venerdì 29 maggio 2009

Os "Deolinda" por Massimiliano Rossi

O nosso caro amigo Massimiliano Rossi foi ao concerto dos "Deolinda", há algum tempo atrás, no Auditorium Parco della Musica (anunciado em via dei Portoghesi: ) divertiu-se imenso, falou com o grupo e até tirou uma fotografia.
Aqui estão as suas impressões, num Português excelente, que muito lhe agradecemos.

DEOLINDA
Os "Deolinda" são, realmente, um grupo muito original.
Duas guitarras, nenhuma destas portuguesa, um contrabaixo e a admirável voz da cantora Ana Bacalhau (nome verdadeiro que parece artístico!), apresentam-se em palco: ela com vestido tradicional e os músicos de boina, uma pequena mesa com um pano bordado e flores e ainda naperons espalhados sobre as caixas acústicas.
A música deles não é fado nem música popular portuguesa, mas uma mistura das duas e mais uma ironia que atravessa todo o concerto, no qual apresentaram, pela primeira vez em Itália, o primeiro disco, "Canção ao lado".
O tema que se repete nas letras das músicas, é o "Amor não correspondido", mas ao contrário do que frequentemente acontece noFado, aqui o final nunca é trágico ou triste: tem sempre um tom irónico e as vezes surreal.
O concerto, ou, melhor seria dizer, o espectáculo, é muito divertido e a cantora é muito expressiva e duma simpatia contagiante. Sabe estar em palco e interagir com o público, até mandou traduzir em italiano umas linhas para introduzir as músicas, o que muito ajudou ao êxito do concerto.
Enfim, os Deolinda parecem ser uma lufada de ar fresco na música portuguesa contemporânea e, ao contrário do que dizem na música "Fon-fon-fon", não são uma seca!
MASSIMILIANO ROSSI

Angela Di Matteo - Lisbona. L'Oceanario.

A nossa aluna Angela Di Matteo, uma das partcipantes na viagem a Lisboa promovida pela Professora Giulia Lanciani sob o patrocínio exclusivo do Departamento de Literaturas Comparadas da Universidade de Roma Tre, escreveu este texto que temos todo o gosto em publicar. Obrigado, Angela!



LISBONA. L’OCEANARIO.
UN VIAGGIO SOTT’ACQUA NEI CINQUE CONTINENTI


Link pagina ufficiale: http://www.oceanario.pt/

Uno spettacolo incredibile. L’Oceanario di Lisbona toglie il fiato.
Situato nel Parque das Nações, l’imponente edificio viene costruito in occasione dell’Expò98 dal titolo “Gli oceani: un patrimonio per il futuro” e raggiunge la vetta degli acquari più grandi in Europa. È strutturato in due edifici a due livelli ed ospita circa 16.000 piante e animali di 450 specie. La piscina centrale, a dir poco spettacolare, contiene sette milioni di litri d’acqua salata. In un unico immenso complesso, l’Oceanario riesce a riprodurre quattro habitat marini e costieri: il Nord Atlantico, l’Atlantico, il Pacifico temperato e l’Oceano tropicale Indiano. L’Oceanario vanta tecniche avanzatissime per la conservazione naturale degli habitat, un’equipe espertissima di biologi e di ingegneri e collabora con varie istituzioni in progetti di ricerca per la conservazione della biodiversità marina.
Ma la domanda a questo punto sorge spontanea: sarà poi così giusto intrappolare piante ed animali sotto vetro per la meraviglia dei nostri umani occhi? In fondo è sempre un acquario, che non è altro che uno zoo sott’acqua. Sarà poi così normale che tonni, pesci-luna, squali e tanti altri pesciolini finiscano in ammollo nella stessa vasca?
Nell’era del tutto e subito siamo riusciti persino a creare un unico Oceano Globale, in cui buttare specie diverse con abitudini, alimenti e temperature altrettanto differenti per poter spalancare gli occhi, alitare sul vetro e sussurrare “Che meraviglia!”. Certo lo spettacolo non ha eguali e punta molto sull’effetto scenografico e sui giochi di luce e colori, ma che ne è degli animali?.
Sicuramente l’Oceanario non è un acquario qualunque: offre uno spettacolo davvero imponente, non usuale e unico nel suo genere. Sempre aggiornato e in continua evoluzione, tiene al bene dei propri ospiti pinnati, purchè questi restino buoni buoni nel recinto a loro assegnato. L’Oceanario in fondo è solo un grande business: ondate di turisti, scolaresche e comitive si precipitano ogni anno per ammirare una delle meraviglie del mondo, fruttando bei denari a chi ci ha visto lungo.
Vale la pena visitarlo? Beh, per 11€ non è male, ma forse sarebbe meglio andarsene al mare, tra i pesci veri.

Angela Di Matteo

"Sintesi - Saudade" de Igino Camerota

Agradecemos a Igino Camerota a assinalação do seu artigo sobre a inauguração da exposição colectiva de pintura que teve lugar quarta-feira passada na galeria do Instituto Português de Santo António em Roma.

