lunedì 22 settembre 2008

Na senda de Leonor e Frederico...




Um dia depois de termos noticiado a antiga aliança entre Portugal e a Alemanha, através do casamento de Frederico III com a infanta D. Leonor em 1451, um novo "abraço" italo-luso-alemão aconteceu nas dependências do Instituto Português de Santo António.

A nascente associação italo-alemã de ortopedia e traumatologia ASSITOT - DIVOT reuniu no passado fim-de-semana o seu primeiro congresso no Chiostro del Bramante, junto à igreja de Santa Maria della Pace, ao que se seguiu um encontro no Instituto Português.


O seu Presidente, Prof. Wolfram Thomas, referiu-se em termos muito elogiosos ao Instituto, e declarou querer contribuir para o financiamento do novo órgão, em fase de acabamento.

Aqui publicamos algumas fotografias do acontecimento e o texto de apresentação sobre o IPSAR escrito pela ocasião.


Sant’Antonio dei Portoghesi
Ospedale – Istituto ospitale


Le antiche origini di Sant’Antonio dei Portoghesi in Roma rievocano la carità e la pietà di alcuni cittadini portoghesi: Donna Guiomar di Lisbona, la cui immagine è ritratta nella fontana del patio dell’Istituto, iniziò ad accogliere nella sua casa, nei pressi del Colosseo, le donne portoghesi in pellegrinaggio a Roma. In seguito furono realizzati altri due ospizi: uno nella zona di Campo de’ Fiori, fondato dalla Chiesa di Lisbona – l’edificio esiste ancora, al numero 15 di questa piazza – e un terzo, nel luogo in cui si trova attualmente, per volere del Vescovo di Porto e Cardinale di S. Crisogono, D. Antão Martins de Chaves. Con la promulgazione della Bolla Superne Dispositionis di Papa Paolo II, nel 1467 i tre ospedali sono riuniti in uno solo, assicurando alla Comunità Portoghese residente o di passaggio a Roma un punto di riferimento e di identità nazionale, uno spazio di preghiera e di culto, e una struttura per l’accoglienza, l’ospitalità e l’assistenza medica.

Nel corso dei secoli, sono state conservate queste funzioni. Nella bella Chiesa, ricostruita nella prima metà del XVII secolo dall’architetto Martino Longhi, il giovane, e arricchita durante numerosi interventi artistici con marmi di grandissimo pregio e opere d’arte di notevole valore – impegnando grandi architetti (Rainaldi, Vanvitelli), pittori (Calandrucci, Zoboli, Agricola, Concioli) e scultori (Della Valle, Canova) – sono state celebrate le grandiose esequie dei monarchi lusitani dei secoli XVIII e XIX e le funzioni religiose che evocavano la nazionalità, come avveniva per Sant’Antonio, il grande francescano nato a Lisbona, in Italia conosciuto soprattutto come “Sant’Antonio da Padova”, e per l’Immacolata Concezione, consacrata patrona e regina del Portogallo dopo la restaurazione dell’indipendenza, nel 1640. In questa Chiesa ha pregato il gesuita portoghese António Vieira, una delle maggiori figure della letteratura barocca a livello mondiale, che ha conquistato Roma, e le cui celebrazioni del quarto centenario della nascita ricorrono quest’anno.

Fin dall’inizio del XIX secolo, e particolarmente associata alla presenza in Roma dell’Ambasciatore portoghese (di nobile discendenza germanica) Alexandre de Sousa e Holstein, grande mecenate – il cui sepolcro realizzato da Canova costituisce una delle opere di maggior interesse della Chiesa – il tratto distintivo di questa Istituzione nel primo periodo, di accoglienza e assistenza, si sviluppa ulteriormente includendo un nuovo tipo di ospitalità. All’epoca non esisteva, infatti, un’accademia artistica nazionale, a differenza di altre nazioni, quali, ad esempio, la Francia, e cosi, insieme ai pellegrini, erano accolti anche i giovani portoghesi che si recavano nella Città Eterna per approfondire gli studi artistici, dei classici, e per apprendere la lezione dei maestri romani. Così passano per Sant’Antonio quelli che diventeranno i volti più apprezzabili del panorama artistico portoghese: Vieira Lusitano, Sequeira, Meneses, Metrass, Lupi, Soares dos Reis, Pousão, e molti altri.

In occasione dell’annessione di Roma al nascente Regno d’Italia, l’Ospedale è trasformato giuridicamente e istituzionalmente, nell’attuale Istituto Portoghese di Sant'Antonio. La tradizione spirituale e religiosa resta immutata insieme a quella dell’ospitalità, favorendo la residenza a Roma di ricercatori e artisti nazionali, ma anche aprendosi alla Città e al Paese e stimolando un dialogo interculturale, che sottolinea i vincoli di amicizia che da sempre legano l’Italia e il Portogallo.

Da circa 10 anni il nostro principale impegno è stato quello di incentivare l’attività culturale, creando spazi adeguati a questo magnifico ed inatteso “angolo di paradiso” nel centro storico di Roma. Attualmente si organizzano in media 4 concerti di musica erudita ogni mese, approfittando dell’ottima acustica della Chiesa; attraverso la mailing-list, in costante crescita, sono inviati mensilmente i programmi delle attività, che includono conferenze, celebrazioni ed eventi di vario genere; nella splendida galleria d’arte, restaurata negli ultimi anni, si realizzano frequentemente esposizioni di artisti nazionali e stranieri, tra cui teniamo a sottolineare l’ultima, la personale della pittrice tedesca Karen Thomas, grazie alla quale ci troviamo riuniti questa sera. Inoltre, tra le attività dell’Istituto ricordiamo i corsi di lingua e cultura portoghese, la biblioteca e l’archivio storico; e, ancora, la realizzazione delle registrazioni dal vivo dei migliori concerti, pubblicati in CD, che offreno così a molti giovani e promettenti musicisti una prima opportunità.

E, soprattutto, è necessario ricordare il grande progetto di quest’ultimo periodo: uno dei maggiori, e senza dubbio il più moderno e potente organo di Roma, la cui costruzione e montaggio stanno per essere ultimati negli prossimi giorni. Un antico sogno, che ha iniziato a concretizzarsi già da alcuni anni, fin dall’incontro con il Maestro Jean Guillou, organista titolare di Sant’Eustache (Parigi) e inventore di questo nuovissimo strumento a struttura variabile, provvisto di una tecnologia di punta che vince i limiti tecnici e permette di creare un discorso musicale espressivo, quasi letterario. Fra poco, la Chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi offrirà alla Città di Roma ogni settimana un concerto di organo. Un grande impegno ancora in corso, anche sul punto di visto finanziario, nel quale sono graditi partecipazioni o contributi.

Dopo aver esposto brevemente il nostro passato, il nostro presente e le nostre intenzioni per il futuro, si può ben comprendere la gioia con cui abbiamo accolto il suggerimento del Professor W. Thomas di associare Sant’Antonio dei Portoghesi alla riunione di medici tedeschi e italiani in questo 1° Convegno dell'Associazione Italo-Tedesca per Scambio Culturale in Ortopedia e Traumatologia (ASSITOT): “Attualità nella Chirurgia della Colonna Lombare e del Ginocchio“. C’è un legame impalpabile di amicizia e di comunicazione tra i popoli europei, sanzionata dalla storia e dall’attuale unione politica dei nostri paesi, che ci suggerisce di perpetuare l’ospitalità di questa antica istituzione, che vi accoglie, oggi e sempre.

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