venerdì 31 ottobre 2008

Estudantes de Português vão ao cinema

O encontro está marcado para esta tarde, sexta-feira 31 de Outibro, pelas 5h15 em frente ao cinema Metropolitan, na Via del Corso.
Vamos ver "A Corte do Norte" de João Botelho, de que Carlo Valeri escreveu ontem a seguinte crítica:
Ispirandosi al testo letterario di Agustina Bessa-Luis, in A Corte do Norte João Botelho intreccia le vicende di tre eroine, accomunate da un destino oscuro e drammatico che si consuma attraverso un secolo nelle splendide e minacciose scogliere dell'isola di Madeira: la principessa Sissi, l'attrice teatrale Emilia De Sousa, Rosalina (tutte interpretate dalla stessa attrice Ana Moreira, autentica musa ispiratrice del progetto dell'autore portoghese). (...)
Botelho riesce a ottenere, avvalendosi per la prima volta del digitale, una densità luministica incantevole, aprendo varchi pittorici sublimi, densi di un onirismo abissale. E' un cinema sempre più colto e raffinato quello del cineasta portoghese, aperto a diverse chiavi interpretative e prospettive di sguardo. (...)
Forse il vero fascino nascosto del film diretto dal cineasta portoghese sta nella frattura interna tra la leggerezza pastosa, abbagliante e miracolosa delle sue immagini e la macchinosità fredda e cerebrale del racconto, due esiti contrapposti dentro il medesimo organismo. (...)
Esperamos vir a ter uma tarde agradável, e esperamos também vir a publicar em breve os comentários e as críticas dos estudantes de Portuuguês em Roma.
VER

"Rio das Flores" em Italiano

A Cavallo di Ferro acaba de publicar a tradução italiana do livro de Miguel Sousa Tavares Rio das Flores - Fiume dei Fiori:

Eis a sinopse:
Siviglia, 1915 – Vale do Paraíba, 1945: trent’anni di storia del XX secolo scorrono nelle pagine di questo romanzo che si svolge tra l’Alentejo (Portogallo) la Spagna e il Brasile. Attraverso la saga dei Ribeira Flores, proprietari rurali dell’Alentejo, siamo trasportati negli anni tumultuosi della prima metà di un secolo marcato da terribili dittature e da brutali scontri sanguinari, dove il cammino che conduce alla libertà sembra troppo stretto e il prezzo da pagare troppo alto. Tra l’attaccamento alla terra che li ha visti nascere e l’attrazione verso il nuovo e lo sconosciuto, tra devastanti amori e disamori di una vita e il confronto delle idee che li separano, due fratelli seguono percorsi diversi, ognuno di loro cercando a suo modo il luogo della coerenza e della felicità. «Fiume dei fiori» è il risultato di un minuzioso ed esaustivo lavoro di ricerca storica che fa da sfondo a un intreccio di amori, passioni, attaccamento alla terra e alle sue tradizioni e, contemporaneamente, al desiderio di mutare l’ordine stabilito delle cose. Tre generazioni si succedono nella stessa casa di famiglia, cercando disperatamente di mantenere immutato ciò che la terra aveva unito, in un’epoca agitata e fatta di passioni e di odi così profondi come il mondo non aveva mai visto. Alla fine, quelli che sopravviveranno, saranno coloro che non avranno deviato dal loro cammino.

Radio B.Leza: ouve-se Português pelas ondas romanas...


FM 88.900

Tutte le domeniche dalle 13:00 alle 15:00


Foi-nos assinalado pela nossa aluna Cleò Cirelli (a quem agradecemos) a transmissão em Português feita através da Radio Città Aperta da Radio B.Leza:

Radio B. Leza: curato dall'Associazione Donne Capoverdiane sia in lingua creola che in lingua portoghese oltre che in lingua italiana. Il programma ha consolidato la funzione di punto di riferimento e di partecipazione per la comunità capoverdiana di Roma e del Lazio. Svolge spesso parti di programma in interconnessione con le radio di Cabo Verde.

RADIO B.LEZA
Emittente: Radio Città Aperta
Utenza: Lazio
Programmazione: Domenica 13:00 15:00
Nazionalità: Capoverde
Lingua: Italiano, Creolo, Portoghese
In onda: dal 1999 su altre radio, dal 2004 su Radio Città Aperta
Redazione: Maria Dulce Araujio 340 5912951
Genere: Informazione, musica, cultura

Obrigado, Cleò! E boa audição a todos...

Homenagem ao primeiro lusitanista italiano: Giuseppe Carlo Rossi

ISTITUTO UNIVERSITARIO ORIENTALE - PALAZZO DU MESNIL

Hoje, dia 31 de Outubro de 2008 a Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, evoca o Professor GIUSEPPE CARLO ROSSI ( 1908-2008), primeiro catedrático de Língua e Literatura portuguesas em Itália, por ocasião do centenário do seu nascimento.

VER
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Carlo_Rossi

Docente sia di Lingua e Letteratura Spagnola che di Lingua e Letteratura Portoghese, il prof. Rossi svolse il proprio magistero tra Italia e Portogallo. Ebbe la prima cattedra proprio a Napoli, nell'allora ISTITUTO UNIVERSITARIO ORIENTALE.
Nell'anno in cui cade il centenario dalla sua nascita risulta importante ricordarne la figura e l'opera. Tutti colleghi che lo hanno conosciuto, che hanno conosciuto la sua opera o che conoscano persone con cui ebbe contatti o che furono suoi alunni sono pregati di divulgare la notizia e intervenire all'incontro. Un secondo incontro commemorativo si terrà a Lisbona il 3 dicembre p.v. nella sede dell’ Istituto Italiano di Cultura.

Na tarde de hoje intervirão MARIA LUISA CUSATI (Cento anni importanti), FRANCO TAMASSIA (Giuseppe Carlo Rossi Maestro di vita e di metodo. Memorie di un antico studente), GIANCARLO MENICHELLI (Giuseppe Carlo Rossi mio professore), GIUSEPPE MEA (Testimonianza), CLAUDIO BAGNATI ("Notícias de Portugal ": tramite informativo e culturale), TERESA CIRILLO - GERARDO GROSSI (Giuseppe Carlo Rossi e «Annali - Sezione Romanza» dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli), MARIAGRAZIA RUSSO (Giuseppe Carlo Rossi e le sue riflessioni su Leopardi nella letteratura portoghese), RITA MARNOTO ("La letteratura italiana e le letterature di lingua portoghese": contatti lungo i secoli) e REGINA CÉLIA PEREIRA DA SILVA (Goa vista por Giuseppe Carlo Rossi).

As celebrações do centenário continuam em Lisboa em Dezembro próximo.

VER PROGRAMA COMPLETO:
http://www.unior.it/doc_db/doc_news_521_28-10-2008_4906e6c39673b.pdf

VER também:

mercoledì 29 ottobre 2008

Coreografia da "Canção do Mar" em Roma

A aluna de Português da Facoltà di Lettere da Università degli Studi di Roma Tre, Sara Ferrante, que para além de estudar a nossa língua é bailarina, informou-nos que faz parte de uma companhia de dança que está neste momento a ensaiar uma coreografia baseada na "Canção do Mar", o célebre tema, popularizado primeiro na voz de Amália Rodrigues, e que há poucos anos, numa nova versão, foi recordada por Dulce Pontes.

Aqui temos a sua belíssima actuação:


É uma alegria saber que a cultura portuguesa chega a todas as partes do mundo, que chega a Roma da forma mais transversal e democrática: através da música. E, neste caso, com a música e com a dança.
Escreve-nos Sara Ferrante:
"Foi esta coreografia a motivar a minha curiosidade pela língua portuguesa. (...)
Nós somos uma pequena companhia de dança que se chama Giovani Danzatori e a nossa coreógrafa chama-se Gisella Biondo.
Esta coreografia é do ano passado. Com ela nós vencemos o concurso de dança “Città di Rieti” que é o concurso mais prestigioso de Itália. O video é da exibição durante o concurso. A coreografia chama-se Dentro di noi porque dentro de nós os sentimentos movem-se como as ondas do mar: elas são calmas , depois agitam-se até se tornarem numa tempestade; e enfim, num istante, tudo é de novo calmo"
PARABÉNS Sara! Pela coreografia, pelo texto que nos escreve, pelo interesse pela cultura portuguesa.

Giovani danzatori

Indirizzo: Via Danilo Stiepovich, 261 - 00121 Roma (RM)
Tel.: 065646819
Direttore Artistico: Gisella Biondo
La compagnia composta da sette danzatori tra i 17 e 20 anni . Ha raccolto negli ultimi anni numerosi successi in concorsi di danza che si sono svolti in Italia.
Per dettagli visitare il sito della Direttrice artistica, per visualizzare video cercare su www.youtube.com giovani danzatori.

martedì 28 ottobre 2008

"A Corte do Norte" de João Botelho no Festival del Film de Roma




Emília de Sousa fu la più grande attrice teatrale portoghese del XIX secolo. Dopo il matrimonio con il ricco Madeiran Gaspar de Barros, divenne la Baronessa Madalena do Mar ed abbandonò le scene per molti anni. Bella come Sissi, l'imperatrice d'Austria che conobbe nell'inverno del 1860/61, decise un giorno di creare un mistero rimasto irrisolto per quattro generazioni ed oltre un secolo. Il dramma di Rosalina, di Emilia, ma anche della sfortunata Principessa Sissi, tutte avvinte da un comune destino sulle scogliere della Corte do Norte, il cupo maniero che si specchia nel mare dell'isola di Madeira.