Artigo publicado on-line em


Traduzione di Saudade
Igino Camerota
giovedì 28 maggio 2009


L'Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma, ieri, ha aperto le porte della sua galleria d'arte per accogliere un pubblico numeroso e piacevolmente...eterogeneo. C'è tempo sino al quattordici giugno per visitare - nella suggestiva cornice di Via dei Portoghesi - Sintesi Saudade, esposizione curata da Angelo Andreuoli (Neoartgallery), Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusuf. Complimenti sinceri agli organizzatori che sono riusciti nell'impresa di assemblare le opere e la creatività di ben sedici artisti. Sei italiani e dieci turchi.Belle le parole con cui Monsinhor Agostinho da Costa Borges, rettore dell'IPSAR, nel fare gli onori di casa, ha introdotto i visitatori nei locali di quella che una volta era una farmacia in cui trovavano conforto i pellegrini che giungevano nella Città Eterna: anche oggi, infatti, questo magico spazio è luogo terapeutico poiché - per usare le parole del rettore - “l’arte, attraverso le sensazioni che in noi uomini provoca, cura la mente, lo spirito, il cuore".
Presenti le istituzioni e importante testimonianza offerta da Sua Eccellenza l’Ambasciatore di Turchia Uğur Ziyal, giunto per ammirare l’estro dei compatrioti artisti ma anche per sottolineare che “iniziative come questa ci ricordano come i messaggi dell’arte sono e saranno sempre universali, capaci di abbattere ogni barriera: culturale, sociale, linguistica".
Assente giustificato - per via del caos generato dalla concomitanza della finale di Champions League - l’ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede João da Rocha Pàris che, comunque, ha svolto un importante ruolo per l’organizzazione e la buona riuscita di questo evento.
Il tema della mostra, come recita il titolo, è la saudade: termine lusofono che linguisti e letterati di varie nazionalità ed epoche, invano, hanno tentato di tradurre. È giusto chiarire sin da subito, dunque, che tale operazione avrà sempre uno scontato esito negativo. Saudade è una parola esclusivamente portoghese e pur essendoci formule linguistiche che riescono a sfiorare il suo significato più profondo, mai nessuna potrà farlo in maniera assolutamente compiuta.
L’unico strumento utile per tradurla correttamente è l’arte. In ognuna delle sue forme.
Vale senz’altro la pena, dunque, visitare questa mostra collettiva in cui le anime artistiche di due grandi paesi del Mediterraneo - Italia e Turchia – si incontrano a Roma in un luogo incantato in cui a giocare ina casa è il Porotgallo.Distacco, paura, allegria, tristezza, malinconia, nostalgia, gioia, inquietitudine: sono alcuni dei tanti messaggi trasmessi dai volti generati dalla creatività di Zeynep Akgün, Massimo Franchi, Pasquale Nero Galante ed Emin Koç. Oppure dalle biciclette di Dino Cucinelli o ancora dall’installazione di Claudio Orlandi e dalle intime atmosfere create da Sayat Uşakligil.Sensazioni che, se sommate, forse, riuscirebbero a tradurre il termine saudade; cosa ancora più importante, però, è che ognuna di esse, da sola, riesce a parlarci dell'essenza di un concetto che si traduce in modo di essere.
Guardando le opere dei sedici artisti, potrà capitarvi di sentire una fitta: durerà un secondo. Non capirete di cosa si tratta ma, solo per un attimo, sentirete sulla punta della lingua un formicolio. Penserete, per un istante, di aver trovato il termine corrispondente utile a tradurre la parola saudade ma rassegnatevi: non esiste.
Sintonizzandovi su quell’istante, però, potrete sentire odore e rumore di mare.
Prima un sorriso e poi una lacrima.
La fitta si trasformerà in un graffio che raschierà la vostra anima.
Gioia e dolore saranno brevi ma intensi.
Pur senza sapere con quale parola tradurla, la riconoscerete: saudade.


Iniziativa.info, giornale on line, probabilmente avra' anche una sua versione cartacea; il pezzo e' stato inserito questa sera. 2/3 giorni in home page, poi potra' essere visualizzato esclusivamente nella Sezione Cultura.

lunedì 25 maggio 2009

Visita de Estudo a Lisboa - duas praças de Lisboa




Visita de Estudo a Lisboa - Belém







Visita de Estudo a Lisboa - Sintra (Seteais)


Visita de Estudo a Lisboa - Camões: monumento nos Jerónimos


Visita de Estudo a Lisboa - Camões: Instituto


Visita de Estudo a Lisboa - com os artistas Tereza Seabra e António Marques


Visita de Estudo a Lisboa - recebidos na Assembleia da República pelo Dr. Manuel Alegre




Visita de Estudo a Lisboa - na Biblioteca Nacional com a Drª Fátima Lopes


Visita de Estudo a Lisboa - no Instituto Italiano de Cultura com a Drª Simona Griani


Visita de Estudo a Lisboa - Lisboa de manhã


Visita de Estudo a Lisboa - Lisboa à noite


Visita de Estudo a Lisboa - chegada


Visita de Estudo a Lisboa - partida


venerdì 15 maggio 2009

Galleria IPSAR: mostra SINTESI - Saudade


Con il patrocinio di

Ambasciata della Repubblica Turca - Ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede - Ufficio di Cultura e Turismo della Repubblica Turca - Istituto Camões - Assessorato alla Cultura della Regione Lazio - Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma ­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­


ISTITUTO PORTOGHESE DI SANTO ANTONIO IN ROMA e NEOARTGALLERY

presentano


SINTESI "Saudade"


Sedici Artisti, nove turchi e sette italiani, danno vita nella prestigiosa cornice della Galleria d'Arte dell'Istituto Portoghese Santo Antonio di Roma alla quinta Mostra collettiva, la prima in Italia, in cui si uniscono le anime artistiche dei due grandi paesi del mediterraneo nel tentativo, riuscito , di interpretare con l'Arte quello che la parola di chi non nasce portoghese non può descrivere, un sentimento che alberga in tutti i cuori lusitani ed è conosciuto col nome di "saudade". Aspettative, ansie, emozioni si sublimano in colore tela e materia, sintesi e racconto di spazi e di vite vissute.


