Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Mostra realizzata sotto l’alto patrocinio di S. E.
l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede Dott. ANTÓNIO ALMEIDA LIMA
Oreste Casalini. Una
moltitudine. Opere dal 1998 al 2018
a
cura di Paola Pallotta
Inaugurazione
giovedì 8 marzo 2018, ore 18.00
La Galleria
dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma è stata inaugurata nel
dicembre 2002 dal Ministro della Cultura portoghese, dopo il restauro che ha
rinnovato lo spazio anticamente occupato da una farmacia e recuperato
contestualmente gli ambienti di epoca romana e medievale del piano inferiore, e
da allora ospita regolarmente mostre d’arte visiva.
Giovedì 8 marzo sarà la volta di Oreste Casalini. Una moltitudine.
Opere dal 1998 al 2018, una personale dell’artista attivo da molti anni anche
come curatore e ideatore di mostre e progetti espositivi.
Esposte insieme per la prima volta, sono in mostra opere
realizzate nel corso degli ultimi venti anni, una selezione di lavori
eterogenei per tecnica, dimensioni e appartenenza cronologica, ma serratamente
uniti dal coerente ‘edificio interiore’ dell’artista. Le serie di lavori,
eclettici, multiformi, articolati, definiscono un percorso espositivo complesso
che non intende presentarsi come una retrospettiva, ma come la messa in luce di
alcuni aspetti della pratica artistica e della poetica di Oreste Casalini.
Spesso impegnato in progetti riguardanti singole opere e
installazioni site-specific, la mostra ha in sé il privilegio e il cimento di mostrare
invece la costante ma più riservata energia specificamente pittorica, più
raramente esposta dell’artista. E sul legame costante che ha tenuto insieme
idee e opere, sul tema mai abbandonato della pittura, si concentra questa
esposizione. Una visione d’insieme che è una sorta di autoritratto, immagine
del sistema di rappresentazione delle relazioni tra arte e vita, oggetto
centrale di tutta la sua opera. I diversi cicli di lavori su carta, su tela e
su tavola, le sculture, i gessi e le ceramiche, tracciano una linea molteplice
ma non spezzata, anzi fortemente modulata sul nucleo robusto della necessità
della pratica artistica come esercizio della mente, autenticamente compreso,
vissuto, sperimentato. E la riflessione costante ha sempre avuto, come chiave
di accesso privilegiata al caos originario della forma, il disegno, metodo propedeutico
sperimentato su fogli di quaderno e carte di varie dimensioni, raccolte in
luoghi diversi e lavorate in viaggio come in uno studio portatile. Una pratica perseverante,
un saggio, una verifica. Il percorso espositivo diventa così l’immagine più definita
dell’intera metodologia di lavoro e dello stile compiuto ed equilibrato di
Oreste Casalini, consapevole di essere parte del serbatoio iconografico e stilistico
della tradizione pittorica italiana, eppure capace di mantenersi al di fuori
delle convenzioni e delle mode, in uno stato di eccezione in cui la
contraddittorietà e la frammentazione pesano correttamente sulla bellezza e la
classicità, le reinventano e le rendono contemporanee.
Nato a Napoli, Oreste
Casalini frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e i corsi di Furio
Fasolo alla Facoltà di Architettura, che lo introducono al disegno dal vero e
agli aspetti metafisici della tradizione pittorica italiana. Lavora come
assistente di Bruno Ceccobelli, apre le prime mostre in Italia e all’estero,
entra nello studio di Roma di Fabio Mauri, suo maestro, con il quale stringe
un’importante amicizia. Nel 1990 inaugura una personale a
Sarajevo con un’opera in cera su tela di grandi dimensioni, poi distrutta
durante la guerra. Nel 1992 si trasferisce a New York dove espone in una
personale all’Istituto italiano di cultura Casa Zerilli-Marimò. Nel 1997 apre
lo studio a Napoli, ma nel 2003 si trasferisce a Roma dove partecipa a mostre
collettive e realizza installazioni temporanee o permanenti in spazi privati e
pubblici, in collaborazione con studi di architettura. Accanto a cicli di opere
su carta e su tela, inizia la sperimentazione sulle relazioni tra tecniche
tradizionali e nuove tecnologie digitali da cui nascono le opere E-body (disegni in digitale di grande
formato), Chemical Brothers (sculture
in gesso e ceramica), Oki-Sud
(video-scultura). Del 2005 è la personale In
Cantiere alla Galleria A.A.M. di Francesco Moschini. Nel 2007 progetta il
restyling della metropolitana di Napoli e vince il concorso LUAS Art
Competition per la metropolitana di Dublino. Con un gruppo di artisti realizza
una serie di mostre e performance centrate sul rapporto tra contemporaneità e tradizione,
culminate nella collettiva Antico e
Novissimo del 2008 (Palazzo Mochi-Zamperoli, Cagli). Nel 2010 è artista e
curatore alla Biennale di Architettura di Venezia nell’ambito del progetto E-picentro, dedicato alla distruzione de
L’Aquila a causa del terremoto. Dallo stesso anno collabora con il gallerista
Franz Paludetto e nel 2011 ha la personale Dal
Bianco al Nero presso il Castello di Rivara, con un ciclo di opere in lava
vulcanica e gesso. Seguono le personali Pure
Power (Dubai), Black Hole
(Napoli), Flowers of Romance
(Norimberga). Nel 2013 realizza un ciclo di sculture incentrate sulla figura
dell’angelo, legame concreto tra materiale e spirituale, ispirato alle sculture
di Bernini di Ponte Sant’Angelo a Roma. Con queste opere realizza Balanced-In equilibrio, installazione
esposta nella sala centrale del Castello di Rivara, in cui immagini, suoni e
architettura concorrono all’equilibrio complessivo dell’opera. Nel 2014
partecipa alla fiera Ostrale di
Dresda con l’installazione Devotion #5;
l’anno seguente espone la scultura Re-Birth
nel parco del Castello di Rivara, realizza l’installazione Doppio Senso nell’ambito di Equinozio
d’Autunno 2015 e l’opera TerraMadre
viene acquisita dalla Fondazione Telethon al Centro Olivetti di Pozzuoli
(Napoli). Nel 2016 lavora principalmente a disegni e ceramiche ed espone la
serie Fragile al Castello di Rivara e
nel 2017 presenta Panopticon alla
Kandinskij House a Mosca e tiene la personale Aritmie nello Spazio Menexa a Roma.
INFO
Oreste Casalini. Una
moltitudine. Opere dal 1998 al 2018
a
cura di Paola Pallotta
Inaugurazione: mercoledì 8 marzo 2018 ore 18.00
Fino al 24
marzo 2018
Orari: dal martedì al sabato dalle 17.00
alle 20.00
testi
di Paola Pallotta, Oreste Casalini
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