Titolo Italiano
La tenuta al nordPortogallo

Cast
Ana Moreira (Sissi, Rosalina, Emília de Sousa, Águeda, Rosamund), Ricardo Aibéo (João Sanha), Rogério Samora (João de Barros), Laura Soveral (D. Matilde), João Ricardo (Gaspar de Barros)

Regia
João Botelho, nato nel 1949, ha diretto il suo primo lungometraggio, Conversazione conclusa, nel 1982, selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs. Da allora ha diretto molti film, regolarmente presentati ai maggiori festival internazionali, tra i quali si ricordano Tempos Difíceis (1987), Aqui na Terra (1991), Três Palmeiras (1994), A Mulher que Acreditava ser Presidente dos EUA (1999) Tráfico (1997), Quem és tu? (2001) e O Fatalista (2005).

Siza: "penso che la cosa migliore del mondo sia vedere. E apprendere guardando"

Na edição de sábado passado da Revista D - suplemento do jornal La Repubblica - foi publicado um arttigo de opinião de Álvaro Siza Vieira, um dos mais internacionais arquitectos portugueses.

O texto, recolhido em Junho na Cava Cengelle, Vicenza, na conferência que então fez Álvaro Siza por ocasião dos oitenta anos de Casabella, antecedia de pouco a sua Lectio Magistralis, esta tarde, em Lecce.

Sobre a conferência de Vicenza, aqui publicamos uma nota de Veronica Dal Buono.


La narrazione di Álvaro ha principio con una similitudine tra fare architettura ed il mestiere di scrivere. Se, parafrasando Saramago, non apprende a scrivere chi non sa leggere, allo stesso modo il dono dell’architettura è legato alla capacità di leggere l’architettura.Come nel format di una “doppia intervista”, Siza ora, attraverso la personale selezione di immagini, esplicita il proprio percorso personale di vita e di lavoro, raccontando di sé con la naturalezza di un uomo che ha raggiunto con soddisfazione e senza rimpianti un equilibrio di vita e di opera. Apprendiamo come si sia avvicinato all’architettura attraverso strumenti di conoscenza, le stesse riviste, al tempo della sua formazione così rare e difficili da reperire e come esse siano state fondamentali per innescare il passaggio di interesse e predilezione avvenuto tra scultura e architettura. Perchè per primo Siza è nato scultore e le sue opere conservano ancor oggi il segno di una mano sempre capace di tagliare o comporre l’essenziale, privando la materia di tutto ciò che non è indispensabile.Poi il passaggio dall’autoreferenzialità dell’arte al fine “sociale” dell’architettura, su tutte le scale, dalla casa alla costruzione della città. L’insegnamento appreso dalla città esistente, dove le emergenze sono tali solo perchè immerse nel tessuto nella cui semplicità diffusa, se non se ne rispetta la condizione interna, l’architettura e i luoghi degni di memoria rischiano di non trovare più posto: così “ se in una città tutto brilla, i monumenti non hanno più ragione”.Con due cognizioni fondamentali (e molto loosiane) i due maestri ci lasciano per passare al momento conviviale della serata (audace “cena del cavatore” dove formaggio Asiago, soppressa e pasta e fagioli non possono deludere).Se Souto de Moura saluta con un appello urgente, in un mondo dove siamo troppi e tutti uguali, ad essere “più classici”, Álvaro Siza conclude citando Pessoa (e Zevi insieme): “la cosa migliore del mondo è vedere” e quindi “sapere vedere l’architettura” è come da essa apprendere.

di Veronica Dal Buono


IN
http://www.architetturadipietra.it/wp/?p=1779

Encontro com Álvaro Siza em Lecce


martedì 28 ottobre (ore 19.30)
Incontro con Alvaro Siza
Teatro Politeama Greco, Lecce

Coordina: Enrico Ampolo
Presenta: Francesco Moschini

Lectio magistralis di Alvaro Siza presentata da Francesco Moschini, a conclusione delle mostre a lui dedicate a Lecce - Museo Provinciale "S.Castromediano", e ad Acaya-Comune di Vernole-Castello.


A Lecce, Martedì 28 ottobre 2008, alle ore 19.30, presso il Teatro Politeama Greco, l’architetto portoghese, Alvaro Siza, terrà una Lectio Magistralis introdotta dal Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Lecce, Enrico Ampolo, e coordinata dal Prof. Arch. Francesco Moschini, ordinario di Storia dell’Architettura del Politecnico di Bari.Interverranno: Giovanni Pellegrino, Presidente della Provincia di Lecce; Paolo Perrone, Sindaco della Città di Lecce; Silvia Godelli, Assessore alle Politiche Culturali della Regione Puglia; Luigi Mazzei, Osservatorio Urbanistico Teknè; gli architetti Carlos Castanheira, e Paola Iacucci, curatori della mostra “Alvaro Siza Architetto”.
La Lectio Magistralis, inserita nell’ambito degli eventi organizzati contestualmente dall’ Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce e dall’Osservatorio Urbanistico TeKnè, che da anni si occupa di contestualizzazione urbanistica nel Salento, sarà preceduta, nella stessa giornata, dalla cerimonia di Conferimento della cittadinanza onoraria della Città di Calimera, sede dell’Osservatorio, all’architetto Alvaro Siza. La cerimonia si svolgerà, alle ore 17.00, presso la sala consiliare del comune griko.Lunedì 27 ottobre 2008, alle ore 19.00, a Cursi, l’arch. Alvaro Siza inaugurerà la Sala espositiva dell’Ecomuseo della Pietra. L’Ecomuseo, situato all’interno del Museo della Pietra, nasce con l'obiettivo di valorizzare la “pietra leccese”, autentica risorsa economico-culturale che caratterizza la realtà salentina. Gli eventi che vedranno protagonista l’ architetto portoghese si inseriscono nella cornice della Mostra “Alvaro Siza Architetto” che, nel mese di Luglio 2008, è stata inaugurata nelle location di Lecce, presso il Museo Sigismondo Castromediano, ed Acaya – Vernole, presso i suggestivi spazi del castello fortificato. La mostra, curata da Carlos Castanheira e Paola Iacucci con Serena Petranca, si concluderà il 30 Ottobre 2008 ed ha registrato un grande successo di pubblico, una grande affluenza di appassionati d’arte, professionisti del settore e semplici turisti.


MAIS:





giovedì 23 ottobre 2008

Rosanna Cimaglia: a viagem da minha vida

Mais uma aluna de Português dos cursos livres promovidos pelo Instituto Português de Santo António em Roma, Rosanna Cimaglia, escreveu sobre uma viagem que a marcou particulamente: a que fez à ilha de Lanzarote, nas Canárias, onde vive o Prémio Nobel da Literatura português José Saramago. Muitos parabéns à Rosanna pelo seu texto emocionado!

LANZAROTE


Gosto muito de viajar e considero a viagem uma maneira não só de conhecer outras culturas e pessoas, mas também uma maneira para aprender e para se confrontar com o que não se conhece; um meio para se conhecer e compreender melhor. Até agora não viajei tanto quanto desejava, mas tive a possibilidade de visitar alguns países da Europa.

Uma das viagens mais interessantes que fiz, foi no Verão de 2006 à ilha de Lanzarote no arquipélago das Canárias. Fiquei fascinada por esta ilha depois de ter visto um documentário na televisão. O que me fascinou foi o seu aspecto, pois nasceu duma actividade vulcânica catastrófica que durou muitos anos.

Cheguei a Lanzarote no mês de Setembro com duas amigas e a ilha deu-nos as boas vindas com um calor incrível. Havia uma temperatura e uma humidade tão altas que ficámos um pouco preocupadas com o êxito das férias. Felizmente este clima durou só um dia e assim passámos dez dias descobrindo com tranquilidade as belezas da ilha: alternância de vulcões e areia que davam à paisagem um carácter lunar; praias onde o Oceano Atlântico, à tarde, por causa da maré baixa, cria jogos espectaculares, atrasando-se e deixando descoberto o fundo do mar com pontas de escolhos e pedras que parecem esculturas marinhas; aldeias onde ainda se respira um sabor de antiga e autêntica genuinidade.

Em Lanzarote a criação da natureza encontrou o génio criativo do arquitecto-artista César Manrique, homem profundamente respeitoso da natureza e das suas leis. Fiquei encantada com a filosofia e concepção arquitectónica de Manrique: os homens têm que se adaptar à natureza antes de qualquer ideia de construção.

Manrique construiu várias estruturas em pontos diferentes da ilha, desfrutando do que a catástrofe da erupção vulcânica tinha feito no século XVIII. Achei incrível a criação dum auditório numa cova natural criada dentro de um túnel de lava; sobre ele, um bar-restaurante que fica perto duma lagoa com um ecossistema de milénios. Visitei a sua casa, hoje um museu e espaço para exposições de jovens artistas – criada dentro doutro túnel natural e – incrível – as águas da piscina vêm directamente do Oceano! No parque nacional de Timanfaya - uma cadeia de vulcões que se abrem directamente no Oceano - Manrique ideou um restaurante sobre um vulcão onde a temperatura do sol é tão alta que se usa esse calor para cozinhar.

