Artigo publicado on-line em
Traduzione di Saudade
Igino Camerota
giovedì 28 maggio 2009
L'Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma, ieri, ha aperto le porte della sua galleria d'arte per accogliere un pubblico numeroso e piacevolmente...eterogeneo. C'è tempo sino al quattordici giugno per visitare - nella suggestiva cornice di Via dei Portoghesi - Sintesi Saudade, esposizione curata da Angelo Andreuoli (Neoartgallery), Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusuf. Complimenti sinceri agli organizzatori che sono riusciti nell'impresa di assemblare le opere e la creatività di ben sedici artisti. Sei italiani e dieci turchi.Belle le parole con cui Monsinhor Agostinho da Costa Borges, rettore dell'IPSAR, nel fare gli onori di casa, ha introdotto i visitatori nei locali di quella che una volta era una farmacia in cui trovavano conforto i pellegrini che giungevano nella Città Eterna: anche oggi, infatti, questo magico spazio è luogo terapeutico poiché - per usare le parole del rettore - “l’arte, attraverso le sensazioni che in noi uomini provoca, cura la mente, lo spirito, il cuore".
Presenti le istituzioni e importante testimonianza offerta da Sua Eccellenza l’Ambasciatore di Turchia Uğur Ziyal, giunto per ammirare l’estro dei compatrioti artisti ma anche per sottolineare che “iniziative come questa ci ricordano come i messaggi dell’arte sono e saranno sempre universali, capaci di abbattere ogni barriera: culturale, sociale, linguistica".
Assente giustificato - per via del caos generato dalla concomitanza della finale di Champions League - l’ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede João da Rocha Pàris che, comunque, ha svolto un importante ruolo per l’organizzazione e la buona riuscita di questo evento.
Il tema della mostra, come recita il titolo, è la saudade: termine lusofono che linguisti e letterati di varie nazionalità ed epoche, invano, hanno tentato di tradurre. È giusto chiarire sin da subito, dunque, che tale operazione avrà sempre uno scontato esito negativo. Saudade è una parola esclusivamente portoghese e pur essendoci formule linguistiche che riescono a sfiorare il suo significato più profondo, mai nessuna potrà farlo in maniera assolutamente compiuta.
L’unico strumento utile per tradurla correttamente è l’arte. In ognuna delle sue forme.
Vale senz’altro la pena, dunque, visitare questa mostra collettiva in cui le anime artistiche di due grandi paesi del Mediterraneo - Italia e Turchia – si incontrano a Roma in un luogo incantato in cui a giocare ina casa è il Porotgallo.Distacco, paura, allegria, tristezza, malinconia, nostalgia, gioia, inquietitudine: sono alcuni dei tanti messaggi trasmessi dai volti generati dalla creatività di Zeynep Akgün, Massimo Franchi, Pasquale Nero Galante ed Emin Koç. Oppure dalle biciclette di Dino Cucinelli o ancora dall’installazione di Claudio Orlandi e dalle intime atmosfere create da Sayat Uşakligil.Sensazioni che, se sommate, forse, riuscirebbero a tradurre il termine saudade; cosa ancora più importante, però, è che ognuna di esse, da sola, riesce a parlarci dell'essenza di un concetto che si traduce in modo di essere.
Guardando le opere dei sedici artisti, potrà capitarvi di sentire una fitta: durerà un secondo. Non capirete di cosa si tratta ma, solo per un attimo, sentirete sulla punta della lingua un formicolio. Penserete, per un istante, di aver trovato il termine corrispondente utile a tradurre la parola saudade ma rassegnatevi: non esiste.
Sintonizzandovi su quell’istante, però, potrete sentire odore e rumore di mare.
Prima un sorriso e poi una lacrima.
La fitta si trasformerà in un graffio che raschierà la vostra anima.
Gioia e dolore saranno brevi ma intensi.
Pur senza sapere con quale parola tradurla, la riconoscerete: saudade.
Presenti le istituzioni e importante testimonianza offerta da Sua Eccellenza l’Ambasciatore di Turchia Uğur Ziyal, giunto per ammirare l’estro dei compatrioti artisti ma anche per sottolineare che “iniziative come questa ci ricordano come i messaggi dell’arte sono e saranno sempre universali, capaci di abbattere ogni barriera: culturale, sociale, linguistica".
Assente giustificato - per via del caos generato dalla concomitanza della finale di Champions League - l’ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede João da Rocha Pàris che, comunque, ha svolto un importante ruolo per l’organizzazione e la buona riuscita di questo evento.
Il tema della mostra, come recita il titolo, è la saudade: termine lusofono che linguisti e letterati di varie nazionalità ed epoche, invano, hanno tentato di tradurre. È giusto chiarire sin da subito, dunque, che tale operazione avrà sempre uno scontato esito negativo. Saudade è una parola esclusivamente portoghese e pur essendoci formule linguistiche che riescono a sfiorare il suo significato più profondo, mai nessuna potrà farlo in maniera assolutamente compiuta.
L’unico strumento utile per tradurla correttamente è l’arte. In ognuna delle sue forme.
Vale senz’altro la pena, dunque, visitare questa mostra collettiva in cui le anime artistiche di due grandi paesi del Mediterraneo - Italia e Turchia – si incontrano a Roma in un luogo incantato in cui a giocare ina casa è il Porotgallo.Distacco, paura, allegria, tristezza, malinconia, nostalgia, gioia, inquietitudine: sono alcuni dei tanti messaggi trasmessi dai volti generati dalla creatività di Zeynep Akgün, Massimo Franchi, Pasquale Nero Galante ed Emin Koç. Oppure dalle biciclette di Dino Cucinelli o ancora dall’installazione di Claudio Orlandi e dalle intime atmosfere create da Sayat Uşakligil.Sensazioni che, se sommate, forse, riuscirebbero a tradurre il termine saudade; cosa ancora più importante, però, è che ognuna di esse, da sola, riesce a parlarci dell'essenza di un concetto che si traduce in modo di essere.
Guardando le opere dei sedici artisti, potrà capitarvi di sentire una fitta: durerà un secondo. Non capirete di cosa si tratta ma, solo per un attimo, sentirete sulla punta della lingua un formicolio. Penserete, per un istante, di aver trovato il termine corrispondente utile a tradurre la parola saudade ma rassegnatevi: non esiste.
Sintonizzandovi su quell’istante, però, potrete sentire odore e rumore di mare.
Prima un sorriso e poi una lacrima.
La fitta si trasformerà in un graffio che raschierà la vostra anima.
Gioia e dolore saranno brevi ma intensi.
Pur senza sapere con quale parola tradurla, la riconoscerete: saudade.
Iniziativa.info, giornale on line, probabilmente avra' anche una sua versione cartacea; il pezzo e' stato inserito questa sera. 2/3 giorni in home page, poi potra' essere visualizzato esclusivamente nella Sezione Cultura.
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