, preparando o futuro.
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http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=22
Romana Petri escreve sobre Lisboa
Lisbona: incrocio di destini al tempo della dittatura
mercoledì 22 ottobre 2008
Luís Antunes Pena em Roma
Anatomia de un poema sonoro (2004)
per Voce femminile, voce recitante, sax contralto, percussioni, pianoforte e live electronics
Il Conservatorio di Roma con la 1° edizione del "Festival internazionale di musica elettroacustica del Conservatorio S.Cecilia" vuol creare un appuntamento unico in Italia, durante il quale sia possibile fruire della produzione musicale elettroacustica più rappresentativa in campo internazionale. Un appuntamento a novembre nel centro storico di Roma per ascoltare musica di oggi e riflettere sulla musica di oggi, sulle sue tecniche, i suoi strumenti e i suoi obiettivi espressivi.
Palavras de uma italiana apaixonada por Pessoa
Per me Pessoa non è solo un grandissimo poeta, è anche un esempio di come si possa rinunciare alla vita e all'amore pur di testimoniare se stessi.
Giona Tuccini e os "Giganti dello Spirito": 29 de Outubro no IPSAR
Ore18:30
Tavola rotonda in occasione della presentazione dei volumi
Giona Tuccini, laureato in Italianistica all’Università di Firenze, è Dottore di Ricerca in Lingue e Culture del Mediterraneo. Già docente di Letteratura italiana presso l’ateneo di Roma “Tor Vergata”, l’Università della Tuscia (Viterbo) e nella S.S.I.S-Lazio, si è occupato prevalentemente di letteratura medioevale e rinascimentale, di misticismo e letteratura religiosa, di autori e tendenze del Novecento letterario. I suoi studi sono comparsi su riviste specializzate italiane e straniere, fra le quali la «Zeitschrift für romanische Philologie» e l’«Antologia Vieusseux». Allo studio della letteratura italiana e comparata ha affiancato una discreta attività di traduzione dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano i libri Il vespasiano e l’abito da sposa (Udine 2003), Spiriti cercanti (Urbino 2007), Voce del silenzio, luce sul sentiero (Urbino 2008) e l’edizione italiana di J. R. Ackerley, Il mio cane Tulip (Roma 2007). Con il Melangolo sta pubblicando l’edizione commentata delle Novellette di Bernardino da Siena.
Roberto Gigliucci è Ricercatore di Letteratura italiana nell’Università di Roma “La Sapienza”. Diplomatosi in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha poi conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Italianistica nell’Università dove ora insegna. Si è occupato di letteratura medievale, rinascimentale e moderna. Collabora con numerose riviste specializzate e alle pagine culturali di “Liberazione”. Tra i suoi libri più importanti: Bosone da Gubbio, L’avventuroso siciliano (Roma 1989), Francesco Petrarca, Salmi penitenziali (Roma 1997), La lirica rinascimentale (Roma 2000), Cesare Pavese (Milano 2001), Contraposti. Petrarchismo e ossimoro d’amore nel Rinascimento (Roma 2004), Giù verso l’alto. Luoghi e dintorni tassiani (Roma 2004), Lodovico Domenichi, Rime (Torino 2004), Realismo metafisico e Montale (Roma 2007).
Saverio Ricci si è formato alla Scuola Normale Superiore e alla Università di Pisa. È Professore associato di Storia della filosofia nella Università della Tuscia. Collabora con l’Istituto della Enciclopedia Italiana. Si è occupato di storia del pensiero filosofico, politico-religioso e scientifico, con particolare riguardo al Rinascimento e all’età moderna. Fra i suoi studi: La fortuna del pensiero di Giordano Bruno in Europa (1600-1750) (Firenze 1990); Una filosofica milizia. Tre studi sull’Accademia dei Lincei (Udine 1994); Giordano Bruno nell’Europa del Cinquecento (Roma 2000); Il sommo inquisitore. Giulio Antonio Santori tra autobiografia e storia (Roma 2002), Inquisitori, censori, filosofi sullo scenario della Controriforma (Roma 2008).