Gli artisti:

Zeynep Akgün, Alba Amoruso, Oktay Anilanmert, M.Zahit Büyükis¸liyen, Dino Cucinelli, Gürbüz Doğan Ekşioğlu, Massimo Franchi , Pasquale “Nero” Galante, Devabil Kara, Fevzi Karakoç, Emin Koç, Laura Migotto , Claudio Orlandi, Paolo Profaizer, Murat Tolga, Sayat Uşaklıgil


Esperienze che si sono già incontrate nelle quattro precedenti Esposizioni del Gruppo Sintesi, la prima volta presso la Galleria d'Arte del Caddebostan Kültür Merkezi, CKM - Kadıköy - Istanbul , e poi sempre in Turchia, nei saloni espositivi dell'Università Atatürk di Erzurum e ancora presso la Galleria Altamira e il Museo dell'Arte di Mersin. Sono già programmate, per 2009 e per il 2010, ulteriori attività espositive del gruppo ancora ad Istanbul ,con esposizioni in luoghi pubblici e gallerie, ad Ankara, Adana, Bursa, Eskişehir, Bratislava, Lisbona, Salerno, Roma, Rimini.


Inaugurazione

mercoledì 27 Maggio 2009 ore 18,30 presso la Galleria d¹Arte dell' ISTITUTO PORTOGHESE SANTO ANTONIO ROMA (IPSAR ) in Via dei Portoghesi, 6 a ROMA


Esposizione

dal 27 maggio al 14 Giugno 2009,


INGRESSO GRATUITO CON ELEGANTE CATALOGO IN SEDE


Orari: mercoledì, giovedì e venerdì 16.00 - 20.00

Sabato e domenica 11.00 - 13.00 / 16.00 - 20.00


Telefono NeoArtGallery: 00 39 06 - 4740795 http://us.mc505.mail.yahoo.com/mc/compose?to=info@neoartgallery.it ­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­


Un evento a cura diAngelo Andriuolo, Giorgio Bertozzi, Ferdan Yusufi


introduzione

Mons. Agostinho da Costa Borges

testo critico

Stefano Iatosti

coordinamento grafico/editoriale

Stefano Ferracci

traduzioni

Ulkem Özdenak / Fanny Chiossone, Francisco de Almeda Dias / Barbara Tiberi


Spesso si traduce “saudade” con nostalgia. Ma la saudade è molto di più. Nel suo significato c'è l'anelito ai grandi spazi, agli orizzonti sconfinati. C'è il senso dell'assenza e dello spaesamento, del perdersi di fronte all'infinito e del sognare un ritorno pur non essendo mai partiti.

(Stefano Iatosti)

lunedì 11 maggio 2009

Io Donna: "Il Paese dell’energia pulita"


Su Io Donna


Il Paese dell’energia pulita
Entro il 2020 in Portogallo si ricaverà il 60 per cento dell’energia da sole, vento e mare. Mentre nel resto d’Europa si arriverà forse al 20 per cento.


José Sócrates, 52 anni a settembre, premier portoghese dai 47 e “bambino d’oro” del partito socialista fin dai 24, sta vivendo la sua complicata quinta primavera al governo tra scandali giudiziari, economia in caduta libera, quasi mezzo milione di disoccupati, stampa e tivu ostili ed elezioni generali in vista (il prossimo ottobre).

Ma c’è un campo in cui il premier portoghese gioca astutamente pulito: quello dell’energia rinnovabile. Guadagnandosi l’ammirazione del “Financial Times” che incorona il Paese come il futuro leader mondiale del settore. Le cifre sono impressionanti: entro il 2020 il Portogallo ricaverà dal sole, dal vento e dal mare il 60 per cento dell’energia che gli è necessaria.

Mentre il resto d’Europa spera di arrivare, nello stesso tempo, al traguardo del 20 per cento. Due esempi già in atto riguardano l’eolico e il fotovoltaico. A 15 chilometri dalla costa lusitana, Energias de Portugal, quarto produttore di energia eolica al mondo, sta progettando con la Principal Power di Seattle l’installazione in mezzo al mare di turbine in grado di generare il 50 per cento in più di energia rispetto alle loro gemelle posizionate a terra.

Ad Amareja, a sud est di Lisbona, quasi al confine con la Spagna, uno dei luoghi più torridi della penisola iberica, è invece attiva la più grande centrale fotovoltaica al mondo di proprietà di Acciona, consorte spagnola da poco divorziata dell’Enel. In pratica, 2.520 pannelli solari, un potenziale di 93 milioni di kilowatt all’anno e un investimento di 261 milioni di euro.


Elisabetta Rosaspina

Il servizio completo su “Io donna”, 9-15 maggio 2009

Vedere anche:

venerdì 8 maggio 2009

O animal doméstico de Roberta Spadacini

A nossa aluna Roberta conta a saga do seu animal doméstico, muito especial...