Em Lanzarote a vida parece impossível mas não è assim: produz-se um bom vinho, frutas e há grande produção de cactos, úteis aos agricultores e à economia da ilha e Manrique quis deixar uma das suas ultimas obras ao povo de Lanzarote: um jardim com espécies de cactos de todas as formas, duma beleza e grandeza incrível.

Tenho realmente uma boa lembrança desta ilha e desta viagem e voltei para Itália convencida que a cooperação com a natureza é possível e é obrigatória para conservar o que foi criado por ela e nos faz emocionar com os seus mistérios.

Rosanna Cimaglia

500 anos da Confraria de Santo António dos Portugueses




Foi precisamente há 500 anos, no dia 23 de Outubro de 1508, que pela Bula De Salute Fidelim Omnium, o Papa Júlio II instituiu na Igreja e Hospital da Nação Portuguesa uma Confraria geral sob a invocação de Santo António.

Porém, este Santo António, não era o Santo António de Lisboa e de Pádua, o Confessor, sob a invocação do qual a Igreja, o Hospício e posteriormente o Instituto vieram a ser conhecidos e designados: tratava-se, sim, de Santo António Abade, em português “Santo Antão”, o eremita, homónimo do fundador do estabelecimento português em Campo Marzio – o bispo do Porto e cardeal de San Crisogono, D. Antão Martins de Chaves.

A confusão na denominação acabou por se cristalizar no patronato de Santo António, nascido na capital portuguesa, por estar naturalmente mais próximo do afecto nacional. Ela alimentou, ao longo dos tempos, acesos debates sobre a legitimidade da designação actual. Mas se hoje é impensável mudar “Santo António dos Portugueses” para “Santo Antão dos Portugueses”, é igualmente certo que esta última era a invocação original, e era ela que constava da Bula emanada pelo Papa, faz hoje 500 anos.

A bula evoca a fundação de D. Antão Martins de Chaves, os primeiros estatutos que haviam regido o Hospital e a posterior intervenção de D. Jorge da Costa, designado por autoridade apostólica protector da Casa e Igreja, dando força de lei a quanto fora determinado pelo Cardeal de Alpedrinha: ou seja, que anualmente, no dia de Santo Antão, de entre a comunidade portuguesa residente em Roma, deveriam ser eleitos 2 governadores e 12 confrades para a administração do culto e dos bens portugueses, tendo eles de cumprir ainda determinadas obrigações pias. Estava criada a Confraria.

Criada, todavia, depois da morte de D. Jorge da Costa, arcebispo de Braga e de Lisboa (Alpedrinha, Fundão, 1406 – Roma, 19 de Setembro de 1508) que chegou a Roma em 1479 e foi feito Cardeal de Santa Maria em Trastevere em 1784. Em Portugal fora conselheiro e confessor do rei D. Afonso V e mestre-capelão da sua irmã, a D. Catarina. Foi, aliás, o grande afecto que nutria pela infanta, o motivo pelo qual adoptou Santa Catarina de Alexandria como uma das suas Protectoras, acrescentado um seu altar à Igreja nacional de Portugal em Roma, representando-a também na bela capela funerária que para si mandou erigir em Santa Maria del Popolo.

Escreve sobre ele Arnaldo Pinto Cardoso: Na Cúria Romana obteve notável prestígio, demonstrando grande habilidade diplomática e uma refinada consciência dos seus direitos. O seu poder e prestígio, ligados à acumulação simultânea de mais de 200 benefícios, eram tais que nem o Papa prescindia do seu conselho nem o rei podia ignorar a sua presença em Roma. Tomou parte em três conclaves e teve grande influência na eleição de Inocêncio VIII e Júlio II, tendo estado na iminência de ser eleito, quando foi escolhido o papa Alexandre VI. Aquando da eleição de Júlio II, D. Jorge foi beijar o pé do Papa, o qual lhe terá dito: “Esta cadeira vós ma destes. Eu serei Papa no nome e vós na realidade”.

A sua memória perdurou em Roma simplesmente como o “Cardeal de Portugal”: para além da já citada capela na igreja do Popolo, anexo ao seu palácio, na Piazza de San Lorenzo in Lucina, erguia-se outrora um arco de triunfo de Domiciano, que ficou conhecido como “Arco de Portugal”; posteriormente desmantelado para a regularização da via del corso os seus painéis historiados em relevo encontram-se hoje nos Musei Capitolini e os restantes mármores foram utilizados na construção do altar-mor da igreja de Santa Agnese, na Piazza Navona.

Hoje, 500 anos depois da emissão da Bula De Salute Fidelim por Júlio II, é pois uma boa ocasião para evocar essa Confraria nacional a quem devemos a manutenção da Igreja e do Hospital durante mais de 350 anos até à fundação do Instituto Português de Santo António, em meados do século XIX, e também a notável figura de D. Jorge da Costa, de quem é indissociável. Memória de uma antiquíssima presença portuguesa na Cidade Eterna, que se mantém hoje, e com grande brilho, preparando o futuro.


IN
http://www.ipsar.org/modules.php?name=News&file=article&sid=22


Romana Petri escreve sobre Lisboa

Notícia publicada ontem no quotidiano "Corriere della Sera" sobre o novo romance de Romana Petri. De Isabella Bossi Fedrigotti.


Narrativa. La vicenda familiare di tre donne del secolo scorso nel nuovo romanzo di Romana Petri

Lisbona: incrocio di destini al tempo della dittatura


Romana Petri ha scritto un romanzo di seicento pagine (Ovunque io sia, edito da Cavallo di Ferro, pagine 622, 17,90) per narrare una potente saga familiare che si snoda a Lisbona lungo gli ultimi cinquant' anni del secolo scorso, in un Portogallo ancora arretrato e chiuso. Ma non c' è bisogno di spaventarsi per il volume del libro perché i capitoli corrono veloci grazie alla scrittura, naturalmente, che facilita al massimo la lettura, pulita com' è e veloce, velocissima nei dialoghi, e grazie anche alla vicenda, che tocca il cuore - e che quindi si vuole seguire fino in fondo - delle tre protagoniste, Ofelia, Margarita e Maria do Ceu, tutte e tre sconfitte alla fine della storia, ma le sconfitte, si sa, sono ben più appassionanti delle vittorie. Le eroine, se così le si può chiamare, non hanno nulla di mitico, nulla di straordinario: sono, infatti, donne di modestissima estrazione e il loro destino si concluderà più o meno nello stesso quartiere povero nel quale sono nate. Eppure riescono lo stesso a far sognare il lettore. Ofelia è figlia dei proprietari di un piccolo emporio alimentare, ossessionata per tutta la vita - e perciò condannata all' infelicità - dalle ostinatissime velleità materne di eleganza e signorilità. Ragione per cui niente e nessuno, non gli abiti, non i mobili, non le case, non le frequentazioni, e tanto meno il marito saranno mai giudicati alla sua altezza. Margarita è una trovatella cresciuta nella miseria, bella e innamorata, ma prontamente abbandonata, quando si ritrova incinta, dall' irresistibile Carlos che su due piedi parte per l' America assieme alla sua legittima sposa la cui esistenza aveva accuratamente tenuta nascosta. Ciononostante la bella continuerà ad amare per sempre l' infedele fuggitivo, mandandogli foto sue e della sua altrettanto bella figlia, e aspettandolo, invano, fino alla fine dei suoi giorni: giorni, in verità, via via più difficili, benché Ofelia, della quale diventerà la domestica, un poco, non troppo - perché le antiche velleità materne l' avranno resa un poco scostante - l' aiuterà con la bambina. Maria do Ceu è quella bambina, figlia di Carlos e Margherita, sprezzante, intelligente e combattiva, sfortunata in amore quasi come la madre, e madre lei stessa di straordinaria forza e generosità. Solo che non ci sono forza né generosità e nemmeno intelligenza che possano bastare per resistere a un destino avverso, già scritto e immodificabile, per trasformare il quotidiano, opaco ferro in luminoso argento, o addirittura in oro. Insieme, le tre donne disegnano la saga delle loro esistenze intrecciate, sorelle diseguali sia pure nella comune sfortuna, e il testimone passa dall' una all' altra senza interruzioni, senza fratture, come un fiume che a un certo punto mescola le sue acque con quelle di un altro fiume e poi con quelle di un altro ancora. Né sarebbe credibile un lieto fine per le loro vite: avrebbero, infatti, in tal caso, un gusto da romanzo e non vero, non attendibile e credibile come invece hanno.