IN
http://www.giovannipapini.it/Gianfalco/OpereSuPapini2005.htm
martedì 21 ottobre 2008
"Sahara" de Ivana Bartolini
A minha vida comecou com uma viagem. A primeira viagem foi no dia que nasci. Não me o lembro mas provavelmente foi interessante. Vi pela primeria vez a luz e ouvi pela primeira vez as vozes.
Ainda hoje nas minhas viagens gosto de ver a luz dum País e ouvir as vozes da sua gente. A viagem que tenho particularmente dentro de mim é a viagem ao deserto do Sahara.
Antes de partir, li alguns livros sobre a zonaque me atraía. Havia muitas coisas interessantes mas precisava de ter em consideração algumas regras que nos Países muçulmanos são sacras. Por exemplo: vestir-se com saias ou fatos compridos, tirar os sapatos antes de entrar numa mesquita, não beber alcool etc.
Foi um impacto forte com uma maneira de vida completamente diferente. Recebi uma impressão profunda que ainda hoje lembro perfeitamente. Apaixonei-me imediatamente pelos lugares e pela gente.
Quando atravessei as dunas a minha pele era como aquela dum ganso tão foi grande a emoção. O céu era azul e sem nuvens. Havia flores no deserto. E’ verdade: no deserto nascem as flores.
Tive o privilégio de ser convidada para um casamento junto de numa comunidade berbere e foi uma experiencia única. As minhas unhas foram pintadas por o “henné” e também o meu rosto. A lua cheia no céu brilhava e foi uma noite inesquecível.
A festa continuo até à madrugada com danças e cantos. Dormi no meu camper e na manhã seguinte acordei com um bom cheiro no ar. Eles tinham cozinhado para mim um típico prato berbere feito de arroz e de carne de carneiro.
Nesta parte do mundo a gente vive com muito pouco mas acho que é feliz. Transmitiram-me a própria felicidade e a alegria da vida.
Cada vez que vejo um céu azul e sem nuvens lembro-me do Sahara, da sua gente e fico contente.
Ivana Bartolini
De Roma a Vila Viçosa com Vítor Serrão
Divulgação dos “Sábados no Paço”, promovidos pela Fundação da Casa de Bragança.
No dia 25 de Outubro, será efectuada uma visita guiada subordinada ao tema “O Fresco Maneirista no Paço Ducal de Vila Viçosa”, pelo Prof. Dr. Vítor Serrão, do Instituto de História de Arte da Universidade de Lisboa. Esta iniciativa irá permitir um olhar mais detalhado sobre as pinturas a fresco do Paço Ducal de Vila Viçosa, nomeadamente no que concerne à sua temática e autoria, também como consequência da edição do livro “O Fresco Maneirista doPaço Ducal de Vila Viçosa, 1540-1640”. A visita será gratuita e terá início às 10 horas, com uma apresentação inicial na Igreja das Chagas, junto ao Paço Ducal.
Para marcação e demais informações p.f. contacte:telefone 268 980 659 ou email - palacio.vilavicosa@mail.telepac.pt
SALA DE MEDUSA. Este notável espaço palaciano das «casas novas» é decorado a fresco com cenas dos Feitos de Perseu, o herói ovidiano das Metamorfoses, montado no cavalo alado Perseu, ora a libertar Andrómeda, a petrificar o rei Atlas e a matar o pretendente Fineu. Trata-se de uma encomenda feita em 1602 pelo Duque D. Teodósio II ao pintor lisboeta TOMÁS LUÍS, que decorou a sala com as «histórias» mitológicas em causa, dentro de um forte sentido da cenografia maneirista e com recurso ao grotesco romano e às alusões à Musica, uma das artes cultivadas na corte dos Braganças. O pintor inspirou-se em gravuras lionesas de 1563 e 1575.
GALLERIETTA DE D. ANA DE VELASCO. Restrito espaço privado junto à Sala de Medusa, foi pintado em 1602 por TOMÁS LUÍS com requintada gramática de grotesco clássico e quadri riportati alusivos. Serviu de câmara a D. Ana de Velasco e Girón, a malograda esposa do 7º Duque D. Teodósio II, com quem casou em 1603. Pelo seu requinte, evoca os gabinetes aristocráticos de Florença, Roma e Milão no seu gosto decorativo all’antico.
