Partecipa alla rassegna del 9 maggio che si terrà presso UGC Ciné Cité Parco Leonardo e dove saranno proiettati 27 film provenienti dai Paesi membri dell'Unione Europea!
Il film scelto per rappresentare il Portogallo nella rassegna è "UPRISE" (A Zona). La proiezione sarà alle ore 17.45.
http://www.ugc.cinecite.it/index.htm
A ZONA
trailer
http://www.youtube.com/watch?v=YCZboYx7R9o
La morte di un fantasma vissuta da altri fantasmi, e intorno a loro un vuoto fatto di specchi che riflettono oscurità. Il primo lungometraggio del portoghese Sandro Aguilar (atteso al varco dopo aver fatto parlare di sé nei Festival di mezza Europa), è un inquietante e distruttivo resoconto della misera condizione umana, vista dalla prospettiva di un uomo che osserva il padre sopravvivere solo grazie ad un respiratore. Lo sperimentalismo virtuoso del regista opera una minuziosa frammentazione della realtà, fatta di oggetti, memorie e sogni futuri che sfumano in uno spietato fuori fuoco. Nascita e morte sono i due estremi entro cui l’essere umano è chiuso come topo in gabbia, insetto che con occhi miopi e tremanti esplora il mondo sempre minaccioso ed inquietante. Quanti colori ha il buio senza fine di Aguilar, oblio della pena in cui l’uomo si contorce, inghiottito nella sua “zona”, non-luogo cui lo costringe la coscienza della fine. Qui ogni cosa sembra abbandonare l’uomo in una mancanza di senso che si espande come macchia totalizzante, in cui spazio e tempo, passato e futuro si uniscono nel turbine che mette tutto sotto sopra, costringendoci in qualche modo a riunire i pezzi del reale. La morte e l’abbandono del senso diventano così possibilità estrema di rinascita. Affascinante e promettente cinema di disfacimento e finale liberatoria creazione.
in http://www.mpnews.it/index.php?section=articoli&category=44&id=2618/Recensione+film%3A+A+zona+(La+zona)
Sandro Aguilar's strange, elliptical debut feature more than fulfils the promise revealed in his numerous experimental shorts. A lugubrious man named Rui (António Pedroso) visits his dying father in a Lisbon hospital, where he meets an unnamed pregnant woman (Isabel Abreu), survivor of a car accident in which her lover has died. But have they met before and if so when? The zone of the Portugese title refers to the emotionally-charged space of the hospital, where much of the action takes place, but equally could refer to a Lynchian liminal space between life and death, where familiar narrative and temporal logic is suspended. If that sounds forbiddingly cerebral, it's anything but. Uprise's formal daring is anchored by beautifully weighted lead performances and a perfectly sustained downbeat mood; the viewer is gradually drawn by phenomenal cinematography and sound design into an immersive realm where certain scenes have an almost uncanny potency – small wonder that the film haunts you for days after seeing it. Aguilar is part of a thriving experimental auteur scene in Portugal that includes the likes of Miguel Gomes and Joao Pedro Rodrigues, channelling the anarchic spirit of João César Monteiro. That said, Aguilar is very much his own man, and on the evidence here seems destined to become one of Portugal's brightest talents.
in http://www.ica.org.uk/18094/Film/Uprise-A-Zona.html
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