Sala Teatro Ichos - Stagione teatrale 2015/16
venerdì 8 Aprile 2016
http://www.ichoszoeteatro.it/2015-2016_16.php
Isabella Mangani
“Mátria
tre concerti per due donne e una città”
"Amália tra i poeti"
dedicato ad Amália Rodrigues
Idea e selezione di Francisco de Almeida Dias
traduzioni a cura di Isabella Mangani e Francisco de Almeida Dias
con
Francisco de Almeida Dias – voce recitante (in portoghese)
Isabella Mangani – voce recitante (in italiano)
Stefano Donegà – chitarra classica
Felice Zaccheo – chitarra portoghese
Amália tra i poeti
Amália Rodrigues, considerata in patria come la maggior interprete di “fado”, è stata riconosciuta a livello internazionale come la voce lusitana per eccellenza, perdendo cognome e accentuazione sulla a di mezzo: AMALIA sembrava bastare ed era sinonimo di Portogallo. La sua carriera durò più di cinquant’anni, con centinaia di concerti in tutto il mondo, compresa l’Italia, dove incise anche il disco A una terra che amo, nel 1973. Non tutti sanno però che Amália ha operato all’interno della canzone nazionale portoghese una vera rivoluzione, introducendo in un ambito tradizionalmente popolare i più grandi poeti portoghesi, dal Cinquecento fino ai suoi contemporanei. Così, attraverso la sua voce potente e grazie alla collaborazione di alcuni sensibili compositori, il grande epico Camões e i nomi più illustri della poesia di espressione portoghese del XX secolo sono usciti dalle accademie per entrare a fare parte di un patrimonio comune allargato e accessibile a tutti. Il nostro omaggio è un percorso di poesia e musica intorno alle parole di alcuni di questi grandi poeti cantati da Amália Rodrigues e ai versi che la stessa Amália scriveva.
Amália Rodrigues, considerata in patria come la maggior interprete di “fado”, è stata riconosciuta a livello internazionale come la voce lusitana per eccellenza, perdendo cognome e accentuazione sulla a di mezzo: AMALIA sembrava bastare ed era sinonimo di Portogallo. La sua carriera durò più di cinquant’anni, con centinaia di concerti in tutto il mondo, compresa l’Italia, dove incise anche il disco A una terra che amo, nel 1973. Non tutti sanno però che Amália ha operato all’interno della canzone nazionale portoghese una vera rivoluzione, introducendo in un ambito tradizionalmente popolare i più grandi poeti portoghesi, dal Cinquecento fino ai suoi contemporanei. Così, attraverso la sua voce potente e grazie alla collaborazione di alcuni sensibili compositori, il grande epico Camões e i nomi più illustri della poesia di espressione portoghese del XX secolo sono usciti dalle accademie per entrare a fare parte di un patrimonio comune allargato e accessibile a tutti. Il nostro omaggio è un percorso di poesia e musica intorno alle parole di alcuni di questi grandi poeti cantati da Amália Rodrigues e ai versi che la stessa Amália scriveva.
sabato 9 Aprile 2016
http://www.ichoszoeteatro.it/2015-2016_16b.php
"Mareiro"
Avvistamenti lusitani da Capo di Posillipo
Isabella Mangani in Trio
con Stefano Donegà e Felice Zaccheo
Mareiro
Avvistamenti lusitani da Capo di Posillipo
Scrive Manuel Teixeira-Gomes:
“Vento mareiro fresco, encapelando levemente a água em ondas verdes, floridas de espuma efémera. Aragem que sacia os pulmões…”
“Fresco vento che soffia dal mare, che increspa lievemente l’acqua a tramutarla in verdi onde, floride di spuma effimera. Brezza che sazia i polmoni…” Vénus momentânea (da Inventário de Junho, 2ª ed., 1918)
In portoghese, “mareiro” è un aggettivo che indica provenienza e si dice soprattutto di vento che “viene o soffia dal mare”. In senso più esteso, significa “propizio, favorevole alla navigazione”. Con i nostri canti, i nostri suoni e i personaggi che evochiamo attraverso le nostre parole vogliamo essere il vento buono che gonfia le vele, ma anche la brezza che sazia i polmoni di chi resta sul molo. Il vento dei buoni presagi. Napoli è la città che ha dato i natali a Isabella Mangani, Lisbona è la Napoli gentile che l’ha ospitata e ancora la accoglie con amore e con una luce per la quale non ci sono parole. Sembra si diano le spalle, l’una rivolta su un grande e freddo oceano, l’altra sul caldo mare più a oriente. È con quel calore che la sirena Partenope circonda in un abbraccio la principessina mora del Tago e la racconta, con amore.