SALA DE DAVID E DO GIGANTE GOLIAS. O tecto desta sala das «casas novas», pintado cerca de 1603 (atribuível a Tomás Luís ? e André Peres ?), muito refeito nos anos de 1949-50, representa a história de David a derrotar o gigante Golias (seguindo modelos de gravuras de Philippe Galle de um livro de Árias Montano, 1575), e uma sanca de grotesco, com cenas mitológicas e dois enigmáticos retratos. Pode tratar-se do retrato do duque de Parma D. Rainúcio (sobrinho da duquesa D. Catarina, cuja comitiva visitou Vila Viçosa) e seu pai Alessandro Farnese; outra hipótese será tratar-se de D. João e D. Teodósio II, 6º e 7º Duques de Bragança e responsáveis pelo corpo palaciano das «casas novas».
ORATÓRIO DE D. CATARINA DE BRAGANÇA. Este magnífico espaço decorado em 1602 por TOMÁS LUÍS representa as Santas Catarina e Apolónia, entre requintados motivos de grotesco romano (fábulas, mascarões, fruteiros, figuras híbridas, candelabra, etc) e os enigmas em filacteras associados a raposas ASI O CREO, MAIS VAL€ SABER QUE FERMOSURA, e A MIM MESMO, considerados as divisas de D. Catarina de Bragança, alusões à Fama, Modéstia, Sabedoria e Humildade, empresas da pretendente ao trono, mãe de D. Teodósio II e avó de D. João IV. No claustro do Mosteiro das Chagas, a Capelinha de São João Evangelista (recém-restaurada) foi alvo de revestimento a fresco, também por Tomás Luís, com uma decoração muito similar a esta.
ANTIGO ORATÓRIO DE D. TEODÓSIO I. Só em data recente se restaurou este antigo oratório do 5º Duque D. Teodósio I, que estava totalmente repintado e se revela um espaço muito interessante de decoração maneirista integral. É obra do arquitecto Nicolau de Frias. Tem fina decoração de estuques maneiristas e duas campanhas de pintura mural: uma ainda de c. 1560, de FRANCISCO DE CAMPOS (pintor daquele Duque, autor também de frescos de 1578 no Paço dos Condes de Basto, Évora), a outra de c. 1585, da autoria de GIRALDO FERNANDES DE PRADO, que foi cavaleiro, pintor, iluminador e calígrafo de D. Teodósio II. Além de cenas da Paixão de Cristo (mutiladas com a abertura da janela) e dos faunos e motivos de grotesco em grisalha, destacam-se alegorias à Fé e à Temperança (a partir de gravuras de Jerónimo Wierix).
CAPELA DO CALVÁRIO. Situada na Horta do Palácio, esta Capela de planta centralizada de fins do século XVI (obra do arquitecto Pero Vaz Pereira) é decorada nos caixotões pétreos da cúpula hemisférica com estuques e esgrafitos com tondi e anjos segurando símbolos da Paixão, atribuídos a desenho de GIRALDO FERNANDES DE PRADO, pintor da casa ducal.
Vítor Serrão
Recordações do ano passado
Via dei Portoghesi e Piazza Brasile...