*** L' autrice *** Romana Petri è nata a Roma nel 1955. Tra i suoi romanzi: «Alle case venie» (Marsilio), «Dagoberto Babilonio, un destino» (Mondadori) e «Esecuzioni» (Fazi)


Bossi Fedrigotti Isabella


IN

mercoledì 22 ottobre 2008

Luís Antunes Pena em Roma

VENERDI 28 NOVEMBRE
ore 21,00
SALA ACCADEMICA
CONSERVATORIO S. CECILIA
CONCERTO 5

Anatomia de un poema sonoro (2004)
per Voce femminile, voce recitante, sax contralto, percussioni, pianoforte e live electronics


O jovem compositor português Luís Antunes Pena foi um dos seleccionados, na categoria "Live Electronics", num concurso internacional feito no âmbito do 1º Festival Internazionale di Musica Elettroacustica del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.
Na noite de 28 de Novembro será executada a sua Anatomia de um poema sonoro.
Anatomia de um Poema Sonoro foi concebida como uma desconstrução fonética da linguagem. A sucessão dos eventos musicais decorre de forma mais ou menos directa do texto que atravessa toda a partitura. Em Anatomia há uma transfiguração concreta da linguagem em música. O texto fornece o universo sonoro e rítmico da peça ao mesmo tempo que ele próprio se transforma em poesia sonora. A música ora é uma instrumentação do texto, ora é texto como música. Com a excepção do poema de Schwitters “An Ana Blume” o texto usado é baseado no poema de Jorge de Sena “Amor”. Este poema surge transformado numa sucessão de palavras sussurradas e faladas em que o texto original se intercala com frases que dele derivam mas que formam um texto paralelo desprovido do seu sentido original. Um texto nonsense nasce deste modo a partir do poema de Sena e transforma-se naquilo que lhe resta: sons e ritmos; um texto libertado do seu sentido semântico e por isso mesmo carregado de um outro sentido de ordem rítmica e sonora. A citação das três frases do poema de Kurt Schwitters „A Ana Flor“ (“Azul é a cor do teu cabelo louro. Vermelho é o arrulho do teu pássaro verde. Tu teu tu a ti eu a ti tu a mim - Nós?“) surge assim como a culminação simbólica do texto como ritmo e como som.Os processos de composição usados nesta peça são, por assim dizer, moldados pelo texto e pela sua particular relação com os instrumentos. Este aspecto conduziu à criação de um vocabulário musical que permitisse a passagem maleável entre música e texto. Uma correspondência por vezes directa entre ruídos e consoantes entre tons e vogais. A síntese sonora do texto dá origem à música e a re-síntese da música origina novo texto.
IN
Nesse mesmo dia, às 10h00 da manhã, o compositor português fará uma comunicação intitulada “Rhythm and Sound in ANATOMIA DE UM POEMA SONORO” (Sala dei Medaglioni - Conservatorio di Santa Cecilia).
SOBRE O FESTIVAL:
Il Conservatorio di Roma con la 1° edizione del "Festival internazionale di musica elettroacustica del Conservatorio S.Cecilia" vuol creare un appuntamento unico in Italia, durante il quale sia possibile fruire della produzione musicale elettroacustica più rappresentativa in campo internazionale. Un appuntamento a novembre nel centro storico di Roma per ascoltare musica di oggi e riflettere sulla musica di oggi, sulle sue tecniche, i suoi strumenti e i suoi obiettivi espressivi.
Recordamos que Luís Antunes Pena foi galardoado na Áustria com o Preis des 11. Kompositionswettbewerbs des Wiener Sommer-Seminars für neue Musik (Komposition und Interpretation) justamente pela sua Anatomia de um poema sonoro (2004).
MAIS sobre Luís Antunes Pena IN

Agradecemos esta informação ao nosso amigo Gustavo Delgado, compositor argentino que veio ao Instituto Português de Santo António iniciar-se nos mistérios da fonética portuguesa...

Palavras de uma italiana apaixonada por Pessoa

Por ocasião do espectáculo Faustdipessoa já anteriormente anunciado pela Via dei Portoghesi, uma amiga italiana, que deseja permanecer no anonimato, escreveu as seguintes palavras acerca de um dos seus escritores favoritos.


Senza dubbio le affinità culturali creano ponti tra gli esseri umani e la mia passione per Pessoa, che dura da anni e non accenna ad esaurirsi, è qualcosa di più di un semplice interesse culturale, è il fascino che esercità su di me la figura di un uomo che ha avuto la grandezza di vivere come se fosse uno qualsiasi, rifiutando la fama e la celebrità (plebeismi, per lui) pur di vivere se stesso.

Per me Pessoa non è solo un grandissimo poeta, è anche un esempio di come si possa rinunciare alla vita e all'amore pur di testimoniare se stessi.

Giona Tuccini e os "Giganti dello Spirito": 29 de Outubro no IPSAR



Mercoledì 29 ottobre
Ore18:30
Salone Nobile dell'Istituto Portoghese di Sant'Antonio

Via dei Portoghesi, 2
ROMA

Giganti dello spirito
Tavola rotonda in occasione della presentazione dei volumi
"Spiriti cercanti" e "Voce del silenzio, luce sul sentiero"
di Giona Tuccini

Insieme all'autore intervengono:
Roberto Gigliucci, Università di Roma "La Sapienza"
Saverio Ricci, Università degli Studi della Tuscia

Giona Tuccini, laureato in Italianistica all’Università di Firenze, è Dottore di Ricerca in Lingue e Culture del Mediterraneo. Già docente di Letteratura italiana presso l’ateneo di Roma “Tor Vergata”, l’Università della Tuscia (Viterbo) e nella S.S.I.S-Lazio, si è occupato prevalentemente di letteratura medioevale e rinascimentale, di misticismo e letteratura religiosa, di autori e tendenze del Novecento letterario. I suoi studi sono comparsi su riviste specializzate italiane e straniere, fra le quali la «Zeitschrift für romanische Philologie» e l’«Antologia Vieusseux». Allo studio della letteratura italiana e comparata ha affiancato una discreta attività di traduzione dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano i libri Il vespasiano e l’abito da sposa (Udine 2003), Spiriti cercanti (Urbino 2007), Voce del silenzio, luce sul sentiero (Urbino 2008) e l’edizione italiana di J. R. Ackerley, Il mio cane Tulip (Roma 2007). Con il Melangolo sta pubblicando l’edizione commentata delle Novellette di Bernardino da Siena.

Roberto Gigliucci è Ricercatore di Letteratura italiana nell’Università di Roma “La Sapienza”. Diplomatosi in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha poi conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Italianistica nell’Università dove ora insegna. Si è occupato di letteratura medievale, rinascimentale e moderna. Collabora con numerose riviste specializzate e alle pagine culturali di “Liberazione”. Tra i suoi libri più importanti: Bosone da Gubbio, L’avventuroso siciliano (Roma 1989), Francesco Petrarca, Salmi penitenziali (Roma 1997), La lirica rinascimentale (Roma 2000), Cesare Pavese (Milano 2001), Contraposti. Petrarchismo e ossimoro d’amore nel Rinascimento (Roma 2004), Giù verso l’alto. Luoghi e dintorni tassiani (Roma 2004), Lodovico Domenichi, Rime (Torino 2004), Realismo metafisico e Montale (Roma 2007).

Saverio Ricci si è formato alla Scuola Normale Superiore e alla Università di Pisa. È Professore associato di Storia della filosofia nella Università della Tuscia. Collabora con l’Istituto della Enciclopedia Italiana. Si è occupato di storia del pensiero filosofico, politico-religioso e scientifico, con particolare riguardo al Rinascimento e all’età moderna. Fra i suoi studi: La fortuna del pensiero di Giordano Bruno in Europa (1600-1750) (Firenze 1990); Una filosofica milizia. Tre studi sull’Accademia dei Lincei (Udine 1994); Giordano Bruno nell’Europa del Cinquecento (Roma 2000); Il sommo inquisitore. Giulio Antonio Santori tra autobiografia e storia (Roma 2002), Inquisitori, censori, filosofi sullo scenario della Controriforma (Roma 2008).


Giona Tuccini, Voce del silenzio, luce sul sentiero. Di altre pagine mistiche tra Italia e Spagna, QuattroVenti, 2008

In questo nuovo libro di Giona Tuccini troviamo in maniera obliqua e sorprendente molte delle idee elaborate in Spiriti cercanti. Mistica e santità in Boine e Papini di cui, il presente lavoro, vuole essere il naturale prosieguo. Con lo sguardo sempre partecipe del letterato e del filologo, l’autore esamina stavolta le scritture della Tradizione mistica spagnola che hanno svolto, nell’opera di due grandi poeti primonovecenteschi, una particolare funzione auto-rivelatrice per la formazione del Sé; ma anche una complessa azione svecchiante della cultura coeva, còlta – in queste pagine – nelle sue più mutevoli luci. Per comprendere le tracce della presenza significativa di Ramon Llull, Juan de la Cruz, Miguel de Molinos e Ignacio de Loyola nei lavori di Boine e Papini, Tuccini cerca ora nello spazio della memoria con nuovi viaggi in profondità, ma scende soprattutto alle sorgive del misticismo, sino a ritrovare nel proprio interno quei moti che, a distanza di secoli, ispirarono il pensiero pragmatista e modernista.


