Giovedì, 10 dicembre, alle ore
18:00 s’inaugura una nuova mostra di Paolo Bigelli presso l’Istituto Portoghese
di Sant’Antonio in Roma. “Passaggi – Passagens” riunisce gli ultimi lavori dell’artista,
in cui, secondo le sue stesse parole ha “intenzionalmente osservato quei
“non-luoghi” rappresentati dalle soglie, dalle finestre, da quelle zone di
passaggio che si aprono verso altro. Ho così immaginato linee tra un bosco ed
un prato, tra una radura e l’acqua, tra la luce e l’ombra, tra il silenzio ed
il suono, tra l’interno e l’esterno di una casa. Gli abitanti di questi “non
luoghi” sono in attesa di un cambiamento di stato colti nella fragilità che la
mutazione porta con sé.”
La mostra rimarrà aperta fino al
20 dicembre 2015, da lunedì a domenica, tra le 15:30 e le 19:30 e sabato e
domenica anche la mattina, dalle 10:00 alle 13:00. Ingresso libero.
Passaggi /Passagens
“La bellezza delle cose esiste
nella mente di colui che le contempla.” Questo sosteneva David Hume nel saggio
“Of the standard of taste”; nell’arte e nella sua esperienza c’è dunque il
respiro di una libertà cerebrale, del momento in cui il razionale cede all’emotivo,
a quel pizzico di follia che fa l’uomo così differente dal computer, che lo
rende creativo e libero di cambiare d’improvviso la propria direzione espressiva
, di varcare confini o sostare…. sulla
soglia di mondi diversi.
In questi miei ultimi lavori ho
intenzionalmente osservato quei “non-luoghi” rappresentati dalle soglie, dalle
finestre, da quelle zone di passaggio che si aprono verso altro. Ho così
immaginato linee tra un bosco ed un prato, tra una radura e l’acqua, tra la
luce e l’ombra, tra il silenzio ed il suono, tra l’interno e l’esterno di una
casa. Gli abitanti di questi “non luoghi” sono in attesa di un cambiamento di
stato colti nella fragilità che la mutazione porta con sé. In termini di
tecnica, l’indefinita atmosfera di un luogo “di passaggio” mi ha spinto, per
reazione, ad una maggiore definizione della “forma di un soggetto” mediante i
dettami di un chiaro-scuro più incisivo che ne esaltasse il contrasto, e
mediante l’uso delle linee di contorno più o meno sottili che fanno risaltare
la “forma” da esse racchiusa. Questi, che potrebbero apparire espedienti
tecnici, sono in realtà la traduzione della fluidità dell’esperienza dell’arte dove
spesso la tecnica e prodotto si identificano.
Oltre a soddisfare questo bisogno
di “definizione”, il contrasto di luci ed ombre e le linee di contorno tendono
a far si che la rappresentazione di un soggetto ambisca ad un’atmosfera non
realistica, evocante il contenuto, così come accade nelle correnti artistiche
successive all’impressionismo e come accade anche nell’illustrazione, spesso
erroneamente associata ad una mera sintesi narrativa. Incontreremo così
personaggi, miti, simboli e concetti, abitanti sospesi sulla soglia delle
iniziazioni che la vita porta con sé.
Paolo Bigelli
www.paolobigelli.com
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