«GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO»
Fausto Maria Franchi, António Marques, Tereza Seabra, Bela Silva e Maximilian Vilz
Fausto Maria Franchi, António Marques, Tereza Seabra, Bela Silva e Maximilian Vilz
Mercoledì 6 maggio a partire dalle ore 18.00 presso la Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio verrà inaugurata la mostra, dal titolo “Gruppo di famiglia in un interno”, sotto l’alto patrocinio di S.E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede dott. João da Rocha Páris.
La mostra si propone di portare a conoscenza del pubblico romano il lavoro e il campo di ricerca di cinque artisti internazionali, legati tra loro dal dovere del fare: Fausto Maria Franchi, António Marques, Tereza Seabra, Bela Silva e Maximilian Vilz, concretizzando in tal modo l’intento primo dello spazio espositivo del centro culturale IPSAR, Istituto portoghese Sant Antonio in Roma, ossia quello di promuovere incontri e sinergie tra artisti portoghesi e italiani.
Presenterà il dott. João da Rocha Páris e mons. Agostinho da Costa Borges, rettore dell’IPSAR, alla presenza degli artisti.
Alle ore 19.00 presso il Salone Nobile dell’Istituto si terrà un concerto inaugurale: “liriche per voce e pianoforte”: poesie di Lucia Sabatini Scalmati, composte da Stefano Giardino; Laura Toppetti, mezzosoprano e Stefano Giardino, pianoforte.
Verranno inoltre eseguite musiche di George Frederich Haendel, Ottorino Respighi, Stefano Giardino, Dmitri Schostakowitch, Nino Rota.
Seguirà un rinfresco.
Vernissage: mercoledì 6 maggio ore 18.00
La mostra rimarrà aperta dal 7 al 24 maggio 2009
Orari: mercoledì, giovedì e venerdì 16.00 - 20.00
Sabato e domenica 11.00 - 13.00 / 16.00 - 20.00
Sede: Via dei Portoghesi, 6
Ingresso libero.
Ufficio stampa: Madia Mauro
cell. 347 0492505 email: madia.mauro@libero.it
Cocktail offerto da: Il Viaggio, ristorante
Fausto Maria Franchi, nato a Roma nel 1939. Le sue opere fanno parte della collezione museale di Palazzo Pitti, Firenze, dello Schmuckmuseum di Phorzheim, del Moder Museum di Monaco, del museo di Castellana, oltre a essere presenti in numerose collezioni private. In questa mostra propone la rielaborazione dell’oggetto “campana”. Emulare antiche tradizione è colmare il mondo di campane e campane; consultare l’antico oracolo affinché la poesia del suono riviva nella memoria dell’uomo quando il vibrare delle campane affolla di suoni l’aria del folle bosco cittadino. L’artista espone 25 campane bronzee, esuberanti, mediterranee, tra cui l’opera dal titolo ‘Vento dell’Est’: “…ho bisogno di esprimere, di abbondare. Ho bisogno, anche, che altri si soffermino sui particolari, che siano stimolati, vorrei dare a loro il tempo necessario per la lettura…Da qui la necessità di prolungare il tempo, introdurre delle addizioni affinché la percezione sia legata alla lettura di allegri scherzi in cui l’occhio si riposi, il pensiero rallenti e il tempo si dilati. Allora, allora si …. gioca. Si gioca su stonature - accordi - controcanti, su note impazzite per una sinfonia muta, per una musica interiore” (http://www.faustomariafranchi.com/).
António Marques, nato a Lisbona nel 1959 dove vive e lavora. Ha studiato pittura presso la facoltà di Belle Arti a Lisbona, acquisendo una lunga esperienza anche nel campo della ceramica. Considerato il primo e il più famoso illustratore del Portogallo ha esposto nel Salão Lisboa dal 1998 al 2002, oltre che in numerose città sia in Portogallo che all’estero. Ha fondato il primo corso d’illustrazione presso l’accademia Ar.Co. E’ presente su numerose riviste di settore. In occasione di questa collettiva egli presenta al pubblico romano otto opere. Descrive la sua esperienza romana con queste parole: “sarei felice se tu fossi qui con me... Ovunque mi rechi incontro qualcosa di sconosciuto, è tutto come avevo immaginato, è tutto nuovo. Non ho avuto nuove idee, non ho trovato nulla di realmente strano, ma le idee più remote sono divenute così esatte, così vive, così armoniche, che potrebbero sembrare nuove. Ri-conoscere Roma, rigenera...”.