sabato 18 ottobre 2008
Hoje à noite: IDA ZICARI em Santo António dos Portugueses
Ida Zicari
Si è diplomata in Pianoforte con il massimo dei voti sotto la guida del M. Carlo Benedetti, presso il Conservatorio di Musica "S. Giacomantonio" di Cosenza. Successivamente si è perfezionata con i maestri D. Rivera (Amantea), N. Delle Vigne (Agropoli), Leftimov e M. Mollova (Conservatorio di Salonicco - Grecia), K. Bogino (Roma), C. Benedetti (Rieti), L. Howard (Bologna), L. Berman (Erba - Como). Ha approfondito il repertorio cameristico vocale diplomandosi con lode in Musica vocale da camera presso il Conservatorio di Cosenza. Svolge intensa attività concertistica sia in qualità di solista che in formazioni da camera: a Roma (Accademia d'Ungheria, Istituto Austriaco di Cultura, Palazzo Barberini, Teatro Marcello, sala Baldini), Bologna (Istituto Liszt), Rieti (Teatro Comunale), Lugano, Salonicco, Venezia, Saronno, Tolmezzo, Asti (Palazzo Ottolenghi), Crotone, Palmi, Lamezia, Lecce (Teatro Politeama), ecc. È risultata vincitrice di importanti concorsi pianistici: 2° premio al 13° Concorso naz. pian. "Città di Sulmona", 3° premio al 2° Concorso naz. di musica "Città di Ruvo di Puglia", 3° premio al Concorso naz. di musica A.M.A. Calabria 1996 sez. musica contemporanea, 3° premio al Concorso naz. di musica A.M.A. Calabria 1999 sez. musica da camera. Ultimamente ha ricevuto il premio speciale "D. Macculi" al Concorso Pianistico Internazionale "Roma 2003". Ha lavorato come maestro collaboratore in alcune opere liriche dei teatri lirici di Cagliari, Bologna, Salerno, Catanzaro, Spoleto, Ferrara, Napoli, Catania. Ha partecipato all’incisione del cofanetto di cd “Liszt Reminiscenze e Fantasie” con la Casa discografica Base Record per l’Istituto Liszt di Bologna. È vincitrice del concorso a cattedra nei conservatori di musica per l'insegnamento di pianoforte complementare; attualmente è docente di pianoforte nelle scuole medie ad indirizzo musicale. Inoltre, è iscritta nell’elenco dei Pubblicisti all’albo dei Giornalisti, e ha conseguito la laurea in Lettere moderne con lode presso l'UNICAL, con una tesi in Letteratura italiana moderna e contemporanea che è stata segnalata come "ottimo lavoro" sulla poesia del Novecento (sez. tesi di laurea) al XVII Premio Internazionale Eugenio Montale 1999, e che è stata pubblicata in estratto già due volte (nella rivista “Filologia Antica e Moderna” Editore Rubbettino e nel volume “Lei capisce il dialetto?” Editore Longo Ravenna). Collabora alle pagine culturali del quotidiano regionale CalabriaOra e svolge attività di editing e consulenza editoriale per l’editore Lampi di stampa di Milano.
L’interesse che scaturisce dal confronto di due modelli di scrittura pianistica così diversi tra loro, quello classico – romantico e quello moderno – contemporaneo, riposa su di un paradosso: il pianoforte, lo strumento che possiede la letteratura più ricca di capolavori, ebbe in realtà un apogeo molto breve, non più di un secolo, proprio perché la sua ridondanza armonica, di cui sempre si deve tener conto nel comporre per esso, lo rende meno duttile rispetto, ad esempio, al violino, nel cimento con gli stili più recenti. I compositori romantici che vengono presentati questa sera rappresentano due vertici nell’utilizzo sapiente delle risorse puramente strumentali del pianoforte ( manca, per la verità, Robert Schumann). Chopin e Liszt possiedono modi di scrittura diversissimi, ma sono accomunati dall’omaggio che entrambi rendono al melodramma italiano. Il primo possiede un’abilità unica ed ineguagliata nel sostenere a lungo la melodia di stampo belliniano; ma anche Liszt ha in parte queste stesse doti, sebbene, a tratti, si diffonda in sentimentalismi.
Quanto più scarno e severo, se paragonato a quello di Liszt, apparirà il linguaggio dei brani contemporanei; e si noterà anche come, per estrarre dal pianoforte il contenuto della loro poetica, i moderni autori debbano talvolta forzarne un poco la natura.