Giona Tuccini, Spiriti cercanti. Mistica e santità in Boine e Papini, QuattroVenti, 2007

Con questo libro Giona Tuccini indaga in modo autorevole e familiare le ragioni della fortuna "dimenticata" di due storici capifila della letteratura italiana moderna, Giovanni Boine e Giovanni Papini, in aperto dialogo con i Padri della Chiesa e la tradizione mistica del Rinascimento. Oggetto di questo studio sono le penetranti considerazioni critiche d'autore su Juan de la Cruz, Anselmo d'Aosta, Agostino che per Boine e Papini non furono solamente tre singolari vie a Dio, ma espressione di una incessante ricerca formale che, obbedendo ad un suo piano interiore, si rinnovava ogni volta come esercizio del vivere e del credere.

IN
http://www.giovannipapini.it/Gianfalco/OpereSuPapini2005.htm

martedì 21 ottobre 2008

"Sahara" de Ivana Bartolini

Ivana Bartolini, aluna de Português nos cursos livres promovidos pelo Instituto Português de Santo António em Roma, respondeu ao nosso repto e escreveu um texto sobre "viagens". Pela sua beleza e qualidade aqui o publicamos, com saudações à autora.

SAHARA

A minha vida comecou com uma viagem. A primeira viagem foi no dia que nasci. Não me o lembro mas provavelmente foi interessante. Vi pela primeria vez a luz e ouvi pela primeira vez as vozes.
Ainda hoje nas minhas viagens gosto de ver a luz dum País e ouvir as vozes da sua gente. A viagem que tenho particularmente dentro de mim é a viagem ao deserto do Sahara.
Antes de partir, li alguns livros sobre a zonaque me atraía. Havia muitas coisas interessantes mas precisava de ter em consideração algumas regras que nos Países muçulmanos são sacras. Por exemplo: vestir-se com saias ou fatos compridos, tirar os sapatos antes de entrar numa mesquita, não beber alcool etc.
Foi um impacto forte com uma maneira de vida completamente diferente. Recebi uma impressão profunda que ainda hoje lembro perfeitamente. Apaixonei-me imediatamente pelos lugares e pela gente.
Quando atravessei as dunas a minha pele era como aquela dum ganso tão foi grande a emoção. O céu era azul e sem nuvens. Havia flores no deserto. E’ verdade: no deserto nascem as flores.
Tive o privilégio de ser convidada para um casamento junto de numa comunidade berbere e foi uma experiencia única. As minhas unhas foram pintadas por o “henné” e também o meu rosto. A lua cheia no céu brilhava e foi uma noite inesquecível.
A festa continuo até à madrugada com danças e cantos. Dormi no meu camper e na manhã seguinte acordei com um bom cheiro no ar. Eles tinham cozinhado para mim um típico prato berbere feito de arroz e de carne de carneiro.
Nesta parte do mundo a gente vive com muito pouco mas acho que é feliz. Transmitiram-me a própria felicidade e a alegria da vida.
Cada vez que vejo um céu azul e sem nuvens lembro-me do Sahara, da sua gente e fico contente.

Ivana Bartolini

De Roma a Vila Viçosa com Vítor Serrão

O Professor Vítor Serrão é um dos maiores historiadores de arte portugueses de todos os tempos e um ser humano de excepcionais qualidades: generoso, frontal, entusiasta. Um "mestre", no verdadeiro sentido da palavra.

Das suas muitas vindas a Roma, recordamos aquela que fez em 2002 como comissário da exposição "Rosso e Oro - Tesori d'Arte del Barocco Portoghese", patente nos Musei Capitolini de 19 de Abril a 30 de Junho, e cujo belíssimo catálogo foi publicado pela Electa.

Esta é ainda uma boa oportunidade para saudarmos o eminente Catedrático da Faculdade de Letras da Universidade de Lisboa, distinguido a 10 de Junho de 2008 com o Grau de Comendador da Ordem de Sant'Iago da Espada pelo Presidente da República Aníbal Cavaco Silva na sessão solene das comemorações do Dia de Portugal em Viana do Castelo.

Chegou à Via dei Portoghesi notícia de uma das suas muitas e interessantes iniciativas: desta feita a participação nos "Sábados no Paço" de Vila Viçosa, com uma visita guiada intitulada “O Fresco Maneirista no Paço Ducal de Vila Viçosa” - de que publicamos em baixo o texto de apresentação.

Um abraço com saudades e a grande vontade de irmos até Vila Viçosa, para ouvir o Mestre Vítor Serrão.


Sábados no Paço (Vila Viçosa)
Divulgação dos “Sábados no Paço”, promovidos pela Fundação da Casa de Bragança.
No dia 25 de Outubro, será efectuada uma visita guiada subordinada ao tema “O Fresco Maneirista no Paço Ducal de Vila Viçosa”, pelo Prof. Dr. Vítor Serrão, do Instituto de História de Arte da Universidade de Lisboa. Esta iniciativa irá permitir um olhar mais detalhado sobre as pinturas a fresco do Paço Ducal de Vila Viçosa, nomeadamente no que concerne à sua temática e autoria, também como consequência da edição do livro “O Fresco Maneirista doPaço Ducal de Vila Viçosa, 1540-1640”. A visita será gratuita e terá início às 10 horas, com uma apresentação inicial na Igreja das Chagas, junto ao Paço Ducal.
Para marcação e demais informações p.f. contacte:telefone 268 980 659 ou email -
palacio.vilavicosa@mail.telepac.pt


ESCADARIA DO PAÇO. No grande fresco tripartido que orna a Escadaria nobre do Palácio admira-se a Tomada da praça de Azamor, em 1513, pelo exército do Duque de Bragança D. Jaime. Data de cerca de 1600 e é obra da autoria de ANDRÉ PERES (pintor privativo e escudeiro do Duque D. Teodósio II entre 1595 e 1630) e colaboradores. Pintura de avantajada cenografia maneirista, integra-se no gosto das representações de batalhas que pelos mesmos anos se pintaram no Salon de los Reinos do Mosteiro do Escurial e em palácios como o de Guadalajara, com evidente sentido de glorificação dos sucessos militares da Casa de Bragança.

SALA DE MEDUSA. Este notável espaço palaciano das «casas novas» é decorado a fresco com cenas dos Feitos de Perseu, o herói ovidiano das Metamorfoses, montado no cavalo alado Perseu, ora a libertar Andrómeda, a petrificar o rei Atlas e a matar o pretendente Fineu. Trata-se de uma encomenda feita em 1602 pelo Duque D. Teodósio II ao pintor lisboeta TOMÁS LUÍS, que decorou a sala com as «histórias» mitológicas em causa, dentro de um forte sentido da cenografia maneirista e com recurso ao grotesco romano e às alusões à Musica, uma das artes cultivadas na corte dos Braganças. O pintor inspirou-se em gravuras lionesas de 1563 e 1575.

GALLERIETTA DE D. ANA DE VELASCO. Restrito espaço privado junto à Sala de Medusa, foi pintado em 1602 por TOMÁS LUÍS com requintada gramática de grotesco clássico e quadri riportati alusivos. Serviu de câmara a D. Ana de Velasco e Girón, a malograda esposa do 7º Duque D. Teodósio II, com quem casou em 1603. Pelo seu requinte, evoca os gabinetes aristocráticos de Florença, Roma e Milão no seu gosto decorativo all’antico.

SALA DE DAVID E DO GIGANTE GOLIAS. O tecto desta sala das «casas novas», pintado cerca de 1603 (atribuível a Tomás Luís ? e André Peres ?), muito refeito nos anos de 1949-50, representa a história de David a derrotar o gigante Golias (seguindo modelos de gravuras de Philippe Galle de um livro de Árias Montano, 1575), e uma sanca de grotesco, com cenas mitológicas e dois enigmáticos retratos. Pode tratar-se do retrato do duque de Parma D. Rainúcio (sobrinho da duquesa D. Catarina, cuja comitiva visitou Vila Viçosa) e seu pai Alessandro Farnese; outra hipótese será tratar-se de D. João e D. Teodósio II, 6º e 7º Duques de Bragança e responsáveis pelo corpo palaciano das «casas novas».

ORATÓRIO DE D. CATARINA DE BRAGANÇA. Este magnífico espaço decorado em 1602 por TOMÁS LUÍS representa as Santas Catarina e Apolónia, entre requintados motivos de grotesco romano (fábulas, mascarões, fruteiros, figuras híbridas, candelabra, etc) e os enigmas em filacteras associados a raposas ASI O CREO, MAIS VAL€ SABER QUE FERMOSURA, e A MIM MESMO, considerados as divisas de D. Catarina de Bragança, alusões à Fama, Modéstia, Sabedoria e Humildade, empresas da pretendente ao trono, mãe de D. Teodósio II e avó de D. João IV. No claustro do Mosteiro das Chagas, a Capelinha de São João Evangelista (recém-restaurada) foi alvo de revestimento a fresco, também por Tomás Luís, com uma decoração muito similar a esta.

ANTIGO ORATÓRIO DE D. TEODÓSIO I. Só em data recente se restaurou este antigo oratório do 5º Duque D. Teodósio I, que estava totalmente repintado e se revela um espaço muito interessante de decoração maneirista integral. É obra do arquitecto Nicolau de Frias. Tem fina decoração de estuques maneiristas e duas campanhas de pintura mural: uma ainda de c. 1560, de FRANCISCO DE CAMPOS (pintor daquele Duque, autor também de frescos de 1578 no Paço dos Condes de Basto, Évora), a outra de c. 1585, da autoria de GIRALDO FERNANDES DE PRADO, que foi cavaleiro, pintor, iluminador e calígrafo de D. Teodósio II. Além de cenas da Paixão de Cristo (mutiladas com a abertura da janela) e dos faunos e motivos de grotesco em grisalha, destacam-se alegorias à Fé e à Temperança (a partir de gravuras de Jerónimo Wierix).

