martedì 20 maggio 2008

Karen Thomas e Simonetta Gagliano em S. Antonio dei Portoghesi


IPSAR
Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma

R.U.F.A.


Libera Accademia di Belle Arti

sotto l'alto patrocinio di S.E. l'Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede

KAREN THOMAS
vi sia la luce

SIMONETTA GAGLIANO
orizzonti





Inaugurazione: mercoledì 21 maggio 2008 dalle ore 18,30
Presiederà S.E. l’Ambasciatore del Portogallo alla Santa Sede,
Dr. Joào da Rocha Pàris
Interverranno
Mons. Agostinho da Costa Borges,
Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma,
Mons. Josef Clemens,
Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici
e il Dr. Francisco Maria Leote de Almeida Dias

seguirà un cocktail

Esposizione: 22 maggio – 22 giugno 2008

Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma,
Via dei Portoghesi, 6
Orari: mercoledì, giovedì e venerdì 15-20
sabato e domenica 11-13 / 15-20


info: 06 68802496


Catalogo Karen Thomas con testi di Costanzo Costantini, Angelo Dominici, Gianni Franceschi, Valerio Rivosecchi, Claudio Strinati e intervista all’artista di Andrea Romoli Barberini


Catalogo Simonetta Gagliano con testo di Raffaele Simongini e intervista all’artista di Andrea Romoli Barberini



Ufficio stampa: Scarlett Matassi 347 0418110 – e-mail: scarlett.matassi@virgilio.it



In tempi in cui la riflessione teologica sull’arte sembra essere un argomento del tutto desueto, colpisce per coraggiosa originalità la mostra che presenta, da giovedì 23 maggio presso la Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma, i lavori più recenti di Karen Thomas e Simonetta Gagliano, due pittrici che, attraverso il moderno linguaggio dell’astrazione, cercano di dare risposta ad una domanda antica: può la bellezza, come contemplazione del creato, condurci a Dio? Può ancora l’arte essere tramite del divino? Raffaele Simongini, commentando in catalogo i lavori della Gagliano, ricorda a quanti pensano di poter liquidare la questione con un’ironica alzata di spalle, le parole del teologo von Balthasar :”La nostra parola iniziale si chiama bellezza…Chi, al suo nome, increspa al sorriso le labbra, giudicandola come il ninnolo esotico di un passato borghese, di costui si può essere sicuri che non è più capace di pregare e , presto, nemmeno di amare” .
Spiega Karen Thomas: “E’ molto difficile oggi, per un artista, essere sincero. Ciò che io voglio al di sopra di ogni cosa è mantenere la mia sincerità artistica” . E la sincerità artistica è appunto il legame che apparenta gli ultimi lavori della pittrice tedesca, il ciclo Vi sia la luce, agli Orizzonti di Simonetta Gagliano, opere che non cercano di allinearsi al gusto del momento, complesse per la finezza dell’elaborazione e la solida cultura pittorica che le sottende, eppure, al contempo, abbastanza semplici e immediate da chiamare l’osservatore ad una gioiosa partecipazione emotiva. Opere che emozionano perché scavano senza pudore e senza calcolo nel mondo interiore dell’artista.



Karen Thomas – Vi sia la luce

Di stile particolarissimo che la colloca in una posizione peculiare nel panorama attuale della pittura in Italia parla Claudio Strinati commentando i lavori di Karen Thomas, berlinese, residente da diciannove anni a Roma dove insegna alla RUFA, una delle due accademie di belle arti della capitale. Karen ama però precisare che quel suo stile così personale e riconoscibile è riconducibile all’espressionismo, il luogo culturale della sua formazione. Mai del tutto abbandonato perché “L’espressionismo è il giudizio che si fa pittura. Intervenire sui grandi temi di oggi con una pittura che ha questa vocazione critica significa ribadire e sottolineare la responsabilità dell’artista che deve prendere posizione senza nascondersi, come oggi troppo spesso accade, nei territori del ludico e del decorativismo.”
I suoi lavori più recenti, una serie di dipinti tutti risolti in verticale che ha raccolto sotto il titolo Vi sia la luce, rappresentano la prosecuzione di un percorso di meditazione sulle pagine della Genesi che ha già prodotto un ciclo di nove grandi tele dedicate ai vari momenti della creazione. Ora l’attenzione dell’artista si concentra sul primo giorno: E Dio creò la luce. Da circa tre anni la sua pittura ruota attorno all’idea della luce-colore. Sulle sue tele si vedono quelle che Claudio Strinati definisce vere e proprie esplosioni cromatiche, folgorazioni visive, una luce che giunge a noi da universi lontani. Come sempre, però, nel lavoro di Karen Thomas alla sapiente ricerca di carattere pittorico si affianca la convinzione della missione morale di quella ricerca. Da questo punto di vista il soggetto biblico della creazione dell’universo non è scelto a caso: elevare un inno di luce e colore alla bellezza del creato consente infatti alla Thomas di sollecitare l’impegno dell’osservatore verso le questioni etiche che le sono care, tra queste anche quelle ambientali.



Simonetta Gagliano – Orizzonti

Risponde divertita Simonetta Gagliano a chi le chiede di inquadrare la propria ricerca d’artista: “Esiste una corrente esteto-spirituale? Un’avanguardia che contempli il concetto di sospensione del tempo e di A-temporalità dell’arte? Per me la tela è uno spazio di libertà interpretativa della coscienza.”
L’ultima fatica della pittrice romana consiste in un ciclo di tredici tele orizzontali: gli Orizzonti. Orizzonti mistici, avverte Raffaele Simongini nell’ispirato saggio in catalogo. Orizzonti che dispongono lo stato d’animo dello spettatore verso l’elevazione dello spirito di fronte a Dio. A ribadire la valenza spirituale delle sue forme-colore, “Per me, un viaggio tra fede e ricerca interiore”, Gagliano ha scelto per ognuno dei suoi tredici orizzonti un titolo tratto da versi dell’ottavo salmo del Libro di Giobbe, testo di straordinaria intensità, non a caso già commentato da William Blake, consultato dietro consiglio di Padre Nino, il cappellano della RUFA, libera Accademia di Belle Arti di Roma, dove l’artista è titolare della cattedra di pittura. Ancora la sorprende la perfetta aderenza di quelle parole alle emozioni epresse attraverso i suoi dipinti, concepiti, al pari di molta pittura contemporanea, come work in progress destinati a prendere una definita direzione in corso d’opera. Non sapeva Simonetta, quando ha messo in cantiere i suoi Orizzonti, che, questa volta, il colore l’avrebbe portata tra le pagine del Libro più antico.

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