Não gosto muito de cães nem de gatos nem de canários. Portanto, o meu animal doméstico (no sentido de “animal que tenho em casa”) é um crocodilo, ou melhor, visto que é fêmea, uma crocodila.
Ela foi abandonada pela sua mãe quando ainda estava dentro do ovo e nasceu por acção do calor do meu forno micro-ondas.
Eu fui o primeiro ser vivo que ela viu, portanto ela não compreende completamente que é uma crocodila, mas confunde-se com os seres humanos.
Ela dorme na banheira da casa de banho, porque tem que estar sempre molhada.
De manhã, quando eu vou à casa de banho para me pentear ao espelho, ela permanece debaixo da água, imóvel, ainda fingindo dormir, e de repente salta-me aos ombros: é a sua maneira brincalhona de me dizer “bom dia”.
Depois tomamos o pequeno-almoço: eu bebo um café com leite e como biscoitos e ela toma 8 ou 9 peixes ou outros pequenos animais.
Gostamos ambas muito de apanhar sol: eu só em Verão, mas ela, pelo contrário, gosta de apanhá-lo o ano inteiro!
Estou um pouco preocupada com ela porque tem uma doença nos dentes. Provavelmente trata-se de cárie. O problema é que não consigo encontrar um dentista disposto a tratar dela; quando tento marcar uma consulta e digo que a doente é uma crocodila, respondem-me sempre malcriadamente, não sei porquê.
Ontem saímos a passear e encontrámos a nossa vizinha, a Senhora Rossi, que trazia uma bolsa e uns sapatos em pele de jacaré; quando a minha crocodilinha a viu, imediatamente começou a chorar. De reso, também se comove de cada vez que vê alguém trazer uma camisola Lacoste.
Ás vezes comove-se depois ter comido. Quando devora uma presa, deixa cair amargas lágrimas, talvez por compaixão pelo triste destino das suas vítimas. Ela é tão sensivel!!
Não quero aqui revelar o nome que escolhi para a minha reptilinha órfã, digo apenas que a sua mãe se chamava... Maria Albertina.


ROBERTA SPADACINI

Giuseppina Raggi, mercoledì 13, all'IPSAR

http://www.ipsar.org/modules.php?name=Calendar&op=modload&file=index&type=view&eid=522

Mercoledì 13 Maggio 2009 alle ore 18:30, presso il salone nobile dell'Istituto Portoghese, si terrà la conferenza "Le dinamiche della meraviglia: l'architettura dipinta tra Italia, Portogallo e Brasile". L'autrice, Giuseppina Raggi è dottore di ricerca in storia dell'arte e attualmente ricercatrice presso il Centro di História de Além Mar de Lisboa e presso l'Universidade de Coimbra.

12 de Maio - Teatro Dioscuri - Vasco Graça Moura


L’ 11 aprile 2008 sono stati assegnati i Premi Nazionali per la Traduzione, istituiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito alla diffusione della cultura italiana all’estero e della cultura straniera nel nostro Paese.

I premi, riferiti all’edizione 2007, sono stati conferiti su parere dell’apposita Commissione, operante presso l’Istituto per il Libro, presieduta dal Dott. Maurizio Fallace, Direttore Generale per i Beni librari, gli Istituti culturali ed il Diritto d’Autore e della quale fanno parte, in qualità di esperti, i Professori: Enrico Arcaini, Ljiljana Avirovic, Franco Buffoni, Isabella Camera d’ Afflitto, Riccardo Campa, Masolino d’Amico, Alberto Destro, Daniela Di Sora, Daria Galateria, Gaetano Gangi, Giulia Lanciani, Paula Loikala, Matteo Majorano, Pietro Marchesani, Benedetto Marzullo, Federico Masini, Vincenzo Papa, Giuliano Soria, Renzo Tian, Egisto Volterrani, Sergio Zoppi.

La cerimonia del conferimento avverrà il 12 maggio nel Teatro dei Dioscuri, a Roma.


Personalità rilevante della cultura portoghese, legato da stretti vincoli culturali con l’Italia, il poeta e traduttore Vasco Graça Moura è anche deputato al Parlamento Europeo insignito di varie importanti onorificenze in Portogallo e all’estero, tra cui i Premi letterari portoghesi piú prestigiosi.

Per la traduzione della Divina Commedia e della Vita Nova di Dante, su proposta della Società Dantesca Italiana è stato insignito nel 1998 della Medaglia d’oro della città di Firenze. Poeta, romanziere, drammaturgo, saggista, traduttore, critico letterario, collabora a programmi televisivi e radiofonici, a riviste e quotidiani come cronista, critico e analista politico.



Come arrivare al Teatro dei Dioscuri?
ROMA • TEATRO DEI DIOSCURI. VIA PIACENZA, 1.


Più su Vasco Graça Moura:

‘Prémio Europa – David Mourão-Ferreira’ atribuído a Mário Soares e Jacinto Lucas Pires


IN http://www.instituto-camoes.pt/italia/premio-europa-david-mourao-ferreira-atribuido-a-mario-soares-e-jacinto-lucas-pires-2.html

A edição de 2008 do ‘Prémio Europa - David Mourão-Ferreira', atribuído pelo Centro de Estudos Lusófonos (CSL) da Universidade de Bari (Itália) e do Instituto Camões, contemplou o antigo Presidente da República Mário Soares e o escritor Jacinto Lucas Pires.

O anúncio foi feito a 3 de Novembro pela responsável do CSL - Cátedra David Mourão Ferreira, Fernanda Toriello, e pelo reitor da Universidade de Bari, Corrado Petrocelli.
O Prémio, cujo júri foi presidido pelo filósofo e ensaísta Eduardo Lourenço, tem como objectivo «difundir a língua portuguesa e a cultura dos países de língua portuguesa (Brasil, Angola, Moçambique, Cabo Verde, Guiné-Bissau, São Tomé e Príncipe), prestando homenagem ao poeta David Mourão-Ferreira», segundo o regulamento.
O Prémio pretende também favorecer «a divulgação das obras dos autores premiados através de um plano coordenado de traduções nos países da União Europeia e do Mediterrâneo».

Mário Soares (83 anos) foi agraciado com a vertente ‘Mito' do Prémio Europa, «destinada a premiar a carreira de uma personalidade eminente da cultura lusófona que se tenha distinguido no campo das letras e das artes (cinema, música, pintura, etc.), enquanto Jacinto Lucas Pires (34 anos) foi galardoado na vertente ‘Promessa', que premeia as «obras de uma personalidade emergente no campo da narrativa, da poesia ou da ensaística».
A cerimónia de atribuição do Prémio terá lugar na Aula Magna da Universidade de Bari, em data ainda a marcar, mas previsivelmente em Abril de 2009.

