Linguistica e bacalhau *
ovvero:
finalmente risolto l’annoso mistero della fonetica portoghese **
* In lingua-mãe
(romanesco).
** Per gentile concessione di Noam
Chomsky.
Mo’ ‘st’idioma lusitano,
che se parla ‘n po’ lontano,
alle ‘recchie d’un romano,
un’anticchia sona strano:
tutte ‘st’esse strascicate!
e le erre raddoppiate!
Dite ‘n po’, ma come fate?
Nun sarà quer che magnate!?
‘E sardine e er baccalà!
N’ vojo dì, pe’ carità,
mo o faceva puro mammà,
mai però a tutte l’ore!
Certo no pe’ colazione!
Ch’a loro è fissazione:
à noite e de manhã
so o stanno sempr’a magnà
Che c’avrà ‘sto baccalà,
che ce cureno i malati
e ce svezzeno i neonati,
che pe’ forza so’ portati,
pe’ li soni gutturali:
‘ste crianze so’ inocentes
che nun c’hanno manco i dentes,
quanno veem er bacalhau,
loro proveno a dì “não”,
che vorebbero un galão.
Incazzati come são,
je se spezza er coração,
je se strusceno le esse,
se raddoppieno le erre.
Sarvognuno, nun è mau,
na garganta er bacalhau,
não somente nutrição,
mas também da nação,
instrumento musical,
fundamento cultural,
da fonética a base.
E’ per questo che da Marzo,
magno sempre bacalhau,
ma rimango muito
scarso,
na pronúncia portoghese.
Mo’ che stamo verso Maggio,
magno er doppio der dosaggio,
chè der pesce son’ingordo:
so’ riuscito a esse gordo.
Quanto poi ar portoghese,
quanno falo
sembr’… abruzzese.
PAOLO PASQUINI
Post Scriptum dell’autore:
Con tutte le
cautele del caso (è molto anziano), Noam Chomsky è stato informato dell’esito
infelice di questo esperimento linguistico-alimentare, che, ahimè, confuta in
modo irrevocabile la sua ardita teoria scientifica, frutto di ben due decadi di
ricerche portate avanti con grande dedizione al MIT e a Coimbra. Ma Chomsky,
per fortuna, non ha fatto una piega.
Pare che suo nonno, per parte di
madre, fosse di Pescocostanzo. Pertanto, egli si è dichiarato molto soddisfatto
e mi ha salutato con un “Statt’ buone,
paisà” pronunciato con una ineccepibile pronuncia aprutina. Lui le lingue le sa!
4 commenti:
Ahaha...ci piace il bacallá come ai italiani la pasta...no riusciti a stare li lontano per molto tempo...buono buono il bacallá, pero dopo 2 giorni cercate il spaghetti :D quanto alla nostra doppia "r", io non riesco ancora a capire la differenza tra la vostra doppia "n, "t" e "l"...se ci vado al ristorante italiano e mi chiedenno che pasta voglio, no riesco a dire "penne" e prima che dica cualcosa che non vada bene, meglio scegliere i tortelini :p
Un testo molto divertente, ben scritto. Sono certa che il signor Chomsky, se ne avesse mai l'opportunita' apprezzerebbe.
Mi ha fatto pensare che io conoscevo solo il baccala' alla veneta e non mi piaceva. Da quando seguo il corso do portugues ho scoperto che em Portugal lo cucinano in piu' di 100 modi diversi e durante le mie frequenti trasferte verso Lisbona ho avuto modo di apprezzarlo. Certo gli stereotipi esistono dappertutto: in Portogallo tutti mangiano il baccala' e in italia tutti mangiano la pasta. Que chatice.... :-)
Donatella Salvi
Questo interessantissimo testo sembrerebbe confermare l'antico adagio romanzo che recita "parla come magni"......di certo apre scenari inediti sul connubio lingue e papille gustative!!
Complimenti ao Paolo che ha saputo dirimere efficacemente l'annosa questione!!
Annalisa
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