CAPELA DO CALVÁRIO. Situada na Horta do Palácio, esta Capela de planta centralizada de fins do século XVI (obra do arquitecto Pero Vaz Pereira) é decorada nos caixotões pétreos da cúpula hemisférica com estuques e esgrafitos com tondi e anjos segurando símbolos da Paixão, atribuídos a desenho de GIRALDO FERNANDES DE PRADO, pintor da casa ducal.

Vítor Serrão

Recordações do ano passado

Foi-nos enviada uma fotografia do jantar de fim de semestre que organizaram em Junho passado os alunos de Português do CLA - Centro Linguistico di Ateneo - da Università degli Studi di Roma Tre.
Aqui a publicamos, com saudades desse belo período, a fotografia.
A todos um grande abraço!

Via dei Portoghesi e Piazza Brasile...


FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA


OCHIO SUL MONDO - FOCUS BRASILE
FESTA DI APERTURA
(evento aperto al pubblico)
22 ottobre - ore 21.30

Un grande evento in puro stile brasiliano:Piu di quaranta artisti, musicisti e danzatori daranno vita ad uno spettacolo ispirato alle tradizioni carnavalesche dei Frevo e Afro-blocos del nord est brasiliano e alle dolci armonie della musica popolare brasiliana. La regia è di Arto Lindsay, musicista geniale ed eclettico e le scenografie di Ernesto Neto, tra i piu significative protagonisti della scena artistica contemporanea. Le bande marcianti Ilê Aiyê e la Spok Frevo Orquestra regalaranno alla piazza romana un indimenticabile carnavale d'autunno. Guest Star: Vanessa da Mata


EVENTI SPECIALI

24/10/2008 - ore 20.30

Il Cinema Incontra la Música: Forze Criative - performance musicale di Projeto Axé, con la partecipazione speciale di Fiorella Mannoia. A seguire: proiezione del film Cidade dos Homens, di Paulo Morelli

Local: Auditorium Conciliazione


25/10/2008 - ore 20.30

Il Cinema Incontra la Música: proiezione del film Coração Vagabundo, de Fernando Grostein Andrade. A seguire performance musicale e incontro con Caetano Veloso

Local: Auditorium Conciliazione


INCONTRI

24/10/2008 - ore 17.30

Incontro sul Cinema Novo con Carlos Diegues e Nelson Pereira dos Santos

Local: Auditorium Parco della Musica, Studio 3


29/10/2008 - ore 17.00

Sguardo sul Documentario - proiezione del film SANTIAGO di João Moreira Salles. A seguire: incontro con il regista ed Eduardo Coutinho. A cura di José Carlos Avellar e Gaia Morrione

Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Cinema Ikea


RASSEGNA a cura della Fondazione Ente dello Spettacolo

L`UOMO DI RIO - ADOLFO CELI E I RAGAZZI TORNATI DAL BRASILE

Dal 23 al 30 ottobre a partire dalle ore 20.30 nei cinema: Caravaggio. Cinema teatro. Barbarigo


MOSTRE

Ambasciata del Brasile e Associazione Italia Brasile presentano QUALCOSA CHE IL MONDO NON AVEVA MAI VISTO una mostra fotografica di Patrizia Giancotti Ambasciata del Brasile

GALLERIA CANDIDO PORTINARI Piazza Navona , 14

Inaugurazione 20 ottobre ore 18.00


Noi che non siamo né indios, né europei, né africani, cosa siamo noi?Siamo un genere umano nuovo, una civiltà nuova, che si presenterà al mondo come qualcosa che il mondo non aveva mai visto, qualcosa che può anche essere migliore, perché ha più umanità incorporata.

DarcyRibeiro


Mostra fotografica IL BRASILE DI PIERRE VERGER

Local: AuditoriumArte (Auditorium Parco della Musica) 22 ottobre - 5 novembre


FOCUS BRASILE

FILM CONTEMPORANEI PRESENTATI IN LINGUA ORIGINALECON SOTTOTITOLI IN ITALIANO

Estômago, di Marcos Jorge Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli 23/10/2008, ore 15.00

Ó Pai, Ó, di Monique Gardenberg Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli 24/10/2008, ore 15.00

Cidade dos Homens, di Paulo Morelli Local: Auditorium Conciliazione 24/10/2008, ore 20.30

Os Desafinados, di Walter Lima Jr Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli25/10/2008, ore 15.00

Coração Vagabundo, di Fernando Grostein Andrade Local: Auditorium Conciliazione 25/10/2008, ore 20.30

Meu nome não é Johnny, di Mauro Lima Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Cinema Ikea 26/10/2008, ore 17.00O S

igno da cidade, di Carlos Alberto Riccelli Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Cinema Ikea 27/10/2008, ore 17.00

Jogo de Cena, di Eduardo Coutinho Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Cinema Ikea 28/10/2008, ore 17.00

Santiago, di João Moreira Salles Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Cinema Ikea 29/10/2008, ore 17.00

Verônica, di Maurício Farias Local: Auditorium Parco della Musica, Sala Cinema Ikea 30/10/2008, ore 17.00


RETROSPETTIVA Auditorium Parco della Musica - Sala STUDIO 3 23/10/2008, ore 18.00

Raízes Do Brasil: uma Cinebiografia de Sérgio Buarque De Hollanda, di Nelson Pereira dos Santos 23/10/2008, ore 21.00

Fabricando Tom Zé, di Decio Matos Jr 24/10/2008, ore 21.00

Pierre Fatumbi Verger: mensageiro entre dois mundos, di Lula Buarque de Hollanda 25/10/2008, ore 18.00

Maria Bethânia - Pedrinha de Aruanda, di Andrucha Waddington 25/10/2008, ore 19.00

A Casa do Tom - Mundo, Monde, Mondo, di Ana Jobim 25/10/2008, ore 21.00

Vinicius, di Miguel de Faria Jr 26/10/2008, ore 18.00

Nelson Freire, di João Moreira Salles2 6/10/2008, ore 21.00

Futebol (episódio 1), di João Moreira Salles 27/10/2008, ore 18.00

Futebol (episódio 2), di João Moreira Salles 27/10/2008, ore 21.00

Futebol (episódio 3), di João Moreira Salles 28/10/2008, ore 18.00

Oscar Niemeyer - A vida é um sopro, di Fabiano Maciel 28/10/2008, ore 21.00

Outros (Doces) Bárbaros, di Andrucha Waddington 29/10/2008, ore 18.00

Coisa mais Linda: Histórias e Casos da Bossa Nova, di Paulo Thiago 29/10/2008, ore 21.00

Meu tempo é hoje - Paulinho Da Viola, di Izabel Jaguaribe


SINOSSI: www.romacinemafest.org

sabato 18 ottobre 2008

Hoje à noite: IDA ZICARI em Santo António dos Portugueses

A não perder: a pianista IDA ZICARI executa esta noite, 18 de Outubro, às 20h30, na igreja nacional de Santo António dos Portugueses. Sinding, Chopin, Pelagatti, Perugini, Liszt, Silvestrini, Magnoni.

Inizio evento: 20:30
Termine evento: 21:30
In collaborazione con Tetracordo
Concerto della pianistaIDA ZICARI

Programma

I Parte:

C. Sinding: Mormorio di primavera op. 32 n° 3F.
Chopin: Ballata n° 1 in sol minore op. 23F.
Chopin: Notturno in si bem. Minore op. 9 n° 1S. Pelagatti: Ricercare
C. Perugini: Diatonia I: Meteore

II Parte:

F. Liszt: St. Francois de Paule marchant sur le flots ( II Leggenda)
F. Liszt: “ Miserere” dal Trovatore di G. Verdi
R. Silvestrini: Plaisanterie
B. Magnoni: Aspettando l’alba