Tereza Seabra, nata a Alcobaça nel 1944, vive e lavora a Lisbona. I suoi studi si sono svolti tra Lisbona e New York, presso l’Art Centre con Thomas Gentile e Amburgo con il Prof. Almir Mavigner. Ha da sempre indirizzato la sua speculazione artistica nel campo della gioiello contemporaneo d’autore, fondando e dirigendo, dal 1978 al 2004, la sezione d’oreficeria dell’accademia Ar.Co. Ha partecipato a numerose mostre sia in Portogallo sia all’estero. Presenta al pubblico opere oroginali dal titolo ‘Broken Hearts III, 1 e 2’ del 2009 realizzate con materiali vari tra cui foto vintage, seta, anelli di oro, plastica e ‘Untiled 2009’ con gli occhi di Dio in argento, provenienti dall’India su corallo nero.
“Cosa fu se non il desiderio di sapere, di esplorare, la curiosità di conoscere di un gruppo di ragazzi del Rinascimento a far scoprire la Domus Aurea? Calatisi in un oscuro cunicolo si ritrovarono pieni di meraviglia davanti alle maestose sale della casa di Nerone; Le torce accese rivelarono decorazioni parietali dai disegni mai visti prima, candelabri dalle delicate forme, tessuti come un merletto. Il nuovo, eppure così antico, fu ben presto emulato, divulgato in mille luminose ripetizioni da Roma a San Pietroburgo. Ora, la casa dorata dove prima brillava il sole è un sotterraneo. Roma si rivela a poco a poco sovrapponendo anche in me diverse ispirazioni, a volte luminose, altre volte profondissime... “ (http:://www.terezaseabra.com).
Bela Silva, nata a Lisbona nel 1966, ha effettuato i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Lisbona, in Inghilterra, completati con un master in Arte a Chicago. Vissuta per 14 anni tra Chicago e New York, ora lavora e vive a Lisbona. Da sempre attratta dalla ceramica, ha lavorato ed esposto presso gallerie e musei nazionali e internazionali. Ha eseguito diversi lavori pubblici. Molto famosa e apprezzata una fermata della metropolitana di Lisbona. Espone opere in ceramica dal titolo: ‘Fauno’, ‘Consunto’ e ‘Retrato’. “Quando sono a Roma i miei sogni si arricchiscono di colori. Amo passeggiare per le strade senza meta, e sorprendermi all’improvviso dinanzi al rudere di un tempio, e ho l’impressione di entrare in un quadro romantico del XIX secolo o nello scenario di un’opera, è davvero un magnifico incontro. È una città che mi regala ispirazioni, il suono delle acque che scorrono dalla bocca di un animale grottesco in una bella fontana, le verdure e la frutta nei mercatini per strada, i piccoli banchi con cibi deliziosi, gli affreschi dei palazzi...è una città dai molteplici significati nella quale mi identifico”. (http://www.belasilva.com/).
Maximilian Vilz, artista tedesco principalmente attratto dalla materia del legno, vive e lavora da anni in Italia. In occasione di questa collettiva propone al pubblico undici pannelli lignei dal titolo ‘Recupero e riciclaggio’, selezionati dal suo ultimo campo di ricerca. Egli, infatti, definisce la sua opera “…un riciclo, in quanto lavorare sulla materia è trasformare strutture preesistenti e dargli una forma di remota memoria, di intenzioni conservate nella percezione visiva che si sono ricevute nell’arco di un tempo percorso nella propria geografia ambientale e culturale. Questo lavoro non prescinde dalla persona ma, come l’intimo della persona, non si manifesta in tutta la sua essenza. L’opera è soggetta alla influenza del degrado che l’ambiente esercita sull’opera. Lo stesso lento decadimento della materia insito nella sua natura di non essere concepita eterna. L’operante cerca la perfezione nel lavoro finito creando l’opera infinita… “Nessuna nota biografica perché “memorizzare su carta un saldo e come archiviare se stesso e non sento di fare ciò.“
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