Stefano Pelagatti
venerdì 17 ottobre 2008
Pessoa em Roma - a não perder
MELANIA FIORE
ROBERTO TURCHETTA
SERGIO BASILE
compagnia di animazione
ORPHEU
Via Capo d’Africa, 29A - Roma
tel. 06.7004932
QUANDO:
da martedì 4 novembre a domenica 16 novembre 2008
spettacoli ore 21.00 - domenica ore 18.00
http://www.info.roma.it/evento_dettaglio.asp?eventi=12448
giovedì 16 ottobre 2008
In memoriam di Stegagno Picchio, alla Sapienza
mercoledì 15 ottobre 2008
Os 86 anos de Agustina Bessa-Luís
venerdì 10 ottobre 2008
Costanza: una "ERASMUS" a Lisbona
Ho iniziato a seguire i corsi questa settimana che sono di traduzione, o meglio, di traduzione assistita al computer, laboratorio di portoghese scritto… Il metodo di insegnamento mi sembra molto efficiente, perché periodicamente fanno scrivere delle tesi (o comunque degli elaborati scritti), dando molta importanza al lavoro non solo individuale ma anche a quello di gruppo, che secondo me è ottimo perché lo scambio di idee è comunque un modo per arricchire le proprie conoscenze…Fino ad ora ho incontrato professori molto gentili e disponibili per ogni tipo di problema. Inoltre, durante le lezioni cercano di instaurare un rapporto quasi di amicizia con gli studenti e questo mi piace molto.
La struttura universitaria (Faculdade de Letras da Universidade de Lisboa, detta ”Classica”) funziona abbastanza bene e soprattutto offre molti servizi: la mensa, lo sport, sconti e riduzioni su diverse cose… è molto comodo. Ci sono anche qui, come in tutte le università, delle cose che mancano: a volte un professore non scrive l’aula e devi andartela a cercare, oppure su internet scrivono una cosa e in bacheca un’altra…
La biblioteca dell’università funziona benissimo e anche quella Nazionale è molto comoda. Il materiale, infatti, si trova facilmente anche perché ci sono dei programmi informatici molto avanzati.
I mezzi pubblici funzionano molto bene: la metro ovviamente è il mezzo più pratico e rapido, ma anche gli autobus passano spesso. Il centro della città è sempre bellissimo e i portoghesi (almeno quelli incontrati fino ad ora) sono gentili e cordiali. Un’altra cosa che mi piace molto è la mescolanza culturale che c’è: brasiliani, portoghesi, angolani, indiani, cinesi… Le prime persone con cui ho fatto amicizia, infatti, sono proprio una signora e un signore brasiliani e una ragazza angolana, tutti molto simpatici, intelligenti e con voglia di fare.
La città in generale è tranquilla e, ovviamente, come in tutte le città basta sapere quali sono le zone da frequentare e quali sono quelle da evitare.
giovedì 9 ottobre 2008
Pintora portuguesa expõe em Roma no IPSAR
Mons. Agostinho da Costa Borges
sotto l’alto patrocinio di S. E. l’Ambasciatore del Portogallo,
ha il piacere di invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra di pittura di
Conceição Praia
Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio
Roma, Via dei Portoghesi, 6
Presiederà S.E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede
Dott. João da Rocha Páris
Interverrà il Dott. Paolo Cespa, Presidente dell’Associazione KIM onlus
La mostra è organizzata a sostegno della onlus KIM, Associazione Volontari per i Minori in Difficoltà. Confidiamo nel vostro gentile contributo.
La mostra rimarrà aperta sino al 2 novembre.
Orario: da mercoledì a domenica, dalle 15 alle 20
mercoledì 8 ottobre 2008
Saramago em Italiano
Milano : Feltrinelli, 1984
L' anno della morte di Ricardo Reis / Jose Saramago
trad. di Rita Desti
Milano : Feltrinelli, 1985
La zattera di pietra / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Milano : Feltrinelli, 1988
Storia dell'assedio di Lisbona / Jose' Saramago
Trad. di Rita Desti
Milano : Bompiani, 1990
Storia dell'assedio di Lisbona / Jose Saramago ; prefazione, bibliografia e antologia critica di Luciana Stegagno Picchio
Milano : Bompiani, 1992
La seconda vita di Francesco d'Assisi / di Jose Saramago ; traduzione di Giulia Lanciani
Milano : G. Ricordi, c1991
Un terra chiamata Alentejo / Jose Saramago ; Traduzione di Rita Desti
Milano : Bompiani, 1992
Il vangelo secondo Gesu / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
\Milano! : Bompiani, 1993
L' anno mille993 / Jose Saramago ; traduzione di Domenico Corradini Broussard
Pisa : ETS, \1993!