Ida Zicari
Si è diplomata in Pianoforte con il massimo dei voti sotto la guida del M. Carlo Benedetti, presso il Conservatorio di Musica "S. Giacomantonio" di Cosenza. Successivamente si è perfezionata con i maestri D. Rivera (Amantea), N. Delle Vigne (Agropoli), Leftimov e M. Mollova (Conservatorio di Salonicco - Grecia), K. Bogino (Roma), C. Benedetti (Rieti), L. Howard (Bologna), L. Berman (Erba - Como). Ha approfondito il repertorio cameristico vocale diplomandosi con lode in Musica vocale da camera presso il Conservatorio di Cosenza. Svolge intensa attività concertistica sia in qualità di solista che in formazioni da camera: a Roma (Accademia d'Ungheria, Istituto Austriaco di Cultura, Palazzo Barberini, Teatro Marcello, sala Baldini), Bologna (Istituto Liszt), Rieti (Teatro Comunale), Lugano, Salonicco, Venezia, Saronno, Tolmezzo, Asti (Palazzo Ottolenghi), Crotone, Palmi, Lamezia, Lecce (Teatro Politeama), ecc. È risultata vincitrice di importanti concorsi pianistici: 2° premio al 13° Concorso naz. pian. "Città di Sulmona", 3° premio al 2° Concorso naz. di musica "Città di Ruvo di Puglia", 3° premio al Concorso naz. di musica A.M.A. Calabria 1996 sez. musica contemporanea, 3° premio al Concorso naz. di musica A.M.A. Calabria 1999 sez. musica da camera. Ultimamente ha ricevuto il premio speciale "D. Macculi" al Concorso Pianistico Internazionale "Roma 2003". Ha lavorato come maestro collaboratore in alcune opere liriche dei teatri lirici di Cagliari, Bologna, Salerno, Catanzaro, Spoleto, Ferrara, Napoli, Catania. Ha partecipato all’incisione del cofanetto di cd “Liszt Reminiscenze e Fantasie” con la Casa discografica Base Record per l’Istituto Liszt di Bologna. È vincitrice del concorso a cattedra nei conservatori di musica per l'insegnamento di pianoforte complementare; attualmente è docente di pianoforte nelle scuole medie ad indirizzo musicale. Inoltre, è iscritta nell’elenco dei Pubblicisti all’albo dei Giornalisti, e ha conseguito la laurea in Lettere moderne con lode presso l'UNICAL, con una tesi in Letteratura italiana moderna e contemporanea che è stata segnalata come "ottimo lavoro" sulla poesia del Novecento (sez. tesi di laurea) al XVII Premio Internazionale Eugenio Montale 1999, e che è stata pubblicata in estratto già due volte (nella rivista “Filologia Antica e Moderna” Editore Rubbettino e nel volume “Lei capisce il dialetto?” Editore Longo Ravenna). Collabora alle pagine culturali del quotidiano regionale CalabriaOra e svolge attività di editing e consulenza editoriale per l’editore Lampi di stampa di Milano.
L’interesse che scaturisce dal confronto di due modelli di scrittura pianistica così diversi tra loro, quello classico – romantico e quello moderno – contemporaneo, riposa su di un paradosso: il pianoforte, lo strumento che possiede la letteratura più ricca di capolavori, ebbe in realtà un apogeo molto breve, non più di un secolo, proprio perché la sua ridondanza armonica, di cui sempre si deve tener conto nel comporre per esso, lo rende meno duttile rispetto, ad esempio, al violino, nel cimento con gli stili più recenti. I compositori romantici che vengono presentati questa sera rappresentano due vertici nell’utilizzo sapiente delle risorse puramente strumentali del pianoforte ( manca, per la verità, Robert Schumann). Chopin e Liszt possiedono modi di scrittura diversissimi, ma sono accomunati dall’omaggio che entrambi rendono al melodramma italiano. Il primo possiede un’abilità unica ed ineguagliata nel sostenere a lungo la melodia di stampo belliniano; ma anche Liszt ha in parte queste stesse doti, sebbene, a tratti, si diffonda in sentimentalismi.
Quanto più scarno e severo, se paragonato a quello di Liszt, apparirà il linguaggio dei brani contemporanei; e si noterà anche come, per estrarre dal pianoforte il contenuto della loro poetica, i moderni autori debbano talvolta forzarne un poco la natura.
Stefano Pelagatti

venerdì 17 ottobre 2008

Pessoa em Roma - a não perder


LES DEUX DAMES & ORPHEU
presentano
AGUINALDO CARRANZA
in
FAUSTDIPESSOA
di
LUCIANA GRIFI
con
SARA ARMENTANO
MELANIA FIORE
ROBERTO TURCHETTA

regia
SERGIO BASILE

compagnia di animazione
ORPHEU

ONDE: COLOSSEO-NUOVO TEATRO
Via Capo d’Africa, 29A - Roma
tel. 06.7004932

QUANDO:
da martedì 4 novembre a domenica 16 novembre 2008
spettacoli ore 21.00 - domenica ore 18.00

http://www.info.roma.it/evento_dettaglio.asp?eventi=12448

giovedì 16 ottobre 2008

In memoriam di Stegagno Picchio, alla Sapienza

QUANDO:
sabato 18 ottobre alle ore 12:00.

DOVE:
La Cappella della Sapienza Università di Roma
Piazzale A. Moro, 5
00185 Roma
tel. 06.49914670

INTERVENGONO:
Roberto Antonelli
Silvano Peloso
Achille Tartaro

VER

mercoledì 15 ottobre 2008

Os 86 anos de Agustina Bessa-Luís


PARABÉNS à grande escritora portuguesa Agustina Bessa-Luís.

Amada e traduzida em Itália, recebeu recentemente o doutoramento honoris causa na Faculdade dos Estudos de Roma "Tor Vergata", onde Aniello Avella é responsável por uma cátedra com o seu nome.

Em Dezembro passado, foi com as suas palavras que "Via dei Portoghese" desejou um bom Natal a todos os seus leitores e amigos:

Tantos pontos de ligação com Agustina Bessa-Luís!

Agustina Bessa-Luís que há dez anos (23 de Março de 1998) veio até à igreja nacional de Santo António dos Portugueses, em Roma, falar de um outro português que por Roma passou, e de quem este ano se comemoram os 400 anos do nascimento - Padre António Vieira. A foto que junto se publica é desse fim de tarde na companhia da escritora.

venerdì 10 ottobre 2008

Costanza: una "ERASMUS" a Lisbona

Universidade de Lisboa - Cidade Universitária - Reitoria

Recebemos notícia da nossa antiga aluna de Português, Costanza Pediconi, que venceu uma bolsa de estudos com o programa ERASMUS, o que lhe permitiu partir para Lisboa por alguns meses de estudo. Aqui a publicamos, pois cremos ser do maior interesse - e motivo de inspiração para outros rapazes e raparigas que estejam no momento de decidir se partir, ou não.

À Constança o nosso abraço e o nosso agradecimento, e os votos de que tudo lhe corra muito bem.


Sono arrivata a Lisbona il 29 settembre e devo dire che le mie prime impressioni sono molto buone. Sono venuta qui con la borsa Erasmus che mi permetterà di dare gli ultimi esami e di fare le ricerche per la tesi.
Ho iniziato a seguire i corsi questa settimana che sono di traduzione, o meglio, di traduzione assistita al computer, laboratorio di portoghese scritto… Il metodo di insegnamento mi sembra molto efficiente, perché periodicamente fanno scrivere delle tesi (o comunque degli elaborati scritti), dando molta importanza al lavoro non solo individuale ma anche a quello di gruppo, che secondo me è ottimo perché lo scambio di idee è comunque un modo per arricchire le proprie conoscenze…Fino ad ora ho incontrato professori molto gentili e disponibili per ogni tipo di problema. Inoltre, durante le lezioni cercano di instaurare un rapporto quasi di amicizia con gli studenti e questo mi piace molto.
La struttura universitaria (Faculdade de Letras da Universidade de Lisboa, detta ”Classica”) funziona abbastanza bene e soprattutto offre molti servizi: la mensa, lo sport, sconti e riduzioni su diverse cose… è molto comodo. Ci sono anche qui, come in tutte le università, delle cose che mancano: a volte un professore non scrive l’aula e devi andartela a cercare, oppure su internet scrivono una cosa e in bacheca un’altra…
La biblioteca dell’università funziona benissimo e anche quella Nazionale è molto comoda. Il materiale, infatti, si trova facilmente anche perché ci sono dei programmi informatici molto avanzati.
I mezzi pubblici funzionano molto bene: la metro ovviamente è il mezzo più pratico e rapido, ma anche gli autobus passano spesso. Il centro della città è sempre bellissimo e i portoghesi (almeno quelli incontrati fino ad ora) sono gentili e cordiali. Un’altra cosa che mi piace molto è la mescolanza culturale che c’è: brasiliani, portoghesi, angolani, indiani, cinesi… Le prime persone con cui ho fatto amicizia, infatti, sono proprio una signora e un signore brasiliani e una ragazza angolana, tutti molto simpatici, intelligenti e con voglia di fare.
La città in generale è tranquilla e, ovviamente, come in tutte le città basta sapere quali sono le zone da frequentare e quali sono quelle da evitare.

COSTANZA PEDICONI

giovedì 9 ottobre 2008

Pintora portuguesa expõe em Roma no IPSAR

A pintora portuguesa Conceição Praia chegou a Roma para preparar a sua exposição de pintura, que será inaugurada na próxima semana, dia 15 de Outubro, na galeria de arte do Instituto Português de Santo António.

A mostra intitula-se "Napoli, una passione", e retrata aspectos do quotidiano da cidade partenopeia, observados com argúcia e tratados com intimidade.

Conceição Praia decidiu oferecer generosamente parte importante do produto da venda dos seus quadros à Associação KIM onlus, uma organização de beneficência que ajuda as crianças em dificuldades.

Muitos motivos, pois, para fazer um passeio até ao centro histórico de Roma, ver esta bela exposição e, quem sabe, levar para casa um bocadinho de Nápoles visto por uma portuguesa.

O acesso é livre e a presença de todos é benvinda.