A atribuição do ‘Prémio Europa - David Mourão Ferreira' a Jacinto Lucas coincidiu com o anúncio pela editora do escritor português, a Cotovia, do lançamento de uma nova obra - Assobiar em Público, uma recolha de 22 contos, alguns dos quais inéditos.

O lançamento do livro está previsto para 19 de Novembro às 18h30 na livraria Pó dos Livros, em Lisboa, com a presença do autor e do jornalista Carlos Vaz Marques.

Jacinto Lucas Pires nasceu no Porto em 1974. Vive em Lisboa. Em dez anos publicou quatro livros de teatro, cinco livros de ficção e um de viagens.

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15:00 Terza sessione – In Portogallo
Infelizmente não dispomos de imagens da última sessão desta jornada de estudos, intitulada "Nel mondo", presidida por Annamaria Annicchiarico com intervenções de Sandra Bagno e Gian Luigi De Rosa .

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11:45 Seconda sessione - Tradurre

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10:45 Prima sessione – Insegnare

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10:00 Saluti delle Autorità

Saramago sul Corriere della Sera


José Saramago scrive (sul tema della Fiera del Libro di Torino) "Io, Pessoa e gli specchi. La nostra ricerca non ha mai fine" - Corriere della Sera 7-5-2009 a p.49.


Segnalazione: Roberta Spadacini.


Saramago: io, Pessoa e gli specchi La nostra ricerca non ha mai fine

«Fissare i nostri volti riflessi significa capire chi siamo veramente»
o, gli altri», tema della Fiera del libro di Torino, coincide con gli argomenti prevalenti delle mie opere, che possono riassumersi nella frase: l’umanità non è stata educata alla pace, ma alla guerra e ai conflitti. L’«altro» rappresenta, potenzialmente, sempre il nemico. Condizione che ci portiamo dietro perennemente. Una volta, durante una conferenza, ebbi modo di ascoltare una frase sensata: «L’altro esiste, sono io, in quanto noi siamo anche l’altro dell’altro». Pienamente d’accordo. Perciò lavoriamo con la parola, senza esitare, a condizione che le armi rimangano lontane dal nostro tavolo. Alla fine, fra tutti si dovrà pure trovare un accordo di convivenza in cui nulla è scritto, dove ci stia tutto, anche l’indipendenza, poiché il futuro è sempre incerto. Ricordiamo i versi di Antonio Machado: «Caminante no hay camino / Se hace camino al andar». Insomma, ogni giorno si percorre un nuovo cammino. La giornata sarà lunga ma non demoralizziamoci. Arriveremo ogni giorno, ogni giorno ripartiremo. Più in là, sempre più in là.
Fernando Pessoa era un uomo che conosceva le lingue e componeva versi. Si guadagnò il pane mettendo parole al posto delle parole, scrisse versi come si fanno i versi, come se fosse stata la prima volta. Cominciò chiamandosi Fernando, persona come tutti. Naturalmente la sua vita era fatta di giorni e sappiamo che i giorni anche se uguali non sono mai gli stessi. Non sorprende, quindi, che un bel giorno Fernando, passando davanti ad uno specchio vi abbia scorto, di striscio, un’altra persona: un uomo lo osservava da dentro lo specchio e quell’uomo non era lui. Molto ci si attende dalle figure che appaiono negli specchi, tranne che parlino. E affinché quei due, Fernando e l’immagine riflessa, non rimanessero lì a guardarsi per l’eternità, Pessoa disse: « Mi chiamo Ricardo Reis». L’altro sorrise e scomparve. Dopo poco spuntò un’altra immagine. Pessoa si affrettò a dire: «Mi chiamo Alberto Caeiro». L’altro non sorrise, gesticolò un po’ e sparì.
Non c’è due senza tre, aveva sentito dire Fernando Pessoa e rimase in attesa. La terza figura ritardò qualche secondo ad apparire. Fernando disse: «Mi chiamo Álvaro de Campos». Le sue ultime parole prima di morire furono: «Datemi gli occhiali». Fino a oggi nessuno s’è chiesto perché li volesse. È possibile che la sua intenzione fosse quella di guardarsi allo specchio per conoscere l’identità dell’«altro». La Parca non gli diede tempo. Oltretutto, la stanza non disponeva neppure di uno specchio. Pessoa mai riuscì ad avere la certezza di sapere chi veramente fosse stato, sebbene questo dubbio ci permetta di vedere un po’ più chi siamo.


martedì 5 maggio 2009

"A Menina do Mar" - por Eleonora Capitoni





...Um dia o rapaz caminhava pela praia. Ele esperava ver a sereia, mas ela não podia sair da água, porque a Grande Raia não queria. A sereia tinha de estar sempre com ela para a servir e entrê-la com os seus bailes.

A sereia sonhava todos os dias e todas as noites. Ela queria ter uma outra vida , descobrir a terra, poder andar a pé e conhecer os outros humanos, mas ela vivia numa prisão.

Quanto o rapaz estava para partir, ouviu gritos. Ele não sabia de onde eles vinham. Depois de uma hora os gritos continuavam e o rapaz decidiu mergulhar no mar, mas os gritos eram muito longe. assim ele deitou-se de um escolho, até chegar ao fundo do mar.

Ali viu uma prisão e dentro dela a sereia que pedia uma ajuda. O rapaz não tinha equipamento para romper a grade. Então regressou sobre a terra com uma promessa: salvar a menina do mar!

