venerdì 7 gennaio 2011

"A QUATRO" - artistas portugueses em Roma, no IPSAR


Il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Mons. Agostinho da Costa Borges
sotto l’alto patrocinio di S. E.
l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede
Manuel Tomás Fernandes Pereira
ha il piacere di invitare la S. V.
all’inaugurazione della manifestazione espositiva

A QUATRO
André Silva - Cláudia Lopes - Dalila Gonçalves - Mazza


che avrà luogo
mercoledì 12 gennaio 2011, alle ore 18.30

Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma
Via dei Portoghesi, 6 - 00186 ROMA

La mostra rimarrà aperta sino al 30 gennaio 2011
dal mercoledì alla domenica, dalle 16.00 alle 18.00


A Quattro

Quattro... potremmo pensarlo come un semplice numero ma è anzitutto la somma di varie forme di “vedere” che si concretizzano attraverso le immagini (materiali e mentali).
L’immagine è un simulacro di se stessa, come se tutto esistesse nell’istante in cui l’immagine, profonda, appare ai nostri occhi e la sua essenza intima, individuale, diviene verità per il mondo. L’immagine è di questa natura, è simulazione dell’umano nel rendere visibile all’Altro ciò che impregna la volontà, il sogno, o l’anima.
Tutta l’immagine è simulazione delle possibilità del reale, che si tratti di un dipinto, di un disegno, di un’incisione, di un testo o di una fotografia. È in questo senso che va inteso questo discorso “a quattro” – come possibilità di coesistenza di momenti che collaborano per una comprensione più profonda del mondo che ci circonda. La natura delle cose è assolutamente imperscrutabile, ciò che riusciamo a scoprire di un albero, di una pietra o di un granello di sabbia è infinitamente più modesto rispetto a quella cosa, per insignificante che sia la materia osservata. È questa supposizione che ci fa comprendere l’incontro tra quattro discorsi e forme di vedere/comprendere diverse: un approccio alla ricerca di un compromesso con la realtà in grado di conferirle un senso più ampio.
Il richiamo a diversi discorsi sull’immagine e sul mondo permette all’azione di perpetuarsi oltrepassando il tempo dell’istante in cui accade. In questo modo possiamo percepire che la fotografia e la pittura dialogano entrambe in un discorso confluente – convivono sul piano della metafora sul reale e l’azione esercitata dagli individui sullo stesso reale. È di notevole interesse questo campo allargato dell’immagine, in cui vari registri sommano similitudini al di là dell’ovvia differenza che li distingue.
L’immagine ci parla di questo non-finito dell’azione. Nonostante la sospensione di ciò che accade, pur trattandosi di un piano inaccessibile, e persino uno sguardo troppo attento, è al parlare dell’intenzione e della volontà che l’immagine ricorre all’atto continuo del creare. Ed è per questa ragione che ci parla dell’infinito. Dell’infinito delle cose, dell’infinito della conoscenza e dell’infinito della persona.
La proposta di quattro discorsi distinti che possano coabitare in uno stesso spazio si salda perfettamente con la molteplicità e la diversità che caratterizzano il linguaggio dell’arte e soprattutto il linguaggio del reale. Si cerca, più che privilegiare un dato fenomeno, di ammettere la crescente complessità del mondo e delle relazioni di questo mondo con gli individui; una complessità, questa, che necessita di un’attenta osservazione perchè possa essere compresa e perchè si possa agire/intervenire su di essa.


I disegni presentati non sono esattamente la rappresentazione di qualcosa che esiste o che è esistito, non rappresentano un elenco, e spesso si tratta di una trasposizione che può assumere diverse valenze.
Le opere sono stimolate da interessi specifici; e vivendo nell’attualità cerco di ottenere informazioni sulla storia contenuta nella cultura visuale, attraverso immagini, finzione letteraria, citazioni, testi musicali, ecc.
Ho cercato di riunire un archivio di immagini, di referenze, senza associarlo ad una storia, senza ricreare una storia o la Storia.
È come gli avvenimenti, la storia e perfino il presente risultassero a malapena accessibili in frammenti.
André Silva 2010

Tempo prestato.
Quando penso al tavolo a cui ero seduto per cenare all’età di sei anni, ancora conto cinque piatti apparecchiati; vedo la brocca di plastica azzurra che dividevo con i miei fratelli, la tovaglia marrone con il merletto bianco, consumata, e a decorarla le mani grandi, moltiplicate, immense, di mia madre.
Riesco a recuperare questo momento migliaia di volte, ad occhi aperti o chiusi, pur non riuscendo a trovare le parole per sostenere il suo peso.
Questa presenza della Persona sulle cose avviene per restituirle ad un’altra esistenza, un tempo preso in prestito alla memoria e alla rovina di ciò che era vivo. Vedere è riscattarsi da questo silenzio, vedere è guardare da dentro verso fuori, e parlare da fuori a dentro.
Cláudia Lopes 2010

Con l’età contemporanea, l’espansione, l’allargamento del territorio, così come la divulgazione di un marchio, di una persona, di un governante, di un’artista, non si effettua tramite incisioni sulla pietra come ai tempi dei Miliari Romani, tutto è più rapido e fugace, la pietra è frantumata dalle reti virtuali.
La fotografia, il documento, l’oggetto, l’azione sono mezzi attraverso i quali rifletto sul passare del tempo sulle cose, sul ciclo della materia e della vita, sull’impotenza umana di saldare le crepe delle rocce, di impedire che le foglie cadano dagli alberi, che l’erba cresca nella terra. Mi inquieta la lotta dell’Uomo nella valorizzazione dell’ eterno di fronte all’effimero (impossibile da sconfiggere), la sua ricerca costante di camuffare, congelare e recuperare la storia.
Dalila Gonçalves 2010

I due video che presento a Roma partono dal simbolo più riconosciuto nel territorio cristiano, il crocifisso. Facendo un parallelismo tra l’artista nomade e le crociate, lavoro su due proiezioni: il tradimento di Giuda, e il battesimo di San Giovanni Battista. L’artista che percorre il territorio divulgando il suo messaggio ed espressione, porta a Roma la buona notizia.
1. Giuda è ritardato, nell’atto di costruire il negativo di un crocifisso in fiamme, con candele che sono state spente da una pioggia intensa, in una sequenza senza fine.
2. Il Battesimo è rappresentato, costruendo una sequenza di immagini in un acquario dove un piccolo pesce rosso nuota sotto il ritaglio di un crocifisso di tessuto nero.
Mazza 2010

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