TEXTO DO CONVITE:

Il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant’ Antonio in Roma,
Mons. Agostinho da Costa Borges
sotto l’alto patrocinio di S. E. l’Ambasciatore del Portogallo,
ha il piacere di invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra di pittura di

Conceição Praia
Napoli, una passione



Mercoledì, 15 ottobre, dalle ore 18.30

Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio
Roma, Via dei Portoghesi, 6

Presiederà S.E. l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede
Dott. João da Rocha Páris

Interverrà il Dott. Paolo Cespa, Presidente dell’Associazione KIM onlus

La mostra è organizzata a sostegno della onlus KIM, Associazione Volontari per i Minori in Difficoltà. Confidiamo nel vostro gentile contributo.

La mostra rimarrà aperta sino al 2 novembre.
Orario: da mercoledì a domenica, dalle 15 alle 20

mercoledì 8 ottobre 2008

Saramago em Italiano


Algumas das traduções e outros livros de e sobre o Nobel português em Itália:


Memoriale del convento / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti e Carmen M. Radulet ; con una nota di Rita Desti
Milano : Feltrinelli, 1984

L' anno della morte di Ricardo Reis / Jose Saramago
trad. di Rita Desti
Milano : Feltrinelli, 1985

La zattera di pietra / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Milano : Feltrinelli, 1988

Storia dell'assedio di Lisbona / Jose' Saramago
Trad. di Rita Desti
Milano : Bompiani, 1990
Storia dell'assedio di Lisbona / Jose Saramago ; prefazione, bibliografia e antologia critica di Luciana Stegagno Picchio
Milano : Bompiani, 1992

La seconda vita di Francesco d'Assisi / di Jose Saramago ; traduzione di Giulia Lanciani
Milano : G. Ricordi, c1991

Un terra chiamata Alentejo / Jose Saramago ; Traduzione di Rita Desti
Milano : Bompiani, 1992

Il vangelo secondo Gesu / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
\Milano! : Bompiani, 1993

L' anno mille993 / Jose Saramago ; traduzione di Domenico Corradini Broussard
Pisa : ETS, \1993!

Manuale di pittura e calligrafia / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
\Milano! : Bompiani, 1994
Manuale di pittura e calligrafia / Jose Saramago ; prefazione di Luciana Stegagno Picchio
\Milano! : Bompiani, 1996

Il perfetto viaggio / Jose Saramago ; a cura di Giulia Lanciani
\Milano! : Bompiani, 1994

Cecita = = Ensaio sobre a Cegueira / J.Saramago
traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 1996

Viaggio in Portogallo / Jose Saramago
Milano : Bompiani, \1996!
Viaggio in Portogallo / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti ; con uno scritto di Claudio Magris
Torino : Einaudi, c1999

Oggetto quasi : racconti / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, \1997!

Teatro / Jose Saramago ; nota introduttiva di Jose Saramago ; traduzioni di Rita Desti e Giulia Lanciani
Torino : G. Einaudi, \1997!

Tutti i nomi / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 1997

La zattera di pietra / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, \1997!

Il racconto dell'isola sconosciuta / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo e Rita Desti
Torino : Einaudi, 1998!

1: 1977-1984 / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo ; con un saggio introduttivo di Luciana Stegagno Picchio ; traduzioni di Rita Desti
Milano : A. Mondadori, 1999

2: 1985-1998 / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo ; traduzioni di Rita Desti
Milano : A. Mondadori, 1999

A estatua e a pedra / Jose Saramago ; a cura di Giancarlo Depretis ; poscritta di Luciana Stegagno Picchio ; con la collaborazione di Pablo Luis Avila e Fernando Martinez de Carnero
Alessandria : Edizioni dell'Orso, [1999!

Romanzi e racconti / Jose Saramago ; a cura di Paolo Collo ; con un saggio introduttivo di Luciana Stegagno Picchio ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 1999 (2ª ed)

La caverna / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, \2000!

Andrea Mantegna : un'etica, un'estetica / Jose Saramago ; a cura di Luciana Stegagno Picchio
Trad. di Marco Fidora
Genova : Il melangolo, \2002!

Poesie / Jose Saramago ; a cura di F. Toriello
Torino : G. Einaudi, [2002]

Scolpire il verso / Jose Saramago ; a cura di Giancarlo Depretis e Francesco Guazzelli
[Viareggio! : M. Baroni ; [Alessandria! : Edizioni dell'Orso, 2002

Jose Saramago
Torino : Utet, stampa 2003

L' uomo duplicato / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, 2003!

Saggio sulla lucidita / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, [2004]

Don Giovanni, o Il dissoluto assolto / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : G. Einaudi, [2005]

Le intermittenze della morte / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, [2005]

Il piu grande fiore del mondo / Jose Saramago ; illustrazioni di Joao Caetano ; traduzione dal portoghese di Camilla Cattarulla
Roma : Fanucci, 2005

Questo mondo non va bene che ne venga un altro : autobiografia, scritti, interviste / Jose Saramago ; traduzione di Manuela Palermi
Roma : Datanews, 2005

Di questo mondo e degli altri / Jose Saramago ; a cura di Giulia Lanciani
Torino : Einaudi, [2006]

Pensar, pensar y pensar : scritti e interviste / Jose Saramago ; introduzione di Manuela Palermi
Roma : Datanews, [2006]

Le piccole memorie / Jose Saramago ; traduzione di Rita Desti
Torino : Einaudi, [2007]

10 anos sobre o Nobel a Saramago

Na edição de hoje do Diário de Notícias, é recordada a atribuição do Nobel da Literatura a José Saramago, há dez anos atrás. Desde o ano passado que foi instituida na Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Roma Tre uma cátedra intitulada ao escritor português, entregue à Professora Giulia Lanciani pelo Instituto Camões. Óptima ocasião, pois, para publicar na Via dei Portoghesi o artigo de Luís Naves.

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A notícia caiu como uma bomba: um autor português, José Saramago, tinha ganho o Prémio Nobel da Literatura. Após a estupefacção inicial, houve uma onda de entusiasmo e orgulho. Dez anos depois, Saramago (que não parou de escrever) continua uma referência da cultura nacional.

Após um momento de incredulidade, a notícia foi assentando nas redacções: o Prémio Nobel da Literatura, naquele ano de 1998, ia para um escritor português, o primeiro (e até agora único) da língua portuguesa a ganhar tal distinção. O premiado chamava-se José Saramago, nascido em 1922 na Azinhaga do Ribatejo e neto de Jerónimo Melrinho, que o escritor iria lembrar na primeira frase do tradicional discurso dos laureados na Academia Sueca, a 7 de Dezembro de 1998. O discurso começava assim: "O homem mais sábio que conheci em toda a minha vida não sabia ler nem escrever".

Apesar de ser falada por 200 milhões de pessoas, a língua portuguesa ficara sempre fora das escolhas do comité sueco, cujo secretismo baralhava ainda mais as esperanças. Sabia-se que o brasileiro Jorge Amado tinha andado pela short list, bem como o português Ferreira de Castro, o autor de A Selva, romance que teve grande popularidade internacional nos anos 30. Mas nenhum deles fora escolhido.

Por isso, parecia tão inacreditável que um português vencesse o prémio Nobel da literatura. Para aumentar o descrédito, mesmo entre os peritos, nos anos anteriores (de facto durante toda a década de 90), tinham vencido escritores relativamente desconhecidos. No ano anterior, 1997, o italiano Dario Fo, ainda hoje uma escolha difícil de compreender.

Na realidade, (agora é fácil percebê-lo) o Nobel de 1998 não devia ter surpreendido nenhuma redacção do País. Saramago era um escritor internacional, muito traduzido e lido no estrangeiro, não apenas popular na língua portuguesa. A composição do júri também mudara recentemente e talvez esse elemento tenha sido importante. Comparando os premiados até 1997 com os que se seguiram a 1998, o júri tornou-se nesse ano mais favorável ao estilo pós-moderno, com técnica inovadora e conteúdo mais profundo (os casos de Saramago, de Günter Grass, Imre Kertész ou Orhan Pamuk).

Quando venceu o Nobel, José Saramago tinha uma obra consolidada, com um punhado de romances de grande impacto: Memorial do Convento (1982), O Ano da Morte de Ricardo Reis (1984); mas também O Evangelho Segundo Jesus Cristo (1991), alvo de uma violenta polémica, após a exclusão da lista de candidatos ao Prémio Europeu da Literatura; e aquele que para muitos analistas é talvez o melhor livro do escritor, o Ensaio sobre a Cegueira.

O estilo poético e original fora desenvolvido num livro de 1977, Manual de Pintura e Caligrafia, e aperfeiçoado em Levantado do Chão (1980), os dois livros que lhe deram fama nacional e que escreveu já com mais de 55 anos.

Quando ganhou o Prémio Nobel, José Saramago tinha 76 anos. Era um autor controverso, que não recusava discussões políticas, comunista assumido, protagonista dos anos turbulentos da revolução (durante seis meses, director-adjunto deste jornal). As redacções receberam com incredulidade a extraordinária notícia. E José Saramago continuou a escrever, desmentindo o mito de que ganhar aquele prémio marca o fim de uma carreira. A prova é que dentro de dias publicará A Viagem do Elefante.

LUÍS NAVES