No dia seguinte o rapaz chegou com o equipamento mas não encontrou a rapariga, porque estava numa outra prisão. A Grande Raia mudou a sereia porque era muito ciumenta dela.

O rapaz, desperado, nadou pelo mar sem a encontrar. Ele estava a vagar quando viu o caranguejo e o peixe, que prometeram ajudar.

Mas, infelizemente, o mau tempo não ajudou! Uma tempestade atingiu-os. O vento era mais forte, o mar era mais agitado...o rapaz sufocou. O peixe e o caranguejo tentaram salvá-lo, mas ele morreu! A sereia gritava ajuda e chorava muito, assim a Grande Raia decidiu falar com ela, porque aquela menina era já como uma filhota e não queria vê-la chorar e sofrer!

Ela decidiu fazer uma promessa: a sereia podia ser livre, mas ela tinha que fazer duas coisas: abandonar os seus amigos do mar e permanecer sempre uma menina!

A pequena rapariga aceitou e recebeu as pernas para viver como os outros humanos sobre a terra. Então ela bailou pela última vez no mar para a Grande Raia e para os outros habitantes do reino marinho. A menina nadou muito e enfim chegou sobre a terra.

Com o decorrer dos anos a menina conheceu muita gente e quando as pessoas lhe perguntavam o seu nome, ela respondia : " EU SOU A MENINA DA TERRA, NãO TENHO OUTROS NOMES PORQUE EU SOU A MENINA DA TERRA! "



ELEONORA CAPITONI

"A Menina do Mar" - por Angela Di Matteo




…pobre menina, escrava da grande raia! O rapaz estava muito triste e não sabia como ajudar a sua nova amiga.
Mas havia uma coisa que o rapaz, a menina e todos os habitantes do mar não sabiam. Havia muitos anos atrás, a grande raia estava apaixonada por um rei tubarão e não era una raia mas uma maravilhosa sereia. Era a criatura mais linda de todo o mar e ela gabava-se da sua beleza. Tinha o cabelo louro e comprido, os olhos verde-esmeralda e uma boca pequenita e cor-de rosa. A sua voz era estupenda e o seu coração cheio de amor pelo rei. Foi uma paixão muito intensa e da sua união veio à luz una menina bonita que brilhava como brilha a lua durante as mágicas tardes de Verão.
Um dia o rei decidiu abandonar a grande raia (que então não era grande e tão-pouco uma raia) porque estava enamorado de outra. Mas ele não queria ir-se embora sem a sua filha. A grande raia ficou desesperada, queria ficar com o seu namorado e sobretudo com a sua criança. Então o rei tomou uma decisão: ele deixava a filha à sua mãe, mas a bela sereia tinha de deixar a sua beleza. Assim o rei transformou-a numa raia, grande e feia.
Tudo parecia um pesadelo e a grande raia era a nova rainha do mar. A beleza deixou o seu corpo, mas também o seu coração. Agora estava sempre triste e com o passar do tempo esta tristeza transformava-se numa profonda maldade.
Nunca contou esta história à menina, porque tinha vergonha do seu passado. Por medo de ficar sozinha outra vez, reduziu-a à escravidão e nunca a chamou com o seu verdade nome: Raio de Lua. A menina, que agora era simplemente a menina do mar, sem conhecer outro nome, era a bailarina pessoal da raia e não podia deixar o reino marinho: tinha sempre que bailar para ela.
Na realidade não era verdade que a menina não podia deixar a água, esta era só outra mentira da raia, porque como todo o mundo sabe os filhos dos reis podem fazer tudo. Mas a menina tinha outros projectos. Gostava do mar e gostava de bailar, apesar de agora querer ver a terra, por causa do seu novo amigo.
Voltamos agora à nossa história...
O rapaz estava sentado em cima dos rochedos, olhando a água e esperando a menina. Esperou muito tempo e ao cair da tarde adormeceu. Enquanto ele dormia sonhou com um tubarão que contava uma história esquisita, duma sereia, uma raia e uma belíssima menina. Aquilo, de facto, era o fantasma do rei, morto de solidão muitos anos antes. Quando amanheceu o rapaz saltou para a água sem pensar e foi para procurar a menina. Enfim encontrou-a que chorava dentro duma concha e as suas lágrimas trasformavam-se em borboletas marinhas de todas as cores.
O rapaz ficou encantado com esta visão e pegou nela pela mão e trouxe-a para cima dos rochedos. Contou-lhe o sonho mas para ela tudo parecia demasiado absurdo. Então o rapaz decidiu ir ter com grande raia e quando ela ouviu a história os seus olhos encheram-se de lágrimas. Ninguém nunca tinha visto chorar aquela raia malvada, mas agora o rapaz e a menina realizavam que tudo era verdadeiro. Dos olhos da raia desceram pérolas prateadas que se abriram em asas de borboletas: eram sempre os olhos duma sereia, os mesmos olhos da menina.
Depois dum momento de silêncio, a menina correu para abraçar a mãe, porque tinha entendido as razões da raia. Foi um abraço comovedor, feito de carícias e sorrisos.
O rapaz olhava a cena e sabia que agora começava uma nova época para o reino marinho.


ANGELA DI MATTEO

"A Menina do Mar" - versão original



" Era uma vez uma casa branca nas dunas, voltada para o mar. Tinha uma porta,
sete janelas e uma varanda de madeira pintada de verde. Em roda da casa havia
um jardim de areia onde cresciam lírios brancos e uma planta que dava flores
brancas, amarelas e roxas."


Assim começa um dos mais célebres contos para a infância, escritos por Sophia de Mello Breyner Andresen, publicado em 1958 para o qual Fernando Lopes-Graça compôs uma música original e a partir do qual Filipe La Féria criou um espectáculo.