Manuale di pittura e calligrafia / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
\Milano! : Bompiani, 1994
Manuale di pittura e calligrafia / Jose Saramago ; prefazione di Luciana Stegagno Picchio
\Milano! : Bompiani, 1996
Il perfetto viaggio / Jose Saramago ; a cura di Giulia Lanciani
\Milano! : Bompiani, 1994
Cecita = = Ensaio sobre a Cegueira / J.Saramago
traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 1996
Viaggio in Portogallo / Jose Saramago
Milano : Bompiani, \1996!
Viaggio in Portogallo / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti ; con uno scritto di Claudio Magris
Torino : Einaudi, c1999
Oggetto quasi : racconti / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, \1997!
Teatro / Jose Saramago ; nota introduttiva di Jose Saramago ; traduzioni di Rita Desti e Giulia Lanciani
Torino : G. Einaudi, \1997!
Tutti i nomi / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 1997
La zattera di pietra / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, \1997!
Il racconto dell'isola sconosciuta / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo e Rita Desti
Torino : Einaudi, 1998!
1: 1977-1984 / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo ; con un saggio introduttivo di Luciana Stegagno Picchio ; traduzioni di Rita Desti
Milano : A. Mondadori, 1999
2: 1985-1998 / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo ; traduzioni di Rita Desti
Milano : A. Mondadori, 1999
A estatua e a pedra / Jose Saramago ; a cura di Giancarlo Depretis ; poscritta di Luciana Stegagno Picchio ; con la collaborazione di Pablo Luis Avila e Fernando Martinez de Carnero
Alessandria : Edizioni dell'Orso, [1999!
Romanzi e racconti / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo ; con un saggio introduttivo di Luciana Stegagno Picchio ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 1999 (2ª ed)
La caverna / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, \2000!
Andrea Mantegna : un'etica, un'estetica / Jose Saramago ; a cura di Luciana Stegagno Picchio
Trad. di Marco Fidora
Genova : Il melangolo, \2002!
Poesie / Jose Saramago ; a cura di F. Toriello
Torino : G. Einaudi, [2002]
Scolpire il verso / Jose Saramago ; a cura di Giancarlo Depretis e Francesco Guazzelli
[Viareggio! : M. Baroni ; [Alessandria! : Edizioni dell'Orso, 2002
Jose Saramago
Torino : Utet, stampa 2003
L' uomo duplicato / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 2003!
Saggio sulla lucidita / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, [2004]
Don Giovanni, o Il dissoluto assolto / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : G. Einaudi, [2005]
Le intermittenze della morte / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, [2005]
Il piu grande fiore del mondo / Jose Saramago ; illustrazioni di Joao Caetano ; traduzione dal portoghese di Camilla Cattarulla
Roma : Fanucci, 2005
Questo mondo non va bene che ne venga un altro : autobiografia, scritti, interviste / Jose Saramago ; traduzione di Manuela Palermi
Roma : Datanews, 2005
Di questo mondo e degli altri / Jose Saramago ; a cura di Giulia Lanciani
Torino : Einaudi, [2006]
Pensar, pensar y pensar : scritti e interviste / Jose Saramago ; introduzione di Manuela Palermi
Roma : Datanews, [2006]
Le piccole memorie / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, [2007]
10 anos sobre o Nobel a Saramago
Após um momento de incredulidade, a notícia foi assentando nas redacções: o Prémio Nobel da Literatura, naquele ano de 1998, ia para um escritor português, o primeiro (e até agora único) da língua portuguesa a ganhar tal distinção. O premiado chamava-se José Saramago, nascido em 1922 na Azinhaga do Ribatejo e neto de Jerónimo Melrinho, que o escritor iria lembrar na primeira frase do tradicional discurso dos laureados na Academia Sueca, a 7 de Dezembro de 1998. O discurso começava assim: "O homem mais sábio que conheci em toda a minha vida não sabia ler nem escrever".