mercoledì 17 maggio 2017

PAOLO PASQUINI: «Linguistica e bacalhau, ovvero: finalmente risolto l’annoso mistero della fonetica portoghese»

Paolo Pasquini presentaci questo suo delizioso saggio di linguistica scritto in língua-mãe (ossia, nel suo caso, il Romanesco) con la supervisione di Noam Chomsky... Godetevi la lettura!






Linguistica e bacalhau *
ovvero: finalmente risolto l’annoso mistero della fonetica portoghese **
                   
*   In lingua-mãe (romanesco).
**  Per gentile concessione di Noam Chomsky.
             
Mo’ ‘st’idioma lusitano,
che se parla ‘n po’ lontano,
alle ‘recchie d’un romano,
un’anticchia sona strano:
tutte ‘st’esse strascicate!
e le erre raddoppiate!
Dite ‘n po’, ma come fate?
Nun sarà quer che magnate!?
‘E sardine e er baccalà!
N’ vojo dì, pe’ carità,
mo o faceva puro mammà,
mai però a tutte l’ore!
Certo no pe’ colazione!
Ch’a loro è fissazione:
à noite e de manhã
so o stanno sempr’a magnà
Che c’avrà ‘sto baccalà,
che ce cureno i malati
e ce svezzeno i neonati,
che pe’ forza so’ portati,
pe’ li soni gutturali:
‘ste crianze so’ inocentes
che nun c’hanno manco i dentes,
quanno veem er bacalhau,
loro proveno a dì “não”,
che vorebbero un galão.
Incazzati come são,
je se spezza er coração,
je se strusceno le esse,
se raddoppieno le erre.
Sarvognuno, nun è mau,
na garganta er bacalhau,
não somente nutrição,
mas também da nação,
instrumento musical,
fundamento cultural,
da fonética a base.
E’ per questo che da Marzo,
magno sempre bacalhau,
ma rimango muito scarso,
na pronúncia portoghese.
Mo’ che stamo verso Maggio,
magno er doppio der dosaggio,
chè der pesce son’ingordo:
so’ riuscito a esse gordo.
Quanto poi ar portoghese,
quanno falo sembr’… abruzzese.

PAOLO PASQUINI


Post Scriptum dell’autore:
Con tutte le cautele del caso (è molto anziano), Noam Chomsky è stato informato dell’esito infelice di questo esperimento linguistico-alimentare, che, ahimè, confuta in modo irrevocabile la sua ardita teoria scientifica, frutto di ben due decadi di ricerche portate avanti con grande dedizione al MIT e a Coimbra. Ma Chomsky, per fortuna, non ha fatto una piega.                                                             
Pare che suo nonno, per parte di madre, fosse di Pescocostanzo. Pertanto, egli si è dichiarato molto soddisfatto e mi ha salutato con un “Statt’ buone, paisà” pronunciato con una ineccepibile pronuncia aprutina.  Lui le lingue le sa! 








4 commenti:

Kactus ha detto...

Ahaha...ci piace il bacallá come ai italiani la pasta...no riusciti a stare li lontano per molto tempo...buono buono il bacallá, pero dopo 2 giorni cercate il spaghetti :D quanto alla nostra doppia "r", io non riesco ancora a capire la differenza tra la vostra doppia "n, "t" e "l"...se ci vado al ristorante italiano e mi chiedenno che pasta voglio, no riesco a dire "penne" e prima che dica cualcosa che non vada bene, meglio scegliere i tortelini :p

Kactus ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Donatella Salvi ha detto...

Un testo molto divertente, ben scritto. Sono certa che il signor Chomsky, se ne avesse mai l'opportunita' apprezzerebbe.
Mi ha fatto pensare che io conoscevo solo il baccala' alla veneta e non mi piaceva. Da quando seguo il corso do portugues ho scoperto che em Portugal lo cucinano in piu' di 100 modi diversi e durante le mie frequenti trasferte verso Lisbona ho avuto modo di apprezzarlo. Certo gli stereotipi esistono dappertutto: in Portogallo tutti mangiano il baccala' e in italia tutti mangiano la pasta. Que chatice.... :-)
Donatella Salvi

Lisananda ha detto...

Questo interessantissimo testo sembrerebbe confermare l'antico adagio romanzo che recita "parla come magni"......di certo apre scenari inediti sul connubio lingue e papille gustative!!
Complimenti ao Paolo che ha saputo dirimere efficacemente l'annosa questione!!

Annalisa