«É a história de amizade entre um rapaz e uma Menina. Ela vive no mar, e é bailarina da "Grande Raia", uma rainha dos mares, que sobre ela mantém vigilância, não a deixando realizar o seu sonho de conhecer a terra firme, onde mora o rapaz. Além disso, a menina não consegue sobreviver longe da água, pois, fica desidratada, ainda que consiga respirar dentro e fora de água. O rapaz, com que estabelece amizade, tem o desejo de conhecer o fundo do mar. A história desenrola-se com a tentativa dos dois em realizar os seus sonhos.«



A própria Autora contava que "os meus contos infantis surgiram quando os meus filhos tiveram sarampo e tinham que estar quietos. Eu tinha que lhes contar histórias e comecei a ficar muito irritada com as histórias que lia. Primeiro com a linguagem sentimental, com a linguagem « ta-te-bi-ta-te», etc. Então comecei a contar histórias a partir de factos e lugares da minha infância ( sobretudo lugares). Por isso a primeira que apareceu se chama A Menina do Mar. Era uma história que a minha mãe me tinha contado quando eu era pequena mas que era uma história incompleta – ela tinha-me dito só que havia uma menina muito pequenina que vivia nas rochas e como a coisa que eu mais adorava na vida era tomar banho de mar, essa menina tornou-se para mim o símbolo da felicidade máxima, porque vivia no mar, com as algas, com os peixes... Então eu comecei a contar a história a partir disso. Depois os meus filhos ajudavam; primeiro porque não me deixavam parar e segundo porque perguntavam: « E o peixe o que é que fazia? E o caranguejo?» Essa história foi contada oralmente numa tarde. Quando a escrevi, tentei escrevê-la como a tinha contado sem cair em nenhuma espécie de literatura nem de «peso».... "


Assim como para Sophia de Mello Breyner fora uma "história incompleta", também para os alunos de primeiro ano da Faculdade de Letras da Universidade de Roma Tre a "Menina do Mar" se apresentou como uma versão a metade... que os alunos deviam completar com imaginação.


De seguida publicamos dois finais criativs das nossas alunas Angela Di Matteo e Eleonora Capitoni.

lunedì 4 maggio 2009

6 maggio, ore 19, Concerto IPSAR: "Suono come la voce dell'io"

Programma del Concerto per l'inaugurazione della Mostra

GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO
Fausto Maria Franchi, António Marques, Tereza Seabra, Bela Silva, Maximilian Vilz

“SUONO COME VOCE DELL’IO”


Georg Friedrich Händel (1685-1759)
■ Ah, Mio Cor, Schernito Sei
dall’opera “Alcina”
Christoph Willibald Gluck (1714-1787)
■ Spiagge Amate
dall’opera “Elena e Paride”
Ottorino Respighi (1879-1936)
■ Nebbie

mezzo soprano – Laura Toppetti
pianoforte – Stefano Giardino


Dmitri Schostakowitsch (1906-1975)
■ dai Preludi op. 34 n° XIV, XVI, XXII, XX
Nino Rota (1911-1979)
■ dai 15 Preludi n°XIII

pianoforte – Stefano Giardino


Stefano Giardino (1965)
■ Depressione
■ Amore
testi di Lucia Sabatini Scalmati

mezzo soprano – Laura Toppetti
pianoforte – Stefano Giardino


Salone Nobile dell’Istituto Portoghese
Roma, 6 maggio 2009 - ore 19:00


Testi
Georg Friedrich Händel
■ Ah, Mio Cor, Schernito Sei
dall’opera “Alcina”

Ah mio cor, schernito sei.
Stelle, Dei – nume d’amore!
Traditore – t’amo tanto,
Puoi lasciarmi sola in pianto?

Christoph Willibald Gluck
■ Spiagge Amate
dall’opera “Elena e Paride”

Spiagge amate ove talora
l'idol mio lieta s'aggira ruscelletti
ove si mira quando infiora il crine o il sen.
Chiari fonti, ove si bagna,
erbe in cui posan le piante,
Voi pietose a un core amante,
dite voi, che fa il mio ben?
Chiari fonti, ruscelletti, spiagge amate,
ove si bagna, ove si mira, ove s'aggira
dite, dite voi...

Ottorino Respighi
■ "Nebbie”
testo di Ada Negri

Soffro, lontan lontano
Le nebbie sonnolenteSalgono dal tacente Piano.Alto gracchiando, i corvi,Fidati all'ali nere,Traversan le brughiereTorvi.Dell'aere ai morsi crudiGli addolorati tronchiOffron, pregando, i bronchi nudi.Come ho freddo!Son sola;Pel grigio ciel sospinto Un gemito destinto Vola;E mi ripete: Vieni;È buia la vallata.O triste, o disamataVieni! Vieni!

Lucia Sabatini Scalmati

■ Amore

Nudo, spavaldo, pietoso
Demone della vita
Nascosto nei ricordi
Insicuro del futuro

L’amore è l’ombra che non puoi calpestare.

■ Depressione

Un tintinnio di campane ti avvolge
Molle sangue spurga dal nero foro
Fascia l’animo e il corpo di un sapore dolciastro.
Vaga la mente in uno spazio informe
Dove un turbine di sentimenti s’accavallano
Eludono il cammino dei pensieri
E …..
Ti rendono schiavo di un piacere immobile.

