Paulo
Cunha e Silva
(09.06.1962
– 11.11.2015)
È stata inaspettata e scioccante la
notizia della morte di Paulo Cunha e Silva, questa notte, nella sua casa dei
dintorni di Porto. A 53 anni, era al momento Assessore alla cultura del Comune
di Porto ed aveva ricevuto nell’ottobre scorso un’importante decorazione del
Governo francese – quella di Cavaliere delle Arti e delle Lettere, per il suo
“servizio alla cultura”.
Arrivato a
Roma, ha ricoperto tra il 2009 e il 2012 l’incarico di Consigliere
culturale dell’Ambasciata del Portogallo in Italia, lavorando insieme
all’Ambasciatore Fernando d’Oliveira Neves e al Dott. Nuno de Mello Bello,
Ministro-Consigliere dell’Ambasciata. Sono stati anni in cui il Portogallo ha
guadagnato una notevole visibilità in questo paese che si deve in gran parte a
Paulo Cunha e Silva. All’energia e dinamismo – a volte sembrava frenesia – che
imprimeva ad ogni cosa. E ogni cosa veniva in successione e in anticipo di
altre cose, un movimento continuo, che non poteva fermarsi, che non poteva che
avere grandi risultati.
Ricordo, per esempio, come caso inedito
(almeno in molti anni) la visita sistematica che l’Ambasciatore e il suo
Consigliere culturale hanno compiuto ad ogni centro universitario dove si
insegnasse la lingua portoghese. In quegli anni hanno percorso l’Italia da capo
a piedi, avvicinandosi alla realtà della trasmissione della cultura lusitana,
che spesso rimane come un interesse più teorico che concreto, ed è invece uno
dei vettori più interessanti della comunicazione tra i due paesi.
Laureato in medicina
presso l’Università di Porto e con una tesi di dottorato sul corpo umano,
pubblicata dall’Istituto Piaget (O Lugar
do Corpo: Elementos para uma Cartografia Fractal), aveva un’autentica passione
per le arti visive. Dopo l’importante attività che, in questo ambito, ha sviluppato
presso Porto 2001 – capitale europea
della cultura, e poi, tra il 2003 e il 2005, come direttore dell’Instituto
das Artes, è stato a Roma un attivo agente dell’interscambio culturale tra il
Portogallo e l’Italia.
Tra le tantissime cose che ha fatto qui,
ricordo specialmente – perché sono stato coinvolto direttamente – l’accoglienza al mitico regista portoghese
Manoel de Oliveira, premiato al Campidoglio nell’ottobre del 2009 e il progetto “Making
of/La Creazione” di Albuquerque Mendes che è stato presentato nella chiesa
nazionale di Sant’Antonio dei Portoghesi il 28 maggio 2010. E come dimenticare
lo splendido progetto di Vasco Araújo, “Impero”, esibito a Roma nel dicembre
del 2010, risultato di una residenza artistica – concetto introdotto in ambito
lusitano a Roma da Paulo Cunha Silva, che si ripeterà l’anno successivo con
“Fratelli” di Gabriel Abrantes?
Quando penso al
mio amico Paulo penso al vento, di cui parla José Tolentino Mendonça – poeta scelto da Paulo Cunha e Silva per
rappresentare il Portogallo a Roma, nel Festival Mediterranea 2010:
Quando vieres mergulhar teu balde
talvez ainda possas ver
flores vermelhas e frisadas
gansos e ratos silvestres
que respiram a teu lado
o infinito alcance
Talvez ao cair da noite vejas
o topo do pinheiro de resina derrubado
mais além
o animal ferido que se esconde
E pelas fagulhas da luz reconheças então o vento
vagaroso sobre o gelo
movendo-se para apagar o teu próprio trilho
José Tolentino Mendonça, “O vento” in O viajante sem sono
Il vento non sempre ha facilità nel cancellare
i passi che si lasciano sulla strada. Ci sono passi più profondi di altri,
incisi col peso morale della persona che li ha fatti. Penso che ci vorrà molto
vento sulla terra, prima che siano cancellati i passi di Paulo Cunha e Silva -
che ritrovo pure nella metafora della persona che si abbassa per riempire un
secchiello d’acqua sul lido: l’atteggiamento umile e il senso di missione, lo
stesso che lo porta a vedere lontano – e a portare anche lontano il nostro
sguardo.
Monsignor Agostinho da Costa Borges
ricorderà Paulo Cunha e Silva nella messa di domenica 15 novembre 2015 (ore
17:00) nella Chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi. Durante tre giorni la città
di Porto osserverà lutto in sua memoria.
Francisco
de Almeida Dias
Roma,
11 novembre 2015
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