Avvistamenti lusitani da Capo di Posillipo
Scrive Manuel Teixeira-Gomes:
“Vento mareiro fresco, encapelando levemente a água em ondas verdes, floridas de espuma efémera. Aragem que sacia os pulmões…”
“Fresco vento che soffia dal mare, che increspa lievemente l’acqua a tramutarla in verdi onde, floride di spuma effimera. Brezza che sazia i polmoni…” Vénus momentânea (da Inventário de Junho, 2ª ed., 1918)
In portoghese, “mareiro” è un aggettivo che indica provenienza e si dice soprattutto di vento che “viene o soffia dal mare”. In senso più esteso, significa “propizio, favorevole alla navigazione”. Con i nostri canti, i nostri suoni e i personaggi che evochiamo attraverso le nostre parole vogliamo essere il vento buono che gonfia le vele, ma anche la brezza che sazia i polmoni di chi resta sul molo. Il vento dei buoni presagi. Napoli è la città che ha dato i natali a Isabella Mangani, Lisbona è la Napoli gentile che l’ha ospitata e ancora la accoglie con amore e con una luce per la quale non ci sono parole. Sembra si diano le spalle, l’una rivolta su un grande e freddo oceano, l’altra sul caldo mare più a oriente. È con quel calore che la sirena Partenope circonda in un abbraccio la principessina mora del Tago e la racconta, con amore.
domenica 10 Aprile 2016
http://www.ichoszoeteatro.it/2015-2016_16c.php
"Canzone pe’ Leonora"
Idea e selezione di Francisco de Almeida Dias
traduzioni a cura di Isabella Mangani e Francisco de Almeida Dias
con
Isabella Mangani – voce e narrazione
Stefano Donegà e Felice Zaccheo – cordofoni e altri strumenti
Canzone pe’ Leonora
Era il 20 agosto 1799. A Piazza Mercato veniva portata al patibolo una donna italiana di origini portoghesi che sarebbe divenuta uno dei simboli della Repubblica Napoletana. Era una letterata, traduttrice, madre in lutto, moglie abusata, attivista politica e giornalista. La conosciamo con il nome di Eleonora Pimentel Fonseca.
Con questo concerto intendiamo raccontarla, e – parafrasando Benedetto Croce –riallacciare con la nostra forza, pur modesta e umile, di musicisti quel legame sentimentale con il passato che prepara ed aiuta l’intelligenza storica e che soprattutto assai ingentilisce gli animi. Ricerca musicale a cura di Stefano Donegà, Isabella Mangani e Felice Zaccheo.
Era il 20 agosto 1799. A Piazza Mercato veniva portata al patibolo una donna italiana di origini portoghesi che sarebbe divenuta uno dei simboli della Repubblica Napoletana. Era una letterata, traduttrice, madre in lutto, moglie abusata, attivista politica e giornalista. La conosciamo con il nome di Eleonora Pimentel Fonseca.
Con questo concerto intendiamo raccontarla, e – parafrasando Benedetto Croce –riallacciare con la nostra forza, pur modesta e umile, di musicisti quel legame sentimentale con il passato che prepara ed aiuta l’intelligenza storica e che soprattutto assai ingentilisce gli animi. Ricerca musicale a cura di Stefano Donegà, Isabella Mangani e Felice Zaccheo.
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