Laura Toppetti – mezzo soprano

Nata a Todi (PG). Laureata in Storia della Filosofia Antica presso l’Università di Perugia, diplomata in canto presso il Conservatorio “F. Morlacchi” della stessa città. Vincitrice del concorso al Coro del “Maggio Musicale Fiorentino” ha partecipato all’intera produzione operistica e concertistica del Teatro Comunale di Firenze dal 1979 al 1986 sotto la direzione di Prêtre, Gavazzeni, Solti, Savallish, Muti, Metha e altri grandi maestri. In quegli anni si è perfezionata in musica da camera con Liliana Poli (Conservatorio “Cherubini” di Firenze), vocalità mozartiana (M° Claudio Desderi), vocalità ottocentesca (M° Gino Bechi). Ha successivamente intrapreso attività solistica esibendosi in importanti teatri italiani (Arena di Verona, Sferisterio di Macerata, Teatro Comunale di Firenze, Ente Lirico di Cagliari, Petruzzelli di Bari, Giglio di Lucca, Pergolesi di Jesi, Verdi di Pisa, Rendano di Cosenza) collaborando con prestigiosi direttori (Metha, Oren, Santi, Bartoletti) e registi (Bolognini, Zeffirelli, Cavani, Albertazzi). Ha inciso LIVE ”Requiem” di Donizetti (Zurigo 1986), “Stabat Mater” di Pergolesi (Orch. Cam. Fiorentina 1998), “Lode a te, o Cristo” (Giubileo 2000), “La Beata Brigida Morello” (colonna sonora per il film didattico RAI 2000). Specializzata nel repertorio sacro, ha sostenuto molteplici concerti in Italia (Roma, Savona, Milano, Rapallo, Firenze) e fortunate tournée in USA, Francia, Germania, Austria, Svizzera collaborando con importanti organisti (Lecot, Militello, Andreassi), affrontando repertori diversi: barocco, romantico, contemporaneo.
Dal 1996 insegna canto solistico presso la “Accademia S. .Felice” a Firenze. Dal 2004 è docente di tecnica vocale presso il l’Istituto Diocesano di Musica Sacra del Duomo di Firenze. Nel 2008 ha tenuto uno stage annuale di vocalità e respirazione presso il Coro “Accademia del Diletto” con sede a Palazzo Corsini in Firenze.
E’ attualmente impegnata nello studio e diffusione della Lauda Medievale, quale espressione artistica musicale e letteraria.
Stefano Giardino - pianista

nato a Roma nel 1965, dopo aver compiuto gli studi classici si Diploma in Pianoforte presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma sotto la guida del M° Elio Maestosi. Ha studiato Composizione con il M° Luciano Pelosi. Ha seguito i Corsi Internazionali di Perfezionamento a Montefiascone (VT) con i maestri Elio Maestosi e Bo Price, a Celleno (VT) con il M° Riccardo Marini. In seguito a selezione internazionale Alexis Weissenberg lo ha incluso nella cerchia degli otto pianisti che hanno partecipato alla Masterclass 1998 a Engelberg (Lucerna). Ha vinto nel ’99 una borsa di studio al Corso di Musica da Camera, tenuto dal M° Alain Meunier, presso l’Accademia Musicale Chigiana (Siena).
Ha tenuto numerosi concerti sia da solista sia in formazioni da camera: Borgomusica (Cesano), Sala degli Agostiniani, Ridotto del Teatro dell’Unione (Viterbo), Castello Savelli (Palombara Sabina), Palazzo Barberini e Sale del Bramante, Auditorium Cavour per Amnesty International (Roma), Festival dell’Accademia Musicale Chigiana a Montalcino, Buonconvento (Siena), Todi (Perugia) Teatro Comunale Monte Romano (VT), 9° Festival Mondiale di Musica Classica e Lirica a Ragusa, IX^,X^, XI^, XII^ Festa Europea della Musica, Todi Arte Festival 2003,2006 e 2008, Accademia Musicale Napoletana a Napoli, Istituto di Cultura Spagnolo “Cervantes”…
Dal 1998 suona inoltre stabilmente con il clarinettista Giammarco Casani, con il quale è stato tra i vincitori del 5° Concorso Nazionale di Musica da Camera “Città di Grosseto”. Sono stati inoltre invitati, nell’Ottobre ’99, a tenere dei concerti a Rio de Janeiro e Niteroi per l’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, e per il Concorso Internazionale Premio “Valentino Bucchi” a Roma, Viterbo Musica Estate 2000, riportando un successo di pubblico e di critica. Recentemente hanno inciso un CD dal titolo “Clarinetto e Pianoforte in Francia”, con musiche di Chausson, Pierné, Saint-Saëns, Honegger e Poulenc.
Collabora abitualmente in formazioni cameristiche con musicisti quali il Soprano Keiko Morikawa con la quale ha tenuto recentemente un recital di Songs di Toru Takemitsu per il “Festival Freon” a Roma e il Flautista Giampio Mastrangelo con il quale ha tenuto recentemente un concerto di musiche spagnole per l’Istituto Spagnolo di Cultura “Cervantes” a Roma.
Ha effettuato registrazioni per la Radio Svizzera Tedesca, per l’etichetta Mac. Sue composizioni sono edite dalla casa editrice Bérben di Ancona.
Tiene regolarmente dei Corsi di Musica da Camera e di Pianoforte a Roma ed in Italia, viene invitato in commissione a Concorsi nazionali ed internazionali, tra i quali il Concorso Internazionale di Chitarra e Musica da Camera di Viareggio “Vincenzo Salmaso”. E’ direttore dal 1999 dei Corsi di Musica da Camera del Gruppo “Musicamera” a Roma. Dall’estate 2005 tiene un Corso di Pianoforte e di Musica da Camera a Todi presso il Liceo “Jacopone” in collaborazione la Coop. Jacopone ed il Comune. Insegna Pianoforte e Musica da Camera a Roma in varie Scuole ed Associazioni Musicali e presso la Scuola Comunale di Musica a Todi (PG).